April non era solita lasciarsi trasportare dalla paura incontrollata.
Lei analizzava tutto con calma prima di prendere decisioni che potevano cambiarle la vita in meglio o in peggio.
Era anche vero, però, che la pacatezza doveva avere limiti.Il salotto scese nel silenzio.
Sherlock Holmes, un uomo dai capelli mori e occhi color ghiaccio, se ne stava seduto sul divanetto.
I polpastrelli delle dita di entrambe le mani si incontravano mentre i palmi rimanevano staccati tra loro.
Per la donna quella posizione era strana, ma le stava facendo capire che era immerso nei pensieri profondi dato il suo sguardo fisso su un punto vuoto.
Nell'altro divanetto vi era l'assistente: John Watson.
Nell'attimo di lucidità, April sfruttò il silenzio generale per studiare i due uomini.
I capelli castano chiaro del signor Watson erano piuttosto disordinati, come se non avesse avuto il tempo di sistemarli (oppure era lei che aveva fatto una visita a sorpresa non lasciandogli il tempo di curare se stesso). Gli occhi del medesimo colore erano un po' lucidi, forse si era svegliato da poco e aveva ancora i postumi del sonno. Comunque le sue mani, che in quel momento erano concentrate su un taccuino per scrivere appunti, erano ben ferme come se l'uomo fosse abituato ad agire immediatamente anche se ostacolato dal sonno.
D'altro canto il signor Holmes sembrava stare parecchio bene, tirato di tutto punto e ben pettinato.
Era come se stesse aspettando l'arrivo della donna da un po' di tempo.
Quando il silenzio diventò minuti, April aprì bocca per dire quando, ma Sherlock si alzò quasi subito dopo per raggiungere un teschio appoggiato sopra il camino.
Da quando quel teschio era lì?
Dopo averlo preso lo contemplò per qualche secondo prima di girarsi verso la giovane donna esprimendo un secco e apatico << Noioso >>
April spalancò la bocca con sorpresa.
L'uomo aveva un'aria così seria che pensava avrebbe preso il caso.
Già, pensava...
<< P-Perché signor Holmes? È vero che ho pochi soldi da darle, però ho davvero bisogno del suo aiuto! >> balbettò lei.
<< Ancora più noioso >> disse Sherlock, posando il teschio e guardando la donna.
<< Noioso...? >> mormorò a se stessa April, alzandosi dalla sedia per guardarlo << Ma io- >>
<< April Wright, donna di 27 anni. Madre inglese e padre americano. Si è trasferita qui a Londra due anni fa per farsi una nuova vita, ma la sua è soltanto il desiderio di un'adulta che vuole semplicemente allontanarsi dalla vita americana. Infondo non si è portata dietro nessuno ricordo dei suoi genitori, quindi non devono essere morti o divorziati. Lavora nel bar affianco al mio appartamento. Ragazza allegra a giudicare dal suo modo di vestirsi e dalla scelta dei colori. È una grande lavoratrice, ma non troppo da considerarsi stakanovista. È anche pigra. Mai stata fidanzata, nessun segno di anello sul dito. Si trova bene qui a Londra? >> commentò il detective girandole attorno, annusandola, avvicinandosi e osservandola.
Si fermò davanti a lei per poi sorriderle quando le comunicò l'ultima parte della sua analisi.
April boccheggiò con stupore, mordendosi le labbra come pensierosa prima di parlare.
<< Come... cosa? >>
<< Mi dispiace signorina, lo fa sempre. È normale per lui >> disse John con un pesante sospiro, lanciando un'occhiata al moro.
<< Comunque non mi interessa, lei è una persona noiosa >> continuò Sherlock, spingendola delicatamente fuori dall'appartamento.
La giovane oppose una lieve resistenza.
<< Signor Holmes, sono seria! Io- >>
<< Anch'io sono serio >>
Intanto da dietro John continuava a chiamare l'amico con un tono di rimprovero.
<< Signor Holmes! >> la donna piantò i piedi a terra, voltandosi per guardarlo con aria seria << Non sono qui per prenderla in giro. Ho rischiato la mia vita più di una volta, voglio sapere com'è morto il signor Andry e se quegli incidenti sono collegati a lui! >>
Sherlock la guardò ma non parlò.
April, ormai presa da sentimenti di paura e terrore, vomitò tutto lo stress che aveva accumulato in tutti quei due anni, descrivendo velocemente tutto quello che era successo quando Sherlock brontolò qualcosa.
<< Scusi? >> respirò lei, inclinando la testa di lato con confusione.
<< Ho detto che sono interessato >> disse lui, facendole scendere le scale e spingendola completamente fuori dall'appartamento << Ci vediamo domani mattina per i dettagli, buona giornata >> con ciò chiuse la porta.
April fissò la porta, aprendo e chiudendo la bocca più volte.
<< Che... che è successo? >>Spazio autrice:
Bene... questo è il primo capitolo, come vi sembra?
Spero bello~
Sono stata veloce a scrivere il primo capitolo perché l'avevo già scritto in un quaderno, però adesso l'aggiornamento dovrebbe essere più lento.
Chiedo scusa per gli errori grammaticali o di scrittura.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
See ya~
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Carpe Diem ~ Cogli l'attimo (A Sherlock story)
Fanfic(In revisione... 05/05/22) Ogni favola ha bisogno di un eroe, ma anche di un cattivo. Lo diceva Moriarty, no? Poi si mette un aiutante per l'eroe. Un altro per il cattivo. E noi metteremo anche un altro particolare: un eroina.