XXXI

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Era ormai notte quando i due amanti si distesero sul grande letto matrimoniale dove solitamente Jungkook riposava solo, ora era dolcemente appoggiato sul petto nudo del più grande e dal canto suo ci sarebbe volentieri stato anche per tutta la sua vita. Sentiva il cuore dell'altro pulsare nel suo orecchio, a tratti leggermente veloce quando si avvicinava a lui per lasciargli un bacio sulle labbra. Era quello il paradiso? Sembrava stupendo e non voleva finisse mai.

<<Jungkook...>> sussurrò piano il corvino facendo alzare la testa all'altro, incontrandone gli occhi che sembravano costellati di stelle, poteva sentire la felicità attraverso quegli occhi scuri e brillanti <<Posso un bacio?>> chiese con tono da bambino, arrossendo mentre lo diceva. Il moro si alzò dal sul petto nuovamente e gli poggiò un dolce bacio sulla bocca, questa volta però Jimin prese l'iniziativa e gli prese tra i denti il labbro inferiore, Jungkook cadde immediatamente nella provocazione e si gettò a baciarlo in modo molto meno delicato. Jimin sorrideva, sapeva di avere tantissima influenza sulle azioni di quel ragazzo e provocarlo era un divertimento.

Nella calma di quella notte la porta d'entrata fu aperta violentemente rilasciando un suono assordante per tutta la casa, Jimin strinse di colpo il moro che stava sul suo petto, terribilmente spaventato.

<<Jungkook!>> la voce di Yeonjun rimbombò in tutta la casa e il nominato si alzò velocemente dal letto pronto a scendere.

<<Devi stare zitto.>>

Quella voce, la sua voce, perché diamine suo padre era lì in quel momento? Il panico attraversò le sue vene e il suo sguardo si bloccò sul ragazzo corvino nascosto tra le coperte, che non doveva essere lì.

<<Jimin, vestiti veloce, dobbiamo andare via>> sussurrò Jungkook con voce quasi tremante, non aveva mai avuto così tanta paura come ora.

Jimin scivolò fuori dalle coperte, raccolse e si mise gli indumenti in pochi secondi, nonostante il tremolio delle sue mani, aveva rischiato tante volte di morire, perché ora sentiva la certezza che non l'avrebbe scampata?

<<Jungkook se dovess->>

<<Non pensarlo nemmeno.>> disse serio il minore, aprendo le ante dell'armadio e raccogliendo dal suo interno la pistola che aveva rubato tempo addietro. <<Apri la finestra>> ordinò poi.

<<Siamo al piano superiore, sei tu che vuoi uccidermi!>> disse Jimin.

<<Preferisco che tu ti faccia male ad una gamba piuttosto di vederti con un proiettile in testa, tu che dici?>> Jungkook tremava mentre teneva sotto controllo le scale e la porta, Jimin non sembrava collaborare il che rendeva tutto più difficile.

<<Non posso saltare Jungkook!>>

<<Non complicare la situazione>> il ragazzo si voltò verso l'altro pieno di disperazione, ma gli occhi del corvino sembravano interessati a qualcosa dietro Jungkook.

<<Già, non complicare la situazione>> sussurrò acido l'uomo portando il ferro della canna contro la nuca del figlio. Jungkook gelò sul posto, l'unica cosa che riusciva a fare era guardare il viso preoccupato con gli occhi pieni di lacrime del ragazzo davanti a lui, del suo ragazzo.

<<Ah Jungkook, pensavo fossi leggermente intelligente, insieme avremmo potuto fare grandi cose, invece per colpa tua guarda dove siamo finiti, sono costretto a puntarti una pistola alla testa per farti stare buono e farti ascoltare il tuo papà.>>

Nemmeno con una pistola alla testa il ragazzo stava ascoltando il padre, la sua unica preoccupazione era Jimin, era sempre stato solo Jimin, l'unica cosa che gli importava era farlo uscire vivo da lì.

<<Forse per farti tornare in te, devo eliminarti le distrazioni, come i bambini>> in pochi secondi cambiò la traiettoria della pistola, dalla testa del figlio in direzione del corvino in centro alla stanza, vicino alla finestra. <<951013 mi dispiace, sotto sotto mi stavi simpatico, era divertente torturarti, vedremo come reagirà 951230 alla tua morte>> rise.

Jimin chiuse gli occhi, sentiva che non l'avrebbe scampata, ma se lui fosse morto avrebbero sofferto le sei persone a cui lui voleva più bene, come era solito rassicurarli e prendersi cura di loro quando avevano dei momenti tristi, dati anche dalla morte di altri compagni che non avevano fatto nulla di male, tanto meno poteva farsi uccidere lui. Il suo fiume di pensieri fu interrotto dalla voce gelida e piatta di Jungkook.

<<Se muore lui, muori anche tu>> sibilò freddo il ragazzo e allora Jimin riaprì gli occhi.

Jungkook teneva in mano la pistola che aveva preso precedentemente dall'armadio e la stava puntando fissa alla tempia del padre. Era davvero disposto a compiere un'omicidio per lui?

<<Jungkook no!>> gemette Jimin, non lui, non valeva la pena di un simile gesto che l'avrebbe rovinato per il resto della sua vita.

<<Jungkook non fare cose stupide!>> sibilò l'uomo, resosi conto del pericolo, ma anche abbastanza sicuro che suo figlio non gli avrebbe mai sparato in testa.

Il moro troppo concentrato ad osservare con odio il suo genitore, non si era accorto di un altro uomo completamente vestito di nero che si era fatto strada dalla finestra aperta e aveva stretto Jimin tra le sue braccia, poggiandoli la lama di un coltello sulla pelle chiara del collo.

<<Hai ragione, se muoio io, morirà anche lui>> sorrise l'uomo tenendo tranquillamente la mani alzate in segno di resa.

Jungkook tremava ancora con l'arma in mano, sapeva che se avesse fatto un solo movimento sbagliato, quel coltello avrebbe tagliato profondamente la gola di Jimin, cosa poteva fare? Niente, si sentiva impotente nonostante avesse la possibilità di uccidere quell'uomo se solo avesse avuto la forza e il sangue freddo di farlo

Sembrava non esserci più una via di fuga, sarebbe rimasto lì con la canna alta a minacciare suo padre per sempre? Finché non fosse morto di vecchiaia? Certo sarebbe stato un ottimo piano per ucciderlo e restare con la fedina penale pulita, ma non fattibile.

<<Spara>> aveva sibilato Jimin a bassa voce, facendosi minacciare ancora di più dall'uomo che lo teneva prigioniero.

<<Non posso>> sussurrò il moro affranto.


𝕯𝖆𝖓𝖌𝖊𝖗𝖔𝖚𝖘 ~ 𝕵𝖎𝖐𝖔𝖔𝖐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora