Self Esteem

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Main chatacter: Takeshi Sawada

NOTA D'AUTORE: E' una storia parecchio triste. Mi è venuta così, senza una ragione precisa ... Non ce l'ho con Takeshi, tutt'alto: lo adoro. Chiedo scusa in anticipo: so già che vi metterò di cattivo umore.

When she's saying that she wants only me

Then I wonder why she sleeps with my friends

When she's saying that I'm like a disease

Then I wonder how much more I can stand

Well I guess I should stick up for myself

But I really think it's better this way

The more you suffer

The more it shows you really care

(The Offsprings, Self Esteem -1994)

Buio, musica a tutto volume e luci stroboscopiche.

Quanto detestava le discoteche!

Toppa gente, troppo rumore ... più che divertirlo l'ambiente gli metteva malinconia. Un sacco di gente che ballava, strusciandosi senza nemmeno conoscersi. Corpi sudati che si sfioravano, ragazze ammiccanti e semi-nude che ti guardavano dall'alto dei cubi: belle e inarrivabili.

Specchietti per le allodole: niente dipiù.

Facevano di tutto per farsi notare, per attirare l'attenzione di qualsiasi maschio nel raggio di duecento metri. Ma se solo, per sbaglio, ti azzardavi a rivolgere loro la parola, nella migliore delle ipotesi ti snobbavano.

Almeno che tu non fossi straordinariamente ricco, straordinariamente famoso e straordinariamente bello.

A Kojiro Hyuga, a 18 anni, mancavano all'appello due delle tre caratteristiche fondamentali per portarsi a letto una cubista. Le prime due, per essere puntigliosi.

Essendone perfettamente consapevole, raggiunse gli amici al bancone del bar ignorando le provocazioni delle ragazze in questione.

Sorimachi e Wakashimazu sorseggiavano stancamente il loro cocktail con dipinta sul viso un'espressione, se possibile, ancora più annoiata della sua.

-Dove è Sawada?- chiese Kojiro.

-Eh?- domandò Ken che a causa della musica alta non aveva capito nulla.

-DOVE È SAWADA?- ripeté il Capitano urlando nell'orecchio dell'amico.

Il portiere fece cenno con il pollice verso l'altro, ad indicare che Takeshi si trovava al piano di sopra.

-Con chi?- fu la domanda di Hyuga.

-Cosa?- disse Wakashimazu.

Niente: non riuscivano a comunicare.

Sorimachi, assistendo alla scena pietosa, li prese per gli avambracci e li condusse nell'altra sala dove la musica giungeva decisamente più ovattata.

-Finalmente! Almeno magari riusciamo ad intavolare una discussione senza usare il linguaggio dei segni.- ironizzò il portiere. Quindi, rivolgendosi al Capitano: - Cosa mi hai chiesto?-

-Volevo sapere con chi è Sawada.- ripetè Hyuga.

Il viso di Ken si rabbuiò. Sorimachi aggrottò le sopracciglia pensieroso.

-È con LEI?- chiese Kojiro con fare disgustato.

I due amici annuirono.

-Quella brutta troia!- sbottò irato la Tigre.

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