1. Rimediare un gioco

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Questa è solo una traduzione tutti i diritti vanno a jiminfication



Non si può più tornare indietro.

E' proprio di fronte a me - un piccolo negozio fatiscente pieno di graffiti sparsi sui muri. E' un negozio di videogiochi, situato alla fine di una strada malfamata e l'insegna a neon che decora l'esterno è imprecisa. Si respira una certa aria in questo posto e sapere che si trova in un vicolo buio; sicuramente mi fa tenere alta la guardia. Chissà cosa è successo qui.

Non sono qui esattamente per divertirmi o per i giochi. Beh- in realtà sono qui per comprare un gioco ma è per una questione seria. Oggi è il giorno della festa e tutto dovrà essere perfetto. Ho comprato cibo, decorazioni - tutto tranne che un gioco per giocare.

Trattengo il respiro e abbasso la maniglia della porta.

La prima cosa che vedo sono un mucchio di giochi accatastati, luci spente con vari pulsanti, monete straniere e molti altri oggetti strani. Una macchinina gira su sè stessa sopra il tavolo di quercia prima di correre in mezzo ad una pila di soldi finti. Cammino in direzione degli scaffali ricolmi di infiniti giochi da tavolo, innervosendomi parecchio.

"Ciao." all'improvviso una figura avanza verso di me, appoggiandosi con un braccio sullo scaffale. "Che cosa stai cercando?"

Mi giro per guardarlo e rimango sconvolta: è bellissimo; roba da cadere morta nella bara. Ha i capelli chiari, colorati con tonalità che assomigliano alle sfumature dell'alba e che incorniciano i suoi lineamenti mozzafiato, facendo sciogliere qualunque ragazza. I tatuaggi gli coprono la pelle come la gloria dell'invasione mattutina; i suoi occhi, profondi come l'oceano abbastanza da mandarti in trance. Dio. Sembra quasi essere dipinto, come se non fosse etereo abbastanza.

Successivamente il ragazzo solleva un angolo delle sue labbra carnose e piene in un ghigno. "Posso aiutarti?" chiede nuovamente.

Oh Dio. Deve aver capito che lo stavo fissando. "E-ehm..." balbetto io in contrasto con la sua forte presenza. "Hai per caso un gioco adatto ad una festa?"

"Forse Yoongi ti può dare una mano." sogghigna lui, voltandosi verso quello che sembra essere un altro addetto. "Aiutala tu, hyung."

Il mio sguardo cade su un altro bellissimo ragazzo, delle ciocche nere incorniciano il suo viso altrettanto magnifico. Il suo corpo è sorretto sul muro dell'angolo, con il braccio appoggiato al palo di legno di quella che sembra essere una scopa. Solleva un lecca-lecca alla ciliegia prima di fissarmi. "Come cazzo posso aiutarti?" chiede facendo una piccola smorfia.

Aggrotto le sopracciglia. "Mi serve un gioco per una festa, signor maleducato."

Yoongi accenna un sorriso alla mia risposta riposizionando il bastoncino zuccherato all'interno delle sue labbra scolpite. "Giù nel seminterrato." indica una porta con il pollice.

Mi faccio strada in direzione della porta e il bellissimo ragazzo di prima la tiene aperta per me. "Credo di non essermi presentato" i suoi occhi si increspano dolcemente in due fessure. "Sono Park Jimin."

"Io mi chiamo Kim Yena." rispondo.

Dopo aver ricevuto un educato assenso da Jimin, mi segue giù per la buia scalinata - percependo in qualche modo la mia leggera paura del buio che incombeva al di sotto. Raggiungiamo un'altra porta alla fine e lui la apre.

Ciò che ho di fronte mi toglie il respiro.

Un ragazzo. Le ciocche brune gli ricadono sulla fronte mentre è concentrato sulla macchina fotografica che tiene tra le mani venose, piene di tatuaggi meravigliosi raffiguranti delle viole a  decorargli la pelle. Il suo labbro inferiore, pieno, si irrigidisce mentre è concentrato sull'immagine della fotocamera e tiene la gamba fasciata dai jeans, appollaiata sul bracciolo della sedia.

Loveholic | jjk. (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora