Cap. 13

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Valtor se ne stava steso sul suo letto a guardare il soffitto.
La stanza era, come al solito, al buio.
Non aveva tolto neanche gli stivali o si era cambiato, anche se gli sarebbero bastati 2 secondi e uno schicco di dita per indossare il pigiama.
Rimaneva soltanto li fermo, con le mani dietro la testa.
Non sapeva da quanto tempo fosse li, ne tanto meno gli importava. Aveva solo supposto che fosse piena notte, dato che era rientrato a sera inoltrata e dai piccoli spiragli delle persiane non filtrava la minima ombra di una luce.

Dopo la chiamata degli specialisti, le ragazze lo avevano trascinato in un pub della città e li avevano trascorso il resto della serata.
Passato l'iniziale fastidio per la vivacità delle sue accompagnatrici, aveva apprezzato la luce soffusa e l'ambiente rustico del posto, insieme alla poca confusione nel locale, tipica dei giorni settimanali.

Bloom, seduta al suo fianco, aveva fatto l'impossibile per coinvolgerlo nelle varie discussioni, con scarsi risultati ovviamente.
Eppure i sorrisi che gli rivolgeva, in qualche modo, lo incollavano alla sedia, lasciando sfumare l'istinto di alzarsi e volare via.
Forse quei sorrisi o forse per quella strana aura di agitazione che le sentiva intorno.

Patto di Potere o no, la fata non era serena e, lui, questo poteva sentirlo chiaramente, come se fosse sulla sua pelle.

Che questa sua inerzia fosse dovuta proprio all'influenza dello stato d'animo della ragazza?
Scosse la testa scacciando il pensiero e si impose di alzarsi.
Piantò quasi violentemente i piedi per terra e dopo un attimo di stasi, andò diretto verso la porta, l'aprì e si inoltrò nei corridoi.

La biblioteca di Alfea era forse una delle cose che più aveva desiderato di avere.
Innumerabili libri di magia e stregoneria contenenti un infinito sapere, capaci da rendere chiunque invulnerabile.
Posò lo sguardo su uno scaffale, riconoscendo titoli e volumi. Passò le dita sugli antichi tomi, pesanti ed usurati dal tempo.
Ciò che tutti avevano sempre tentato di negargli, adesso era sotto le sue mani, a sua completa disposizione.

Barbatea, la bibliotecaria, era crollata addormentata sulla sua scrivania poco dopo il suo ingresso.
Lo aveva solo guardato incuriosita, come si guarda una persona alle 3 della notte che, invece di dormire, va alla ricerca di libri.

Ovviamente.

Riguardò i volumi.
Magari la prossima volta.

Cambiò quindi reparto.
Entrò nella sala dedicata ai libri su Magix, sui vari corpi celesti componenti la Dimensione Magica, le usanze e la conoscenza degli stessi.
La sala si sviluppava in altezza ed ogni scaffale era dedicato ad un pianeta. Il tutto facilmente identificabile.
Si staccò dal suolo, iniziando ad ispezionarli.

I libri di Solaria sembravano illuminati di luce propria. Spire dorate decoravano lo scaffale di legno e si univano in cima nell'intento di ricreare un'unica semisfera rappresentante il Sole. Il tutto circordato da raggi curvilinei e spirali.

Andros era inondato di azzurro con sfumature viola e verdi. Quella che sembrava una pianta marina, sporgeva direttamente dal muro e ondeggiava lentamente, come fosse immersa e mossa dalle correnti marine. Assiemd a piccoli coralli rossi, separava i libri dedicati alla storia del pianeta e alle famiglie reali e quelli dedicati all'immensità degli oceani con tutti i suoi abitanti e flora. Andavano inoltre a creare piccoli spazi di cui non si vedeva il fondo, da dove spuntavano bolle d'acqua riflettenti i colori dell'arcobaleno.

Il volumi di Melody sembravamo ricreare strumenti musicali. Le copertine della prima fila costituivano chiaramente una tastiera, grazie all'alternanza del bianco e del nero. La seconda ritraeva il manico e la paletta di una chitarra elettrica. I vari titoli erano messi alle altezze più insolite nelle intestature dei libri ma, guardando attentamente, si poteva vedere come essi fungessero da note e rendessero le 5 corde dello strumento, un pentagramma completo di melodia.

I Tre Poteri || BloomxValtor ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora