Prologo

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Non riesco a dormire, l'ansia sommerge i miei pensieri e non mi lascia in pace un minuto.
Il ricordo di quella sera si mischia alla paura del nuovo cambiamento. Eppure sono riuscita a superarlo, anche se è stato difficile, sono passati ormai 3 anni dalla morte dei miei genitori.
Quell' incidente mi ha segnato a vita. Ricordo ancora tutto, lo sogno praticamente ogni notte. Quella canzone che amavo era sulla radio, la stavamo ascoltando tutti, stavamo cantando, io, mia madre, mio padre.. nominare questi due nomi mi lascia sempre un pò di nostalgia. Poi ricordo lo schianto, poi il vuoto, e poi di colpo sopra una barella. 
Ci ho messo un pò a capire dov'ero. Mi sentivo sballottata da una parte all'altra, non sentivo nulla se non un fastidioso fischio che continuava ronzarmi nelle orecchie. 
Quando mi sono ripresa il dottore mi ha detto che dovevo ritenermi fortunata, me la sono cavata con qualche lesione e un lieve trauma cranico, considerando l'impatto la morte era certa pure per me.. ma non lo è stato. 
«Devi ritenerti fortunata» mi dicevano.. ma non la pensavo allo stesso modo.
Non dopo aver saputo che i miei genitori sono morti.
Ormai non piango più, qui in questo orfanotrofio mi sono trovata molto bene, è come una seconda famiglia, o meglio, come unica famiglia. Mi sono stati tutti quanti vicini, le mie compagne di stanza, gli altri bambini dell'orfanotrofio i tutor, le prof, le cuoche... 

C'è voluto tempo.

Mi sollevo dal letto e mi appoggio sulla testiera, la luce lunare filtra dalle persiane e illumina a tratti la parete, questa stanza è sempre stata così cupa, sciupata, senza colore e vuota. come sarà quella nuova? non so niente della nuova famiglia, mi hanno solo accennato che forse, e dico forse, una famiglia ha deciso di adottarmi. Non so cosa pensare, ormai sono abituata a stare qui, non è nemmeno così male dopotutto. 
Mi sporgo fuori dal letto, che ore saranno? la sveglia lampeggia, che ha che non va? l'afferro e gli do qualche colpo sul fondo, devo stare attenta a non svegliare Syria e victoria. Diventano irascibili se qualcuno disturba il loro amabile sonno.
Controllo per l'ennesima volta che le batterie sono inserite correttamente ma niente, lo sapevo io che ne andava presa una nuova l'ultima volta che siamo uscite a fare compere ma mai una volta che qualcuno mi ascolti. 
L'appoggio delicatamente sul comodino e mi rifugio sotto le coperte calde.

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