3•Bacio, pizza e tiramisù

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Si sta bene con un'altra persona quando non c'è bisogno di trovare a tutti i costi argomenti per riempire i vuoti. Tra due persone in sintonia anche i silenzi hanno il loro valore. Un'occhiata è sufficiente per comprendersi. Un gesto per rispondere.
Vito Bruschini, dal libro I segreti
del club Bilderberg

Boston, Massachusetts - Poco più di cinque anni prima

Dal compleanno di Hanna la mamma della mia migliore amica Mia è passato circa una settimana.
Sei lunghissimi giorni in cui non ho fatto altro che pensare a Liam, il quale non si è ancora fatto sentire. Mi sarei accontenta persino di un piccione viaggiatore, - è questo è tutto un dire, perché io sono terrorizzata dai pennuti - arresa, sono arrivata alla conclusione che probabilmente non era molto interessato alla prospettiva di uscire con me, o semplicemente, avrà avuto di meglio da fare.
Da quando ho posato lo sguardo sul suo, purtroppo, ci ho penso più di quanto vorrei ammettere, e se ci aggiungiamo Mia che non fa altro che chiedermi se si è fatto vivo, la situazione si complica. È suo fratello, no!? Può benissimo chiederlo a lui, o meglio ancora, farsi semplicemente i maledettissimi affaracci suoi, senza ricordarmi costantemente che lui non è interessato. Frustrata, ritorno a studiare economia, perché settimana prossima ho un esame importante. Sono entrata a Harvard con una borsa di studio parziale, alle superiori ero tra le migliori dell'ultimo anno, ma siccome i miei genitori hanno un reddito molto elevato, me ne hanno assegnata una parziale, così mamma e papà pagano il resto delle spese. Ho provato a dirgli che mi sarebbe piaciuto cercarmi un lavoretto, ma non hanno voluto sentire ragioni. Loro vogliono esclusivamente che io mi concentri sullo studio, ed è per questo che non gli ho mai detto che da un anno a questa parte io e mia lavoriamo in un bar / pub vicino a casa. Al locale dove lavoriamo la paga non è male e se contiamo le mance posso tranquillamente togliermi qualche piccolo sfizio senza chiedere soldi extra ai miei, riuscendo persino a mettere qualcosina da parte da devolvere ai meno fortunati e al canile dove facciamo volontariato due volte a settimana. Non è tanto, ma è pur sempre meglio di niente.

L'unico ad esserne a conoscenza del nostro piccolo seguito è Will, il fratello di Mia, il quale n'è venuto a conoscenza per pura casualità. Volendo fare una sorpresa e trascorrere una serata in nostra compagnia, un sabato sera si è presentato a casa nostra con due pizze fumanti, cogliendoci con addosso le divise da lavoro, non avendo alternative abbiamo dovuto svuotare il sacco e confessare la verità. Il cretino in cambio del suo silenzio ha persino cercato di estorcermi un appuntamento, ma suo malgrado non ha funzionato perché Mia lo ha ricattato con un segreto tutto loro, così alla fine il "poverino" sì è dovuto accontentare di un semplice bacio sulla guancia.
Con gli occhi stanchi, il cervello in pappa, e lo stomaco che brontola per la fame, stanca e svogliata mi alzo per andare a prepararmi qualcosa da mangiare. Mentre mi infilo le pantofole, sento il cellulare squillare. Nel recuperarlo vedi che a cercarmi è Giuda. «Stavo giusto andando a cucinarmi qualcosa, ti devo aspettare?», domando. «Ti chiamavo proprio per questo. Mi fermo con i ragazzi a studiare ancora un po', poi usciamo a mangiare tutti assieme. Sono più che sicura che non sentirai la mia mancanza», la sento prendere una breve pausa, «torno tardi, ciao». Non mi da neanche il tempo di rispondere che riattacca. Ma che diamine di modi sono? Sono sicura che mi nasconda qualcosa. Domani mattina non le lascerò il tempo di sparare o raccontarmi balle, perché voglio sapere cosa combina.

Quando faccio per posare il cellulare sul ripiano della cucina, lo sento vibrarmi in mano. Il numero che mi appare non è salvato in rubrica, ma riconosco subito il mittente dal messaggio. - "Servizio a domicilio per la bella Rossa ;)".
Non faccio neanche in tempo a rispondergli che sento suonare il campanello di casa, e il cellulare vibrare nuovamente tra le mie dita.
-"Rossa, aprimi la porta, per favore".
Non ci credo! Non può essere lui. Non così...
Sono in tuta, struccata, con una crocchia tra i capelli disordinati, in poche parole sono un completo disastro.
Sentendo il campanello suona di nuovo vado nel panico. Non posso farmi vedere così.
Sento la sua inconfondibile voce provenire da fuori. «So che sei a casa, Rossa. Ho visto le luci accese. In più Mia mi ha detto che stavi studiando». Stronza di una Giuda traditrice. Poteva almeno avvisarmi, mi sarei resa un po' più presentabile. Arresa, vado ad aprire, trovandolo bellissimo come l'ultima volta. Ha le mani occupate, da due pizze e un sacchetto di plastica. Mi scosto dall'uscio facendogli spazio per farlo entrare in casa. «Può sembrare una scusa banale, ma questa settimana sono stato oberato di lavoro. Sono uscito poco fa dall'ufficio e ho pensato che magari avessi fame, perché io ne ho davvero tanta. Sono sfinito e il mio stomaco è da ore che brontola...», racconta, regalandomi un sorriso sexy da togliermi il fiato. Ora che lo guardo meglio, noto delle occhiaie che settimana scorsa non aveva, ma neanche quelle sono in grado di scalfire la sua bellezza.

«Prima di venire ho chiamato Mia per sapere se era dei nostri, ma mi ha detto che è a studiare per un esame con degli amici». Mia, Mia, Mia... la vendetta è un piatto che va servito freddo, cara amica mia. Quella stronzetta di Giuda me la pagherà.
«Spero per lei che siano tutte amiche femmine». «Sicuro», sussurro divertita, vedendolo guardarmi storto. Dopo aver appoggiato tutto sul tavolo si toglie la giacca, allentando il nodo alla cravatta, mentre io lo guardi incantata.
«Spero che ti piaccia il tiramisù. In questo ristorante italiano lo fanno davvero buonissimo», dice tirandolo fuori dal sacchetto. «Si, molto. Grazie mille». «Sono davvero felice di passare la serata con te». Sapessi io, non ho fatto altro che pensarti... «Anch'io», rispondo. Liam mi regala un sorriso dolce. Durante la cena incominciamo a parlare del più e del meno, per fortunate la birra mi sta aiutando a sciogliermi un po'. Lui mi racconta un po di se e delle sue passioni. Scopro che abita a circa mezz'ora da qui, ma che per motivi di lavoro ha anche un appartamento a New York. Gli piace fare sport, adoro il suo lavoro nell'altra finanza, dove insieme a lui lavora anche uno dei sui migliori amici, nonché il figlio di uno dei due soci del padre, e che quando può ama viaggiare.

Mi chiede di me, della mia vita a Malibù. Dopo tante chiacchiere e tantissime risate, trascorriamo una piacevolissima serata. Anche nei momenti di silenzio mi sento a mio agio, e credo che valga lo stesso per lui, perché il tempo in sua compagnia è letteralmente volato.
A malincuore capisco che molto probabilmente la serata è giunta al termine. Non voglio che se ne vada. «Ti va se mi fermo e ci guardiamo qualcosa?», propone.
Dopo una capriola da parte del mio cuore, la mia bocca risponde ancor prima di aver vagliato le possibili opzioni.
«Sì, per favore resta!» Merda! Gli sarò sembrata una povera disperata. Ma inspiegabilmente lui sorride compiaciuto, mentre io gli faccio strada spostandoci sul divano, e optiamo per un film comico su Netflix. Tra le varie battute, e scene esilaranti, ridiamo tanto, lanciandoci spesso occhiate reciproche di nascosto. Percepisco il suo sguardo su di me, mentre lui gioca con una ciocca dei miei capelli sfuggita dall'elastico.

Se all'inizio del film eravamo a una distanza di sicurezza, ora, ai titoli di coda, siamo attaccati. Mi prende una mano tra le sue, guardandomi intensamente. «Grazie per la bella serata, Rossa». Un po' destabilizzata dal nostro contatto, non faccio in tempo a rispondergli perché lui si alza andando a recuperarsi la giacca.
A malincuore lo accompagno alla porta, «Grazie a te per la cena e l'ottima compagnia. La pizza, tu e il tiramisù, era tutto delizioso». Aspettate... Cosa cazzo ho appena detto? Merda!

Dove cazzo ho il cervello?
Tu e il tiramisù era tutto delizioso? Devo assolutamente farmi vedere da uno bravo.
Con un sorriso compiaciuto dipinto sul volto, lui si avvicina a me, attirandomi con una mano sulla vita, mentre con l'altra mi accarezza una guancia accaldata.
Con il pollice mi sfiora delicatamente il labbro inferiore facendomi tremare da capo a piedi. «È da quando mi hai aperto la porta che non desidero far altro».
Il suo bellissimo oceano mi attira verso di lui, ed io non vorrei far altro che immergermici dentro. «Mi correggo, è dal pranzo a casa dei miei che desidero farlo». Si avventa possessivamente sulle mie labbra, e se all'inizio è un bacio dolce, man mano che andiamo avanti, divertita sempre più esigente. Oddio, le sue labbra sono la fine del mondo. Le nostre lingue si incontrano, si cercano, prendendo vita l'una dall'altra. Alzo le mani incastrando le dita ai suoi morbidi capelli, volendolo trattenere a me il più a lungo possibile.
Non ho mai provato una sensazione del genere prima d'ora.
Quando si stacca mi fissa intensamente, oceano contro terra ed erba. «Sei più buona di quanto immaginassi», dice con voce roca dal piacere. «È meglio che io vada prima che perda del tutto il controllo». Mi stampa un ultimo e fugace bacio, e prima di girare l'angolo e andarsene lo sento dire: «Ci sentiamo presto Rossa».

In ogni mio Respiro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora