3 - Non ti conviene metterti contro di me

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Abby

Ieri sera, dopo la festa, Zayn, Harry e Liam sono riusciti a convincermi a non prendere a calci Niall fino a lasciarlo a terra agonizzante.

Mi costringo a non rivolgere occhiate al soggiorno praticamente devastato. Niall ripulirà tutto. Niall che, al momento, mentre me ne sto qui in cucina a fare colazione, è chiuso a chiave nella sua stanza. Per quanto mi riguarda, potrebbe rimanerci per il resto dei suoi giorni. Mi creerebbe meno problemi.

Mi volto verso il giardino.
Il lama è ancora qui. Trotterella indisturbato per il cortile.
Faccio per imprecare, ma mi trattengo quando il telefono alle mie spalle inizia a squillare.

«Sì?»

«Abby?»

«Chi è?»

«Sono Harry.»

Questo è chiaramente un segno. Posso chiedergli ciò che mi interessa sapere in questo preciso istante. «Harry, ciao!» , la mia voce si fa di colpo squillante. «Sai quando verranno a riprendersi il lama?»

Lo sento deglutire. «Volevo parlarti proprio di Betty. Mi sono affezionato a lei e l'ho comprata.»

Resto in silenzio, incredula.
Dopo una serata insieme si è affezionato a un lama. E lo ha comprato. «Non farò commenti a riguardo. Dunque, quando passerai qui da casa a riprenderla?»

Non risponde per quasi un minuto. Mi ritrovo a dire il suo nome più volte, temendo sia caduta la linea. «Può restare nel vostro giardino per qualche giorno? Abito in un condominio e non potrei tenerla in casa. Le troverò una sistemazione al più presto, te lo prometto» , si decide a dire.

No.
Non esiste. «Ho già un animale in casa, non me ne serve un secondo.»

«Ti prego, Abby» , piagnucola. «Farò qualsiasi cosa per te in cambio di questo favore.»

Qualsiasi? Anche aiutarmi a convincere Niall a lasciarmi la villetta? «Qualsiasi cosa? Sul serio.»

«Sì, promesso.»

Sorrido, soddisfatta. «D'accordo, Harry. Ma solo per qualche giorno.»

Esulta e mi ringrazia. «Sei fantastica, sul serio.»

Ci salutiamo e chiudo la chiamata.

Mi volto, pronta a tornare dalla mia tazza di latte e cereali, e non riesco a non farmi scappare un grido.
Betty sta finendo la mia colazione.

«Fuori!» , le urlo.

Il lama, indisturbato, non mi degna nemmeno di un'occhiata.

Una risata riecheggia nel soggiorno.
Ruoto il capo, furiosa.
Niall se ne sta fermo a braccia conserte a pochi passi da me ad osservare la scena. «Hai da fare stasera?» , mi chiede, lasciandomi spiazzata, prima che possa aprire bocca per insultarlo.
Vuole davvero portarmi fuori a cena per farsi perdonare?
Sarebbe carino da parte sua.
Potrei ripensare all'idea di avere un rapporto civile con lui.
«Ho invitato una ragazza qui e non ti voglio tra i piedi. E sì, non preoccuparti, vado subito a pulire.»

Resto in silenzio per un attimo a metabolizzare l'affermazione.
Non ho ricevuto delle scuse e sta peggiorando la sua posizione. «Sì» , rispondo, infastidita. «Uscirò con un'amica» , mento.

Sorride, sollevato. «Beh, perfetto.»

«Perfetto» , ripeto, forzando un sorriso.

Quando mi dà le spalle, lo fulmino con lo sguardo.

Ti farò scappare da questa casa, Niall.
Diventerò il tuo incubo.
Ti pentirai di esserti messo contro la persona sbagliata.

•••

Bussano alla porta.
Guardo l'orario sul display del telefono. Sono le sette di sera.

Niall scende in fretta e furia le scale. Si ferma a pochi passi dall'ingresso e mi rivolge un'occhiata, allarmato. «Perché sei ancora qui?»

Sorrido, allegra. Si è fatto improvvisamente pallido. «Mi sento un po' stanca. Credo che continuerò a starmene qui sdraiata sul divano per il resto della serata.»

Il campanello suona prima che possa urlarmi contro. Prende un respiro profondo e apre.
Strizzo gli occhi per mettere bene a fuoco la ragazza dai lunghi e lisci capelli neri che si è sporta in avanti per abbracciare Niall.

«Ciao, Sophie.»

Il biondo la invita a entrare e io, subito, scatto in piedi. «Ciao!» , grido, facendola spaventare. «Sono Abby, la coinquilina di Niall.» Mi avvicino a stringerle la mano. Lei, visibilmente confusa, mi squadra da capo a piedi. «E vi lascio al vostro appuntamento. Divertitevi!»

La ragazza, sempre più spiazzata, si limita ad annuire e a guardarmi correre al piano superiore.

A passo felpato, raggiungo la stanza del biondo e mi ci fiondo dentro.
Apro le ante dell'armadio, prendo i pochi vestiti del mio coinquilino e mi affretto ad andare a nasconderli in camera mia.
Successivamente, riscendo in cucina a disturbare la coppia.
Sophie forza un sorriso quando mi siedo accanto a lei.

«Ti serve qualcosa?» Niall si finge cordiale.

«Un bicchiere di vino.» Gli rubo il suo calice e lo invito a riempirmelo. Mentre versa il liquido rosso, mi lascio scivolare il bicchiere dalle mani.
Subito, si forma una macchia sulla camicia bianca del biondo. «Oh, no, scusami!» , mi fingo mortificata.

Si morde con forza il labbro inferiore. «Non preoccuparti, sul serio. Vado un attimo a cambiarmi.»

Quando esce dalla cucina, mi volto verso Sophie. «Puoi dargli queste appena torna?» Le passo una scatoletta di metallo con dentro delle caramelle alla menta. «Sono le sue medicine.»

«Medicine?» , mi chiede, confusa.

Rivolgo un'occhiata al soggiorno e poi mi avvicino a lei con la sedia. «Non ti ha parlato del suo problema?» , le domando, abbassando notevolmente il tono della voce.
Scuote la testa.
Sospiro. «Lo aiutano a mantenere la calma. Ha problemi a gestire la rabbia. Ma non ha mai fatto del male a nessuno, eh. Non ancora, almeno.»

Deglutisce e, a disagio, si volta a guardare il cortile. «Quello è un lama?»

«Sì, è Betty. L'ha comprata Niall» , mento. «Fa spesso cose insolite. E, vediamo, che altro potrei dirti di lui? Ah, sì, giusto! Non si assume quasi mai le sue responsabilità. L'altro giorno ha perso una maglietta e ha iniziato a dire che il lama gliel'aveva mangiata» , continuo a riempirle la testa di sciocchezze. «Ma spero che tutto questo non ti faccia venire voglia di lasciarlo perdere. Resta comunque un bravissimo ragazzo. Nel tempo libero dà da mangiare ai gatti che si aggirano nei dintorni. Dovresti vederlo, è buffo quando li insegue e li supplica di fermarsi ad assaggiare qualcosa.»

«Che fine hanno fatto tutti i miei vestiti?» Niall, sbraitando, entra improvvisamente in cucina a torso nudo.

«Nel tuo armadio» , gli rispondo con naturalezza.

«Non c'è niente lì dentro! Dove li hai nascosti?»

«Basta! Non aggredirla! Perché non ti assumi le tue responsabilità?» , si intromette Sophie nel discorso. «Non potrà mai funzionare tra noi due. Io sono una persona matura e non scarico le colpe sugli altri. E non mi piacciono i ragazzi che alzano il tono della voce. E poi, fai cose strane.» Si alza, si mette la borsa in spalla e, dopo avermi salutata, corre verso la porta. Esce e se la sbatte alle spalle.

«Che cosa le è preso?» , mi domanda il biondo, visibilmente confuso.

«Credo abbia un po' paura del tuo problema di gestione della rabbia.»

«Quale problema?» Ci mette qualche secondo a realizzare che ho riempito quella povera ragazza di bugie. «Abby» , ringhia.

«I tuoi vestiti sono in camera mia. Corri a infilarti una maglietta, per cortesia. E credo che tu abbia capito che non ti conviene metterti contro di me. Non provare mai più ad organizzare una festa qui in casa, va bene?»

Si pietrifica sul posto.
Lo sorpasso e sorridendo, soddisfatta, esco dalla cucina.

Una casa per due [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora