Incubi

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Anna era a casa Blythe per stare con il suo ricciolo dato che erano finalmente tornati entrambi per le vacanze.
La ragazza leggeva mentre Gilbert faceva del suo meglio per distrarla, baciandole il collo con le sue labbra soffici.
Non avrebbe resistito ancora a lungo.
"Gil..." sussurrò piano.
Il ragazzo sorrise sul collo di Anna. Era riuscito nel suo intento.
Anna chiuse il libro con uno scatto e gli lanciò un occhiata di fuoco.
"Non riesco a concentrarmi così" si lamentò.
Gilbert le stampò un bacio sulle labbra e si alzò dal letto.
Guardò fuori dalla finestra.
"Non credo che tu possa tornare a casa Anna"
"E perché mai?"
"Sta diluviando"
La ragazza si alzò dal divano e lo raggiunse.
"E adesso come faccio? Io devo tornare a casa!"
Chissà cosa avrebbe pensato Marilla non vedendola tornare indietro. Le sarebbe venuto un colpo
"No se ne parla. Non uscirai con questo tempaccio, sei per caso impazzita? Ti ammaleresti di sicuro".
Il suo tono non ammetteva repliche.
Gilbert nel profondo era contento per la pioggia, così Anna sarebbe rimasta a casa con lui.
"Anche Bash non potrà tornare a casa Gil, siamo completamente isolati!"
"Non ti farò uscire ok? Rassegnati". Il ricciolo aprì le braccia e la ragazza si rifugiò tra esse.
Profumava  di fresco, di menta e di estate.
Gilbert le baciò la fronte.
"Ti preparo la camera di Bash, sono sicuro che a lui non dispiacerà".
Anna lo guardò negli occhi.
"Grazie" sussurrò.
Gilbert le sorrise e ruppe il contatto visivo.

Erano le tre di notte quando Gilbert si svegliò.
Sentiva qualcuno urlare dalla stanza di Bash. Poi si ricordò che l'unica persona presente nella casa oltre a lui era Anna e un'ombra gli oscurò il cuore.
Cosa stava succedendo alla sua ragazza?
Uscì dalla stanza e si avvicinò piano alla porta di quella accanto.
"N-no...t-ti p-prego...c-cosí li s-spaventi!"
Il ragazzo non capiva di cosa stesse parlando e poi la rossa urlò.
Un urlo agghiacciante e pieno di dolore.
Gilbert si precipitò accanto ad Anna e la strinse tra le braccia, ma questa balzò in piedi, ormai sveglia.
Nei suoi occhi si leggeva un evidente terrore.
Poi riconobbe il ricciolo e scoppiò in un pianto disperato.
"S-scusami" sussurrò tra i singhiozzi.
"Non credevo fossi tu e mi sono spaventata" stava cercando di ripendersi.
"Anna cosa è successo?"
Gilbert non sapeva se porre quella domanda fosse una buona idea. Conosceva la ragazza e solitamente se si accennava al suo passato prima di Greengables lei cambiava subito il discorso.
Perché il ricciolo ne era sicuro.
Anna non stava sognando, stava ricordando.
E questo lo devastava.
Il fatto di non poter fare nulla per cambiare il suo passato.
Il fatto che avesse vissuto in quello schifo che nessuno degli abitanti di Avolnea avrebbe mai potuto immaginare. Nemmeno lui. Nemmeno Gilbert.
Voleva davvero che Anna gliene parlasse cosicché potessero sopportare quel dolore insieme.
Lei e lui.
Ancora una volta la ragazza dai capelli rossi lo sorprese.
"Erano ricordi...di quando stavo con una delle famiglie adottive.
C'era un uomo...lui è morto mentre mi picchiava".
Gilbert strinse i pugni.
"Un attacco di cuore"
"Anna tu non hai idea di cosa farei se quell'uomo se fosse ancora vivo" la ragazza alzò lo sguardo che fino a quel momento era puntato sulle sue mani sudate e tremanti.
Era davvero furioso e questo la spaventava. Gilbert non le avrebbe mai fatto del male giusto?
Il ragazzo si accorse che qualcosa non andava e mosse una mano verso di lei, ma Anna si scostò bruscamente.
"Anna hai paura? Di me?"chiese con voce strozzata. Non sopportava l'idea di sembrare una minaccia per la ragazza che amava.
"S-scusa è c-che il tuo s-sguardo e poi t-tutto il r-resto..."
"Vieni qui" Gilbert aprì le braccia per accoglierla "tu non devi mai avere paura di me, capito? Tu ora sei al sicuro"
"Lo so" rispose Anna prima di addormentarsi a contatto con il corpo caldo e familiare del ragazzo.

Quando Tornerai - ShirbertDove le storie prendono vita. Scoprilo ora