Stop

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Basta, il ragazzo non c'è la faceva più, era inutile ormai vivere di pazienza per lui.
L'unica sua salvezza era la "sorellastra", Max; che inaspettatamente l'aveva sostituito. Se ci era rimasto male? No, peggio. I loro genitori continuavano a frequentarsi ma della chioma rossa non se ne vedeva l'ombra.
Perché non sopportava più niente? Semplice, la madre da quando stava col padre della ragazza, che spesso commetteva errori, dava sempre la colpa ad Alex.
Anche se lui in quel momento non si trovava neanche in quel luogo, proprio nel momento in cui era accaduto ciò.
Cosa cavolo poteva aver fatto di male il corvino? Secondo lui esistere.
Quella stessa sera in cui lui aveva serrato i pugni per l'ennesima maledetta volta, nella sua stanza, gli avevano dato la colpa per un piatto di plastica rovesciato al contrario nell'immondizia, quando lui aveva ancora esso in mano. Com'era possibile una cosa del genere? Il suo pensiero in quel momento era: Fatemi capire, se io sto fermo sul divano, mi dicono che non servo a niente, se mi alzo per aiutarli mi gridano contro perché non sono bravo a fare un cazzo. Cosa minchia dovrei fare, ammazzare me o loro?!
Si era veramente stancato di tutto e tutti, sapeva che il giorno dopo sarebbe tornato tutto normale, perché poi il bipolare era lui no? Quello apatico era Alex giusto?
Lui, ormai si era lasciato andare, con le lacrime agli occhi, fra le braccia di Morfeo; stufo di ogni cosa, persino di se stesso (o almeno lo credeva).
La mattina seguente si alzò presto, stranamente, forse perché non voleva che quella voce stridula, ovvero quella della madre, proveniente dal piano inferiore, lo svegliasse.
Fatto sta che si alzò dal letto, e anche di fretta, voleva sparire da quel posto prima del previsto, anche se per poco;
Prese una felpa gialla della supreme insieme a dei pantaloni della Kappa, da sotto la felpa una semplice maglia a maniche corte e bianca, di cui si intravedeva l'orlo al di fuori del primo indumento. Infilò le nike bianche col logo colorato di rosso e prese lo zaino nero di Prada.
Tutti questi soldi come li aveva? Vi starete chiedendo. Lavorava per alcune aziende ormai conosciute abbastanza per dare al ragazzo una buona paga.
I ricci li lasciò scompigliati come al solito e aprì la porta della propria stanza prima di scendere le scale di fretta ma comunque silenziosamente.
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Arrivato a scuola si guardò attorno notando il solito gruppo, ormai si era separato anche da loro, secondo lui lo avevano solamente usato.
Entrò nell'edificio mentre sentiva gli sguardi puntati addosso, si accorgeva di  essere osservato quando sentiva le gambe tremolanti e avvertiva quella sensazione di insicurezza arrivare.
Si avviò verso la propria classe, lentamente, dove ad attenderlo c'era educazione sessuale. Sarebbe stato molto più bravo lui a spiegarla, invece di quel professore sulla cinquantina che sembrava un rospo vivente.
Arrivato dinanzi l'aula, aprì la porta e varcò la soglia con lo sguardo basso, si voltò per chiudere la porta, ma quando si girò dalla parte opposta rimase quasi paralizzato alla vista di quella persona che lo fece sbiancare più del solito.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 17, 2020 ⏰

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