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Erano passati un paio di giorni.

Ma comunque nulla era cambiato.

Erano sei le entità trasferite nello stesso piano di Jungkook e quest'ultimo non poteva crederci. I primi due erano stati Jimin e Taehyung, il piccolo corvino non aveva ancora aperto gli occhi ma ogni tanto nel sonno pronunciava il nome del suo compagno di stanza. La stessa sera erano arrivati altri due che il moro non aveva mai visto e infine la mattina del giorno dopo Yoongi e Namjoon erano stati spinti all'interno del corridoio del piano senza un apparente motivo.

A Jungkook ribolliva il sangue nelle vene, come poteva suo padre, avere il coraggio di chiamarli errori o difetti? Il platino del suo amico stava sempre insieme a Yoongi ed un altro di cui ancora non sapeva il nome, il loro passatempo preferito era parlare, di qualunque cosa, Jungkook non capiva cosa poteva esserci di sbagliato in tutto quello.

Ormai il giovane passava più tempo in camera di Jimin che in camera sua, la sua attrazione fisica gli impediva di allontanarsi per troppo tempo. Sarebbe rimasto lì in eterno, a guardare e assaporare le sue labbra soltanto con gli occhi, era troppo codardo per agire di sua spontanea volontà.

<<Ju...ok>> sentì sussurrare dopo le sue otto ore giornaliere seduto sul letto del più piccolo. Si voltò di scatto e per la prima volta dopo giorni i suoi occhi incontrarono quelli neri e profondi di Jimin.

<<Jimin!>> gridò Jungkook avvicinandosi a lui come attratto da una calamita.

Jimin sorrise debolmente e qualche secondo dopo entrò Taehyung di corsa, interrompendo quella gara di sguardi che stavano avendo.

<<Min grazie al cielo stai bene, come ti senti? Ti fa male qualcosa? Posso fare qualcosa per te?>> lo riempì di domande.

Jungkook si alzò liberando la stanza e dirigendosi ad occupare la sua.

Jimin rimase con l'amico ad osservare la porta da dove il moro era uscito e l'altro lo notò immediatamente.

<<Attratto da Jungkook?>> chiese il ragazzo più grande facendo arrossire subito il minore.

<<Jimin...>> lo chiamò di nuovo attirandone l'attenzione.

<<Se lo fai affezionare a te poi c'è una possibilità che ci faccia evadere>> sibilò Taehyung con fare quasi meschino.

Ma Jimin rimase in silenzio, non disse nulla, al contrario la sua mente vagò in pochi secondi, soffermandosi su un centinaio di pensieri diversi.

La sua parte irrazionale sarebbe stata più che felice di farlo, ingraziarsi il figlio del capo, in buona parte c'era già riuscito soltanto per gioco, provocandolo quella notte nel sul letto, facendolo poi venire nel bagno da solo.

Però poteva davvero? Quel ragazzo si era preoccupato per lui e ancora peggio era rimasto chissà quanto accanto a lui nel letto quando era svenuto.

Ma la voglia di libertà era tanta, forse troppa, scappare da quella gabbia di colore bianco sarebbe stato bellissimo.

Si mise seduto sul letto.

<<Cercherò di farci evadere in ogni modo Tae>> disse serio puntando i suoi occhi piccoli su quelli profondi dell'amico.

Jimin finì stritolato tra le braccia di Taehyung in un abbraccio dolcemente fraterno e pieno di speranza.

Jimin non poteva, non poteva vedere il suo amico triste, anzi, avrebbe fatto il possibile per vederlo felice, anche mentire ed usare Jungkook.

***

La notte passò in fretta, dormire non era uno dei passatempi preferiti di Jungkook, non lo era mai stato. Fumare in terrazza e guardare il sole sorgere, quello si era un suo passatempo preferito.

Non fumava spesso, ma quando lo faceva era come una liberazione, come se in quelle nuvolette di nicotina ci fossero anche i suoi pensieri e i suoi problemi.

<<Jungkook sei ancora qui? Ma non dormi mai?>> la voce calda di Namjoon si fece largo nella terrazza e il minore sorrise.

<<Se non mi va non lo faccio, come stai?>>

Namjoon rimase spiazzato da quella domanda.

<<Come il solito, come dovrei stare?>>

Jungkook fece una pausa, aspirò una buona dose di fumo e parlò facendolo uscire dalla bocca.

<<Per quello che è successo, per dove ti ha messo mio padre e quello che ti ha detto>>

Silenzio.

Namjoon si sedette accanto al ragazzo e lo guardò.

<<Sai che fumare fa male?>> chiese.

<<Anche essere confusi e problematici fa male, ma non riesco a smettere>> lo zittì il minore spegnendo la sigaretta e gettandola nel posacenere.

<<Che succede Kookie?>> chiese con fare paterno il ragazzo guardando l'altro che si stava stringendo nel divano come fanno i bambini timidi.

<<Voglio qualcosa, ma non so se è troppo sbagliato>> non sapeva come avrebbe reagito Namjoon se gli avesse effettivamente detto la verità.

<<Kook, se vuoi qualcosa prendila o falla, meglio un rimorso oggi che un rimpianto domani>> disse con un sorriso.

Jungkook si voltò verso il biondo e rimase serio per qualche momento.

Namjoon aveva ragione, non poteva passare la sua vita a desiderare quel ragazzo e ad essere geloso del suo amico, fermando i suoi istinti per cosa? Per chi? Nessuno si sarebbe mai interessato alla sua vita, non suo padre, tantomeno quei cloni "giusti" ed ancora meno i "suoi amici" della scuola.

Si alzò di scatto dal divano come se improvvisamente qualcosa gli avesse bruciato il fondoschiena.

<<Posso averlo.>> disse a voce alta guardando Namjoon e correndo dentro ringraziandolo velocemente e salutandolo dandogli la buonanotte.

Il biondo rise, si era affezionato a quel bambino che fingeva di fare il grande fumando e tatuandosi, cresciuto senza una madre aveva soltanto bisogno di una figura più grande di lui e fissa nella sua vita, Namjoon in quel momento promise a se stesso che l'avrebbe fatto lui a costo di andare contro il padre. Doveva proteggere Jungkook da quel pazzo.

𝕯𝖆𝖓𝖌𝖊𝖗𝖔𝖚𝖘 ~ 𝕵𝖎𝖐𝖔𝖔𝖐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora