Era abbastanza buio il corridoio, i lampadari illuminavano di luce fioca che probabilmente, a meno che non ti ci fossi messo perfettamente sotto, non ti saresti visto bene nemmeno il palmo della mano.
La voce non era per niente nuova, Jackson l'aveva già sentita da qualche parte... stop.
Stava di nuovo sognando o era la realtà? Se fosse riuscito ad aprire la porta di camera sua, avrebbe visto sé stesso dormire o no?
"Jackson, diamine sei tu?"
La voce urlò in modo più insistente. Il ragazzo tornò in sé, doveva rispondere cazzo ma era deficiente o cosa?
"S-si sono io...ehm"
Gli occhi iniziarono ad abituarsi all'oscurità, una figura si stava avvicinando verso di lui a passo deciso. Sembravano movenze femminili, un uomo probabilmente avrebbe occupato metà corridoio per tenere le braccia aperte manco fossero ante di armadi e le gambe che non si sa dove cavolo dovessero andare.
"Ti ricordi? Ci siamo visti ieri."
Era lei, la ragazza, Denise?
"Si, Denise... giusto?"
La ragazza sembrò accennare un sorriso. Esattamente, aveva azzeccato.
"Ma... casualità o cosa? Potresti riaprirmi la porta?"
Lei scoppiò a ridere fragorosamente, probabilmente già lo aveva preso per un imbecille, senza muscoli e chissà il cervello... che figure di merda, già immaginava ne avrebbe fatte talmente tante da poterci scrivere una collana intera.
Fu come una scarica elettrica che lo riportò alla realtà. Ma cosa pensava? Stava sognando. Chi gli dava la certezza che avrebbe rivisto Denise? Chi gli diceva che non avrebbe cambiato sogno la notte successiva? Anche se avesse fatto figure di merda, non le avrebbe viste lei. Si sentiva strano, cosa gli passava per la testa? Smise di sovraffollarsi di pensieri quando la ragazza gli rivolse parola.
"Va bene, volentieri... ma hai qualche problema alle ossa? O ai muscoli? Cioè non è per deriderti, solo per sapere..."
La ragazza si avvicinò alla porta, abbassò la maniglia ma nulla. Non si aprì come la sera precedente e Jackson sbiancò.
"Jackson dio mio non morirmi qua."
I due si guardarono negli occhi e fu abbastanza evidente che a Jackson mancava tanto così al collasso totale. Denise si avvicinò e gli diede una lieve scossa.
"Oh reagisci imbecille non è mica morto qualcuno!"
Jackson fece una serie di respiri profondi e si ricompose. Non capiva in che strano gioco era finito, ma doveva almeno scoprirne le regole.
"Si scusami, è che non mi sento molto bene di mio e di conseguenza do di matto."
La ragazza fece un sospiro di sollievo nel vederlo calmarsi e riprendere colore.
"E ora? Che si fa?"
Denise probabilmente cercava di essere rassicurata tanto quanto lo desiderava Jackson.
"Eh... scendiamo in giardino."
Nemmeno Jackson sapeva cosa stesse blaterando, gli era uscita così, senza nemmeno pensarci più di quel tanto.
"E cosa troviamo nel giardino?"
"Lo sgabuzzino del custode, se non sbaglio... troveremo qualcosa di utile magari."
Denise si fermò un attimo a riflettere e fece cenno di si con la testa facendo intuire che aveva ragione. Scesero lentamente le scale fino al portone d'entrata, nella speranza che qualcuno sarebbe arrivato in loro soccorso; niente. Sembrava deserto, abbandonato.

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YOU AND ME
RomanceJackson, 18 anni, si trova da dieci anni in un ospedale psichiatrico, non sa nemmeno lui per quale apparente motivo. Le uniche cose che lo fanno sorridere sono Oscar, il suo cane, leggere e chiacchierare con la Signora Laureen... questo finchè non f...