XI

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<<970901!>> chiamò ad alta voce.

Un ragazzo minuto, dai capelli rossi uscì dalla fila, era abbastanza basso e altamente impaurito.

L'uomo si avvicinò a lui e gli prese il mento costringendolo a guardarlo.

<<Non mi servi più>> disse semplicemente, toccando come settimane prima il quadrante dell'orologio e facendo crollare il povero ragazzo ai suoi piedi in preda alle convulsioni.

<<Fermati!>> gridò Jungkook dalla fine della fila.

Il padre non fece caso alle parole del figlio e prese la targhetta con il numero al ragazzo, si avvicinò al figlio e la attaccò sul petto di Jungkook.

<<Ora hai anche tu il tuo numero>> sorrise appena allontanandosi dalla fila.

Jungkook lesse più volte la targhetta con il numero, finché i suoi occhi diventarono lucidi quando capì "97 09 01" era la sua data di nascita.

Si voltò verso Jimin e osservò il suo numero, valeva così per tutti? Jimin era davvero più grande di lui? Di due anni?

Jimin accennò un sorriso vedendo il numero sul petto di Jungkook e sapendolo più piccolo di lui.

Quel piccolo sorriso si spense subito appena un altro ragazzo dai capelli scuri si chinò sul corpo del rosso che ormai sembrava senza vita.

<<Alzati ti prego!>> gridò il ragazzo dai capelli scuri.

Jungkook sentì il cuore spezzarsi a quella visione, sperava vivamente che quel ragazzino fosse solo svenuto, ma visto che era stato privato del numero faticava a credere alle sue stesse speranze.

A Jimin scese una lacrima ma si ricompose in fretta quando l'uomo tornò a controllare la fila, occupata ancora dal cadavere.

<<Ognuno di voi al riscaldamento>> disse serio facendo svuotare la fila. <<970901 e 951013 con me>>

Jungkook si fermò un istante dal seguire il gruppo di cloni e analizzò il primo numero, guardando il suo sulla targhetta.

Davvero suo padre l'aveva appena chiamato con un numero e non per nome?

Il moro si voltò verso il genitore con sguardo di sfida che morì nello stesso istante in cui vide anche Jimin fermo accanto a lui.

<<951013 tu starai nella stanza 5 tutto il giorno, tu>> guardò Jungkook <<vieni con me>> concluse.

Jimin scoppiò in un pianto disperato ed iniziò a pregare l'uomo, rischiando di cadere a terra data la mancanza di sensibilità improvvisa delle sue gambe.

<<La prego signore, qualunque cosa, ma non la stanza 5, la supplico, potrei morire>> gridò con le guance rigate da grandi linee bagnate e ancora gli occhi pieni di lacrime.

L'uomo si girò verso il corvino e lo guardò con fare quasi pietoso e schifato.

<<970901 tu scenderai con me al test delle armi>> disse serio aprendo una porta in un corridoio secondario.

<<Può portare 951013 a testare le armi, come primo giorno in ritardo occuperò la stanza 5>> disse serio Jungkook ignaro di tutto quello che aveva appena detto, non avrebbe mai permesso a Jimin di mettersi in quelle condizioni davanti a suo padre.

L'uomo rise. <<Vuoi davvero andare nella stanza 5?>> chiese ironico.

<<Si>>

<<Allora 951013 sarà felice di accompagnarti, divertitevi>> disse richiudendo la porta dietro di sé e abbandonando il piano.

Jimin si precipitò dall'altro e nascose la testa nel suo petto <<Perché l'hai detto?! Tu sei pazzo!>> gridò su Jungkook. <<Vuoi farti uccidere!>>

Il moro strinse le braccia intorno al piccolo corpo dell'altro e appoggiò il mento sulla sua testa <<Non ti permetterò di farti del male Jimin>> sussurrò dolce.

Perché si stava comportando così? perché sentiva il bisogno di veder sorridere quel piccoletto che aveva praticamente appena scoperto essere due anni più grande di lui.

<<Dobbiamo andare, ci starà aspettando lì>> disse Jimin con la voce tremolante, cercando di staccarsi, seppur malvolentieri dall'abbraccio del più alto.

<<Promettimi una cosa>> sussurrò il moro tenendo stretto a sé il corpo del corvino.

<<Si...>>

<<Ricorda di non mostrarti debole davanti a chi può farti del male>> disse staccandosi per poi avviarsi nella stessa direzione dov'era sparito il padre qualche minuto prima.

***

Arrivarono al piano -1, la stanza 5 sembrava enorme da fuori. Jungkook continuava a provare un misto di emozioni tra paura, eccitazione e una buona dose di ansia immotivata, o motivata.

L'uomo restava in piedi davanti alla porta d'entrata con un sorriso beffardo stampato in faccia.

<<951013 dobbiamo mostrare a 970901 come si fa e quanto è divertente>> disse quasi ridendo e intimando Jimin ad avvicinarsi a lui.

Jungkook appoggiò la mano sulla schiena del più piccolo per infondergli coraggio e il ragazzo camminò convinto verso la figura alta del capo, appena furono uno di fronte all'altro, l'uomo applico degli spessi bracciali di metallo. Il corvino iniziò a tremare e Jungkook lentamente credeva di star iniziando a capire. Suo padre cliccò uno dei tanti pulsanti posti davanti alla porta e questa si aprì mostrando all'interno una continua emissione di scintille di corrente.

<<Tu sei completamente pazzo!>> gridò Jungkook con tutto il fiato che teneva nei polmoni avendo come risposta una sonora risata sadica.

<<Tu volevi entrare, prego metti questi e raggiungilo>> gli porse altri due braccialetti.

Metallo, conduttore, se non fossero stati attenti fuori dai modi, sarebbero morti fulminati.

Il padre prese con forza i polsi del figlio e ci strinse i braccialetti fregandosene di quanto potevano risultare stretti per le ossa del giovane. Lo spinse all'interno e chiuse la porta.

Davvero quell'uomo era quello per cui nutriva quella stima? Quello che da piccolo sognava di diventare? Padrone di una grande azienda, essere rispettato e amato per il suo lavoro. Davvero stava sognando quello che avrebbe portato alla morte di altre persone. Davvero era arrivato al punto di uccidere il suo stesso figlio.

Jimin era a testa bassa in centro stanza, sembravano un'infinità di linee a dividerli, il corvino tremava, poteva percepirlo e vederlo, avrebbe voluto correre da lui per tranquillizzarlo ma sentì una lunga scossa lungo la schiena.



𝕯𝖆𝖓𝖌𝖊𝖗𝖔𝖚𝖘 ~ 𝕵𝖎𝖐𝖔𝖔𝖐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora