Il mio nome è Steven, grazie alle confidenze di due miei carissimi amici mi permetto di raccontarvi la storia di una giovanissima coppia.
Ho venticinque anni e per nostra sfortuna io e mio fratello George siamo rimasti orfani quando io avevo soltanto diciannove anni e lui appena quindici. I nostri genitori sono stati travolti da un camion durante un viaggio di lavoro; essendo due professionisti molto affermati hanno lasciato me e mio fratello senza alcun problema economico, ma certo allora questo era l'ultimo dei nostri pensieri.
A quel tempo con i miei amici, tutti poco più che adolescenti, eravamo soliti ritrovarci in una vecchia conceria abbandonata che sorgeva nei pressi del fiume che attraversa la nostra città, e non sapendo dove altro passare le giornate, avevamo fatto di quel rudere una vera e propria seconda casa.
Lì passavamo la maggior parte del tempo in estate e inverno. Fu proprio lì che ritrovai mio fratello la sera in cui ci comunicarono la scomparsa dei nostri genitori, era bagnato fradicio di pioggia e quando mi vide arrivare mi corse incontro piangendo.
- non lasciarmi da solo Steven, sai che non ce la posso fare .... è sempre stato difficile e ora non so più che fare!
- Non preoccuparti, sono maggiorenne e non abbiamo problemi economici lo sai, starai con me e affronteremo la vita insieme.. stai tranquillo.
- Qui mi sento al sicuro molto più che a casa nostra.... Se potessimo vivere qui.
Già quel posto era un vero e proprio rifugio ed in più gli ambienti di casa erano troppo carichi di ricordi. Circa un mese più tardi mi comunicarono che l'assicurazione ci avrebbe risarcito la perdita dei nostri genitori e pensai di acquistare un nuovo appartamento per me e George, in fondo i nostri parenti non avevano mai approvato l'unione tra mio padre e mia madre e quindi noi avevamo soltanto noi stessi al mondo.
Quando venimmo in possesso del risarcimento io e George rimanemmo di sale era una cifra enorme, l'avvocato ci disse che la perdita calcolata non aveva dovuto soltanto soddisfare un danno morale ma erano stati calcolati i mancati introiti dovuti alla professionalità di entrambi i nostri genitori.
Seppur dopo qualche giorno di dubbi, decisi che avrei comprato la vecchia conceria per trasformarla nella casa della nostra nuova vita.
La proprietà era composta da un vecchio edificio in riva al fiume dal quale ricavai tre appartamenti al primo piano e un bar-trattoria al piano terra.
Si, avevo deciso che quel posto avrebbe dovuto continuare ad essere la seconda casa di tutti quelli che come me, mio fratello e miei amici cercavano un posto tutto loro.
Intorno alla vecchia conceria c'era un ampia area verde che trasformai in un parco attrezzato di tavoli e panchine ed aperto al pubblico in modo, da dare ad ogni gruppo di amici un proprio spazio.
Dopo due anni dall'apertura tutti gli adolescenti e gli universitari della città frequentavano quella che veniva chiamata "la spiaggia di Steven", o più semplicemente "la spiaggia".
Mio fratello George venne a vivere con me in uno degli appartamenti sopra "la spiaggia", ma scelse di continuare a studiare al collegio, e io non lo forzai a cambiare idea anche se per alcuni mesi all'anno dovevamo vivere separati.
George era stato sempre un bambino dolce e riservato, dai capelli castani e occhi azzurri come me, ma mentre io avevo i lineamenti maschili e duri di mio padre lui aveva lo sguardo dolce e i lineamenti aggraziati di mia madre.
I miei si accorsero presto che la sua delicatezza non era solo esteriore e pur non accettando del tutto la natura di mio fratello, dopo le prime manifestazioni, non palesi ma chiare agli occhi di due genitori attenti, ne parlarono con lui sin da piccolo facendolo sentire sempre amato e compreso.
Dal canto mio crescere con un fratello conscio di essere, seppur ancora bambino, diverso non era stato facile specialmente perché fino ai miei quattordici anni non capivo neanche che cosa significasse, poi però crescendo imparai a comprenderlo e ad apprezzare la sua capacità di nascondere il suo disagio e i suoi sentimenti.
Una volta rimasti da soli e raggiunta la pubertà, George scelse di vivere nascondendo al mondo la verità, e mi chiese di non forzarlo, avrebbe fatto una scelta il giorno in cui avesse incontrato qualcuno per cui valesse la pena rischiare.
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Una spiaggia per amare
RomanceIo .... Non .... Devo ... intromettermi. IO! - Calmati.... - NO!... non voglio calmarmi. Io lo amo da tre anni, io ho visto chiunque intromettersi, io sono rimasta sola e derisa. Ora basta Lucas non ce la faccio più!.