3- "Incidenti" (Parte 2)

140 13 9
                                    

Nel precedente capitolo:
"Le persone si accalcarono sulla giovane adulta, chiedendole domande che lei non riusciva a sentire, troppo scioccata.
Ma nonostante la situazione, fu consapevole di una cosa: era scampata alla morte."

April finì di prepararsi, prese la borsa e poi uscì di casa.
Era sera e la giovane adulta doveva andare a cenare insieme a un'amica conosciuta nel parco vicino casa.
La sua amica, Ambra Lancaster, lavora come libraria e, nonostante il suo frizzante carattere, le due legarono immediatamente.
Il loro incontro era stato del tutto casuale e divertente: Ambra era in cima a un albero per recuperare il pallone di due bambini, solo che nel ridarla scivolò dal ramo. Preoccupata, April si gettò per prenderla al volo, con il risultato di finire a terra una sopra l'altra.
April sorrise al ricordo, avvicinandosi sempre di più al fast food scelto dall'amica.
Entrò dentro cercando con lo sguardo una ragazza bionda, trovandola nel tavolo infondo al ristorante, vicina alla finestra.
Quello era il loro posto preferito da quando ci misero piede per la prima volta. Potevano osservare il via vai delle persone nel marciapiede senza dare nell'occhio, giudicandoli o spettegolando occasionalmente.
Ambra la vide da lontano e si sbracciò per salutarla, sorridendole in maniera allegra.
April capì tutto e attaccò una piccola risata non appena si sedette.
<< Spara >>
Ambra cominciò a raccontarle tutto quello che aveva fatto nel suo fantomatico appuntamento con un ragazzo conosciuto sul posto di lavoro, mentre April ordinava sia per sé che per l'amica, dato che ormai conosceva i suoi gusti.
La loro conversazione, e cena, durò un paio di ore, poi pagarono e decisero di fare una piccola passeggiata.
Mentre Ambra si perdeva nel parlare del suo ragazzo, April avvertì la strana sensazione di essere seguita così si girò per controllare.
Nessuno.
<< April? Qualcosa non va? >> chiese Ambra, fermandosi per guardarla con curiosità.
<< Uhm, nulla... cosa stavi dicendo di lui? >>
La libraia tornò a parlare fino a quando non si separarono per andare a casa.
La giovane adulta avvertì nuovamente la sensazione di essere seguita, così accellerò dopo qualche attimo di esitazione.
La sensazione diventò più forte, i passi più vicini e il senso di pericolo più alto.
April si morse il labbro in chiaro segno di ansia, facendo scivolare una mano sulla tasca per afferrare il cellulare.
Doveva chiamare la polizia... e velocemente prima che la situazione degenerasse.
Ma qualcosa accadde.
April venne afferrata da dietro e trascinata in un vicolo con la forza.
La giovane si divincolò per cercare di liberarsi, ma quando aprì bocca per urlare aiuto il suo rapitore gliela tappò velocemente.
Le braccia erano piuttosto muscolosi, era più alto di lei e la forza che stava impegnando nelle braccia poteva provenire solo da un uomo.
April cominciò a tremare spaventata, sperando con tutta se stessa in un miracolo. Era solo una donna, non poteva contrastare un uomo più forte di lei.
"Reagisci April, reagisci!"
I pensieri di lei vennero interrotti quando un braccio dell'uomo la lasciò per afferrare qualcosa nella tasca.
Buttando un'occhiata, April spalancò gli occhi quando lo vide tirare fuori un fazzoletto bianco.
Era certa che quello era cloroformio.
Non era stupida, sapeva che veniva utilizzato spesso dai rapitori per fare addormentare la vittima di turno.
Si agitò ancora di più, mugugnando versi confusi come se essi potessero aiutarla a farsi sentire da qualcuno.
Riuscì a liberare la bocca con un paio di spinte, agendo poi velocemente seguendo il suo istinto di sopravvivenza.
Gli prese la mano che teneva il cloroformio e la morse con tutta la forza.
La reazione del rapitore non tardò: mugugnando, lasciò la presa.
Ora che era libera, decise di utilizzare la sua arma segreta. Dopo essersi girata verso di lui, gli diede un potente calcio in mezzo alle gambe.
Mentre l'uomo si accasciava a terra tutto dolorante, April uscì dal vicolo.
Respirando affannosamente e tremando prese il cellulare e compose il numero della polizia.
Proprio quando stava per avviare la chiamata, si accorse di qualcosa che le fece saltare un battito: il suo rapitore era fuggito.

April sobbalzò nel sentire dei passi dietro di lei e si voltò immediatamente.
Le si parò davanti un bambino che, a causa della reazione dell'adulta, la guardò con curiosità.
La bionda tirò un sospiro di sollievo, allontanandosi dal piccolo con passo svelto.
Era vero che era passato un mese da quel tentato rapimento, ma lei continuava a controllare quando qualcuno le camminava dietro per paura di trovarsi un nuovo rapitore.
Quell'esperienza l'aveva colpita molto. Nonostante le rassicurazioni di Scotland Yard, ancora non si sentiva tranquilla a camminare da sola per le strade.
April l'aveva raccontato pure alla sua amica Ambra, ma lei pensava fosse solo un incubo.
"A volte gli incubi possono sembrare reali, no?" esordì la libraia.
Il problema, a detta sua, non era tanto il quasi rapimento.
Ma quello che successe dopo.
Dopo quello, April affrontò altri "piccoli" incidenti.
Qualcosa puzzava di bruciato, e April avrebbe scoperto cosa non andava.
Quegli incidenti non erano normali, sembravano ben congegnati e organizzati tutti al punto giusto.
Ne era certa, molto sicura di quello che pensava: tutti quegli incidenti non erano casuali.
Aveva bisogno di chiamare qualcuno che potesse aiutarla a tirarla fuori da quel guaio.
Si ricordava che aveva letto un curioso blog gestito da un medico militare chiamato Watson.
Questo medico raccontava le avventure di un consulente investigativo che riusciva a dedurre molte cose con una sola occhiata.
Aveva risolti molti casi, anche quelli apparentemente impossibili.
April era decisa a chiedere aiuto a lui.
Sherlock Holmes.
Più sollevata e immaginandosi di essere già libera, aspettò che il semaforo diventasse verde prima di attraversare.
Ma a un certo punto April sentì il rumore di una sgommata e le urla di varie persone.
Una voce femminile le urlò di allontanarsi dalla strada, ma ormai era troppo tardi: prima che April potesse capire cosa stesse succedendo, sentì una potente spinta sbalzarla via per qualche metro prima di cadere, fortunatamente, da qualche parte nell'erba.
Una scarica di fitto dolore attraversò tutto il corpo della giovane donna facendole mancare il fiato e immobilizzandola per qualche secondo.
Ci furono altre urla, la vista di lei cominciò ad annebbiarsi, da lontano si sentirono i suoni delle sirene.
Poi il buio totale.

Angolo autrice:
finalmente abbiamo aggiornato!
Ci dispiace tanto per il ritardo, per il prossimo capitolo speriamo di scriverlo velocemente.
Abbiamo già in mente cosa scrivere, quindi in teoria (molto in teoria) dovrebbe essere veloce.
Ci vediamo nel prossimo capitolo.
See ya~

Carpe Diem ~ Cogli l'attimo (A Sherlock story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora