Nel precedente capitolo:
"<< Un attimo, tu sai dov'è la bambina? >> chiese incredulo John.
<< Certo che lo so, ora tocca a voi >>
Si mise davanti ai due, guardandoli dritti negli occhi prima di uno poi dell'altro.
<< Osservando la camera di Emily... ditemi dove si è nascosta e perché >>""Osservando la camera di Emily... ditemi dove si è nascosta e perché."
Come poteva sapere dove si era nascosta solo osservando la cameretta?
Per un momento, sia John che April pensarono che Sherlock fosse completamente impazzito.
Era difficile capirlo guardando soltanto la camera, c'era bisogno di più indizi.
Il consulente, però, ne sembrava molto convinto, quindi i due furono costretti a seguirlo.
April fu la prima a guardarsi intorno, cercando qualsiasi dettaglio che la portasse ad un indizio utile.
Ignorando qualsiasi rumore intorno a sé, cominciò a organizzare tutte le informazioni che aveva raccolto fino a quel momento.
Si era capito che la piccola Emily era una persona introversa, predisposta a rimanere chiusa in casa piuttosto che uscire con gli amici.
Le piace leggere, talmente tanto da consumare le pagine dei libri.
Con fare distratto ne sfiorò uno, prendendolo e aprendo una pagina a caso.
Sherlock aveva detto che Emily passava gran parte delle sue giornate in camera.
Non usciva mai?
Ripose il libro per prenderne un altro, controllando le pagine con attenzione, fino a quando non successe qualcosa.
Al suo sesto libro, non appena lo aprì un piccolo foglio cadde a terra.
April si affrettò a rimetterlo al suo posto, facendo comunque cadere l'occhio sul foglio.
Si fermò più a lungo quando capì cosa c'era scritto: indicava una data e il nome di una biblioteca.
Il libro non era stato comprato, ma preso in prestito.
April controllò se altri libri avevano lo stesso foglio, e scoprì che la maggior parte di loro provenivano dalla stessa biblioteca.
Non era sicura se fosse un indizio utile, ma decise di tenerlo a mente nel caso tornasse utile in futuro.
Tornò a guardarsi intorno e, lanciando un'occhiata alla scrivania, notò una cornice con una foto.
Gli diede un'occhiata e vide una donna in compagnia di una bambina, entrambe sorridenti.
Gli scappò un sorriso quando capì chi erano: si somigliavano, quindi una era Emily e l'altra era la madre.
<< Quella signora era Bethany Lewis, la moglie del signore Adam e madre di Emily >> le disse John vedendo anche lui la foto.
<< Era? >> chiese April, ricambiando lo sguardo dell'uomo.
<< Morta un paio di mesi fa. Un suicidio a quanto pare, vi erano tracce di veleno nel suo corpo >>
Dopo l'esperienza di Andrew, non si fidava molto dei cosiddetti "suicidi".
Forse stava diventando paranoica, ma non credeva nemmeno per un secondo che fosse un suicidio, così inarcò un sopracciglio con scetticismo.
<< Suicidio...? >> mormorò lanciando un'altra occhiata alla foto.
<< Non mi sembra molto da suicidio... >>
<< Non sempre le persone lo mostrano, April. Alcuni riescono a nasconderlo meglio rispetto ad altri >>
April annuì, anche se poco convinta, tornando con la sua ricerca.
Dopo quasi mezz'ora, con un Sherlock che cominciava a essere impaziente, John interruppe nuovamente il silenzio.
<< Forse è nascosta nella biblioteca qui indicata >> disse indicando i tanti libri.
<< Quasi tutti sono stati presi in prestito e vengono tutti dalla stessa biblioteca. Se esce poco di casa, se non per andare a scuola e in biblioteca, quest'ultima potrebbe essere il luogo adatto dove nascondersi >> spiegò con convinzione, guardando poi Sherlock in cerca di conferma.
Il consulente rimase impassibile alla spiegazione.
<< Perché? >>
A quella domanda il dottore rimase in silenzio.
<< Come fai a dire che quella biblioteca è il nascondiglio di Emily? >> insistette Sherlock, girando intorno a John osservandolo con attenzione.
<< Sherlock >> iniziò lui con aria stanca << Se la bambina è davvero lì, non dovremo perdere tempo a chiederci il perché >>
A questo punto Sherlock passò ad April, ignorando completamente il dottore.
<< Tu sei convinta come lui? >>
April annuì piano.
<< Perché? >>
April rimase in silenzio, pensierosa.
<< Non so come spiegarlo, ma se la bambina volesse bene al padre, nella foto ci sarebbe anche lui. Passa gran parte della giornata in camera, quindi molto poco con il padre >>
<< Perché sei convinta che passa poco tempo con il padre? >>
<< Se sapeva che la figlia era scappata di casa, saprebbe anche dove trovarla >>
<< Molto bene >> cominciò il detective, osservandola con attenzione << Continua >>
April tornò al silenzio, ragionando su qualcosa.
Rimase così per molti secondi prima di riprendere a parlare.
<< La piccola potrebbe essere molto introversa, le piace leggere tanti libri, e pur di stare poco con il padre... userebbe la biblioteca per stargli lontano >>
<< E... >> fece Sherlock, tornando a girare all'interno della cameretta.
<< ... ed è il suo nascondiglio >> disse April, osservando il moro con aria determinata.
<< In conclusione, come fai a dire che è quello il posto? >> calzò le parole, volendo sentire determinate parole.
Ormai lo conosceva bene: quando batteva sullo stesso argomento, significava che Sherlock si aspettava qualcosa o una risposta specifica da lei.
April fece un piccolo ghigno, incrociando le braccia.
<< Tutti i bambini hanno un nascondiglio segreto. Anche i bambini con una famiglia felice. È il puro gusto di sentirsi grandi, lo facevo anch'io con i miei genitori. La biblioteca è, e lo confermo con decisione, il nascondiglio segreto che usa per stare lontano dal padre. Le basta dire che usciva senza specificare dove, e il gioco è fatto! >>
Sherlock si fermò per dare il suo pensiero, quando John si mise nel mezzo della conversazione.
<< E non le chiedeva di specifico dove? Gli bastava un semplice "io faccio un giro!"? Inoltre, è una bambina, non dovrebbe uscire per così tanto tempo senza la dovuta supervisione di un genitore >>
<< Questo già spiega molte cose >> aggiunse tra sé e se Sherlock, aprendo la porta e uscendo dalla cameretta, prendendo il corridoio con passi decisi.
Adam, sentendoli arrivare, uscì dalla cucina con passo affrettato, affiancandosi immediatamente al consulente investigativo.
<< Avete qualche idea di dove si trovi Emily? Avete scoperto la ragione? >>
<< Sì >> rispose il moro, fermandosi proprio all'uscio della porta d'ingresso, aprendola per i suoi colleghi e facendoli uscire con un cenno della mano.
Una volta usciti, si girò verso il padre di famiglia e, con aria innocente e con un tono del tutto tranquillo, riprese a parlare con una semplice risposta.
<< Per la seconda, tu. Arrivederci >> detto ciò, uscì dalla casa chiudendosi la porta alle spalle.
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Carpe Diem ~ Cogli l'attimo (A Sherlock story)
Fanfiction(In revisione... 05/05/22) Ogni favola ha bisogno di un eroe, ma anche di un cattivo. Lo diceva Moriarty, no? Poi si mette un aiutante per l'eroe. Un altro per il cattivo. E noi metteremo anche un altro particolare: un eroina.