22.

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Un raggio di sole si posiziona proprio sul mio occhio destro e mi sveglia. Mi lamento un po' e provo a girarmi dall'altra parte, spostando gli occhi dalla luce del sole ma non ci riesco: mi accorgo che la testa di Wendy è appoggiata al mio petto e lei sta dormendo tranquillamente.
Le accarezzo i capelli dolcemente facendo attenzione a non svegliarla.
Guardo il cellulare: è l'una passata e avverto un forte senso di fame ma subito mi rendo conto che devo aspettare che Wendy si svegli per potermi alzare e andare in cucina a preparare qualcosa perciò aspetto e la guardo dormire com la faccia rilassata e la bocca a pochi centimetri dalla mia pelle.
La luce si fa sempre più forte nella stanza, sembra sia spuntando il sole che si era nascosto dietro qualche nuvola e un raggio di sole illumina completamente il volto di Wendy.
Non riesco a toglierle gli occhi di dosso da tanto che è bella. Una gamba è scoperta e lascia intravedere la pelle chiara della sua gamba destra. Perfettamente liscia e soda. Vengo subito assalito dalla voglia di toccargliela così sposto il braccio nella sua direzione e gliela accarezzo lentamente. Salgo su fino al fianco e mi soffermo per un attimo sulla sua pancia: mi fa così strano pensare che lì ci sia un bambino.
Wendy mi sgrida sempre quando lo chiamo "bambino".
<<Sarà una femmina>>.
<<Ma non puoi saperlo. Bambino è generico, pensa se poi è un maschio e noi lo abbiamo chiamato per tutto il tempo "bambina". Non vorrei che poi si confondesse.>>
<<Nic, smettila di dire cazzate. È una bambina, me lo sento.>>
Dicono che le mamme abbiano un sesto senso per queste cose ma comunque la certezza ancora non ce l'abbiamo.
Ammetto che mi piacerebbe se fosse un maschietto, ma, come ho sempre detto anche a Wendy, il sesso di questo bambino non mi interessa per niente.
Lei mi ha confessato più volte che vorrebbe tanto che fosse una bambina e spera con tutta se stessa che sia una femmina.
<<Ma dai Wen cosa ti interessa? È uguale, basta che stia bene.>>
<<È chiaro che se sarà un maschio lo amerò ugualmente. Ma una femmina la vorrei proprio tanto.>>
Io per quanto mi riguarda con una bambina mi sentirei un po' impacciato mentre con un maschio no, potrei insegnargli a giocare a calcio e renderlo tifoso anche più di me della Roma: la squadra del cuore.
Disegno dei cerchi sulla sua pelle e dopo pochi secondi la sento lamentarsi mugugnando qualcosa di incomprensibile.
<<Mmmm>>
<<Buongiorno>>
<<Mmmm.>>
Sorrido. Le sposto una ciocca di capelli dalla guancia scoprendole il viso. Finalmente alza la testa e mi guarda aprendo i suoi occhi azzurri come il mare d'estate.
<<Buongiorno.>> mi dice finalmente.
<<Hai dormito bene?>>
<<Eh sì che ho dormito bene.>> mi risponde sorridendo. Le sorrido anche io e le do' un bacio sulla fronte.
<<Sto morendo di fame!>> mi dice stiracchiandosi tutta per poi ricadere sul mio petto.
<<Che ne dici se ti porto la colazione qui a letto? Mhh...beh in realtà non ho molto in frigor perché eee..sai sta sera parto.>>
Wendy abbassa lo sguardo tristemente e si guarda le mani massacrate. Le accarezzo la testa in silenzio.
So quanto è triste ma il mio lavoro mi chiama, ho una intervista per Radio Italia a Milano.
Manda giù il groppo che ha in gola, mi guarda cacciando via le lacrime e cerca di sorridere. So quanto è triste ma soprattutto quanto deve essere spaventata ad affrontare tutto questo da sola.
<<Se vuoi posso uscire e prendere due brioches, un cappuccino e le meringhe con la panna che tanto ti piacciono.>>
<<Davvero? Mi merito tutto questo?>> Sorride e mi guarda la bocca.
<<Sì, tu e il bambino dovete mangiare.>>

<<Nic, hai la panna dappertutto perfino sul naso!>>
<<Mmm, dove?>>
<<Proprio sulla punta. Non pulirti con la manica della maglia.>>
Si lecca il naso e si toglie la panna prima di addentare l'ultimo pezzo di meringa che gli è rimasto, dopodiché si lecca le dita e beve l'ultimo sorso di cappuccino e soddisfatto si sdraia toccandosi la pancia.
<<Sono proprio pieno. Ma tu non hai mangiato niente neanche la meringa.>>
<<Non ho molta fame.>>
<<Ma come? Due minuti fa ce l'avevi.>>
<<E adesso mi è passata smettila.>>
Mi guarda di traverso e mi accorgo di avergli risposto male ancora una volta. Prendo la brioches alla crema e ne addento un pezzo.
<<Contento?>>
Nic mi fa un sorriso e mi guarda da sdraiato. Odio essere fissata perciò mi guardo attorno sperando che anche lui si metta a guardare dell'altro ma quando sposto lo sguardo di nuovo su di lui lo sorprendo a fissarmi ancora.
<<Cos'hai da guardarmi?>>
<<Niente.>>
Dò un'altro morso alla mia brioches e finalmente arrivo alla crema così ne lecco un po'.
<<Nic smettila di guardarmi. Per favore, non lo sopporto.>>
<<È che sei così bella.>>
Appoggio la brioches sul piattino e mi dirigo verso la sua bocca. La bacio, la respiro e poi la ribacio. E mi sembra di non averne mai abbastanza. Di lui, delle sue labbra e del suo sapore.
Cerco la sua lingua ma lui si sposta e mi guarda serio.
<<Cosa c'è adesso?>>
<<Finisci la tua brioches.>>
Sbuffo
<<Sei incredibile.>>

Due ore dopo siamo ancora distesi a letto, uno vicino all'altra, senza vestiti e in silenzio.
Il suo telefono emette un suono e lo prende dal comodino.
<<Pronto? Ciao Gabri. Sono a casa, perchè? No non passare...sono con Wendy. Ah è vero! Scusa. Va bene, vi raggiungo tra un po'. A dopo.>>
Mette giù e mi guarda dispiaciuto.
<<Dove cazzo devi andare proprio adesso?>>
<<Avevo promesso a Gabriele e agli altri che sarei passato per un saluto dato che fino a settimana prossima non li vedrò poiché partono insieme per Amsterdam...me ne ero dimenticato.>>
<<Dimmi che stai scherzando.>>
<<Ma puoi venire con me.>>
<<Niccolò, fra poche ore partirai per Milano e le ultime ore che hai per stare con me le vuoi passare dai tuoi amici?>>
<<Sono i miei amici. Non starò via una eternità si tratta di un solo giorno.>>
Sento una rabbia salirmi mescolata a una forte voglia di piangere. Sento gli occhi riempirsi di lacrime e le mani che tremano. Appena mi scende la prima lacrima Nic cambia espressione. Me l'asciugo velocemente e vado verso il bagno dove ho lasciato i miei vestiti.
Mi vesto cercando di non cadere a terra ma le gambe fanno fatica a sorreggermi così mi appoggio al lavandino e mi infilo la felpa ed i jeans.
Mi stacco per prendere le scarpe e sento qualcuno che mi abbraccia da dietro.
Mi giro di scatto e gli tiro una sberla in pieno viso.
<<Ahia, ma sei impazzita?>>
Prendo le mie scarpe e me le infilo velocemente mentre Niccolò è in piedi sulla porta che mi fissa con una mano sulla guancia dove l'ho colpito.
Faccio per uscire dal bagno ma lui mi blocca la strada così provo a spingerlo ma è più forte di me.
Inizio a colpirgli il petto, la rabbia e la disperazione di prima tornano ad impossessarsi del mio corpo e inizio a tirargli dei pugni sempre più forti finché non mi lascio cadere a terra piangendo e senza forze.
Singhiozzo sempre più forte con le mani sulla faccia e improvvisamente mi sento così sola e triste.
Nic si siede vicino a me e mi tira a sé.
<<No, non piangere amore. Sono qui con te.>>
Singhiozzo ancora più forte e bagno la sua spalla delle mie lacrime finché sono sfinita.
Poi mi addormento per terra e tra le sue braccia.

<<Pronto? No emm..sono qui ancora con Wendy. Gabri scusa ma proprio ora non posso venire.>>
Sono distesa nel letto, sento l'odore di lavanda delle lenzuola e subito intuisco di essere nel letto di Niccolò. Lo cerco nel letto ma non lo trovo però lo sento parlare al telefono a bassa voce.
<<Ma cosa stai dicendo? Sì che ci tengo a salutarvi. Davvero non posso spiegarti ora ma è importante che io stia qui con Wendy adesso.>>
Lo sento sospirare come se fosse veramente disperato. Apro gli occhi e lo vedo seduto davanti alla sua scrivania in mutande e con il telefono in mano appoggiato all'orecchio. Ha i capelli leggermente bagnati e schiacciati sulla fronte, sicuramente avrà appena finito di farsi la doccia.
<<Gabri non dire cazzate adesso. Non ho detto che è più importanti di voi o di te. Però...ha bisogno di me.>>
Mi stiracchio un po'.
<<Nic?>>
<<Gabri aspetta un attimo. Ehi, ti ho svegliata?>>
<<Se vuoi adesso puoi andare.>>
Sta un attimo in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto. Mi fa tanta tenerezza.
<<Gabri ti richiamo.>>
Mette giù il telefono e si avvicina a me. Si infila sotto le coperte e mi avvolge con le sue braccia. Mi lascia dei baci sulla testa più e più volte e non riesco a smettere di sorridere.
<<Anche io vorrei pensare le ultime mie ora con te, credimi. Però voglio anche salutare loro. Sono la mia famiglia lo sai Wen.>>
<<Sì lo so. Mi dispiace per prima non so cosa mi sia..>> mi zittisce con un bacio.
<<Tranquilla. Hai solo bisogno di un po' più di attenzioni.>>
Sorrido ancora e gli bacio la punta del naso.
<<Vuoi venire allora?>>
Scuoto la testa.
<<È più giusto che tu ci vada da solo. Noi staremo bene.>>
Lo rassicuro e finalmente riesco a convincerlo. Si alza e prende dall'armadio dei jeans neri. Gli indossa e poi si sistema un attimo i capelli con il pettine.
Lo guardo innamorata pensando a quanto sia bello, anche con i capelli tutti spettinati e umidi.
Si avvicina a me, mi toglie le coperte di dosso per abbracciarmi, con lui tutta la tristezza passa velocemente.
<<Ci sentiremo appena sarò in viaggio.>>
Mi bacia, è un bacio leggero e delicato come un soffio di vento primaverile. Ho sempre pensato che lui fosse una roccia, la mia roccia.
Si abbassa sulla mia pancia, mi scopre dalla maglietta e ci lascia un bacio sulla pelle.
<<Vi amo.>> Dice e quasi mi fa piangere.
<<Anche noi ti amiamo. Conquistali tutti come hai fatto con me, fai buon viaggio.>>
Mi bacia di nuovo stavolta con più passione. Premo le mie labbra contro le sue e poi intreccio la mia lingua alla sua. Lo bacio ancora e ancora, non vorrei mai smettere.
<<Dai basta mo ahahaha>>
Mi stacco e rido come non facevo da tempo.
<<Sei tremenda, spero non prenda da te.>>

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