Non c'è niente che ti rende più folle del vivere in una famiglia. O più felice. O più esasperato. O più... sicuro.
-Jim ButcherBoston, Massachusetts - Ottobre - Poco più di cinque anni prima.
Ci troviamo tutti seduti intorno al tavola in legno massello, tra una portata e l'altra, e le varie chiacchiere dei padroni di casa, incomincio a sentirmi sempre più a mio agio. Se non fosse per un piccolissimo dettaglio; nel posto davanti al mio c'è seduto il Dio greco con gli occhi color oceano più profondi e belli che io abbia mai visto. Sento il suo sguardo bruciarmi addosso da quando abbiamo preso posto a tavola. In questi trentasei minuti - si, li ho contati - di conversazioni e ottimo cibo, Liam ha interagito pochissimo. A distrarmi dalle mie elucubrazioni è la voce di nonna Wanda, «Margot, parlaci un po' più di te, della tua famiglia?», chiede dolcemente. Evitando di guardare davanti a me, rispondo: «In realtà non c'è molto da dire... Sono figlia unica, mio padre è primario di cardiochirurgia in uno degli ospedali più rinomati dell'intero stato, lavora al Robinson's Hospital a Los Angeles. Mia madre insieme alla sua gemella sono avvocatesse», prendo una generosa boccata d'aria prima di continuare. «Sono sempre stata brava con i numeri, credo di averlo ereditato da mio nonno materno, professore di matematica, ora in pensione. Sin da ragazzina il mio sogno era venire qui a Boston per frequentare l'università di Harvard, perché non trovo ci sia niente di meglio per studiare economia e finanze», dico sincera. Sento lo sguardo di Liam incollato addosso. «Hai ragione, cara», afferma convinto il signor Anderson. «Ti piace economia?», domanda curioso Liam. «Si, molto, non immaginavo così tanto. Dopo la laurea spero di prendere il master», rispondo timida. «Se sei brava come afferma mia figlia e mantieni questo ritmo, dopo la laurea, inviaci il tuo curriculum, siamo sempre in cerca di giovani talenti», propone Jack.
Lo guardo stupefatta. Mi conosce si è no da un ora, un'ora e mezzo massimo, e già mi propone una possibile offerta di lavoro? «Non so come ringraziarla. La sua è un'offerta davvero generosa, signor Anderson». «Non c'è bisogno di ringraziarmi, cara. Finisci gli studi poi ne riparliamo con più calma. Non sono uno che assume per conoscenze o per simpatia, ma per i meriti dimostrati e i risultati ottenuti», mi regala un sorriso laterale. Prima di ritornare all'invitante cheesecake, che non vedo l'ora di gustarmi, il mio sguardo cade su nonna Wanda, trovandola a sorridermi, un sorriso che non premette nulla di buono. «Cara, hai un ragazzo?», domanda. Appunto, come volevasi dimostrare. «No, io... Io non ho nessun ragazzo», sussurro.
Noto Mia fissarmi in mondo strano, per poi rivolgere la sua attenzione alla nonna, guardandola con un'espressione afflitta. Che diavolo le prende? «Nonna, la nostra cara Margot è sempre attaccata ai libri, e quando qualcuno le chiede di uscire lei gli da sempre il due di picche. La mia amica qui è una romanticona in cerca del vero amore», enfatizza il tutto con una voce arresa, disperata. «Con quei due o tre fortunati che sono riusciti a strapparle un appuntamento, lei dopo una sola uscita si era già stufata, trovando a quei poveracci chissà quale difetto...». La guardo male, dandole un calcio sotto il tavolo. Con un sorriso tirato e falso come una banconota da tre dollari, mi avvicino a lei, sussurrandole di finirla all'istante. Mi ha palesemente descritta come una con la puzza sotto il naso, o peggio ancora, una che si crede superiore agli altri. - Cosa tra l'altro assolutamente non vera - e la stronza qui presente lo sa benissimo. Ma a quanto pare lei non ha recepisce bene il mio messaggio, anzi, continuando instancabile il suo sproloquio rincarando la dose. «Sai nonna, io credo che lei scappi perché non ha ancora trovato un bravo ragazzo con cui uscire. Tu ne per caso ne conosci qualcuno? Magari un'affascinante nipote di qualche tua amica?», propone, mentre io le schiaccio, di nuovo, forte il piede, trucidandola con un'occhiataccia, con l'intento di farle capire che me la pagherà cara se non la smette subito.
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In ogni mio Respiro
Dragoste[⚠️In revisione] Margot Miranda Clarke è una giovane, intelligente e bellissima ragazza di 20 anni che dalla vita ha sempre avuto tutto. Figlia unica con l'amore incondizionato dei genitori, ha due cugini che per lei sono come fratelli e una miglio...