Ci indirizzammo verso Cittadella, una specie di stazione per i pullman, lì vicino si trovava il "seven" , un piccolo bar dove andavano tutti i ragazzi della nostra età. Noi ci sedemmo nei tavolini che erano disposti davanti al bar. Cominciammo a parlare e parlare.
-"C'è qualcosa di interessante che devo sapere su di te, Hilary?" Mi chiese Andrea chinando il capo verso me.
-"N..." Non ebbi neanche il tempo di finire che Linda mi interruppe.
-"Beh si, ovviamente. Potrei cominciare dicendo che non è più di tanto suscettibile, infatti l'ho riempita di insulti tutto il tragitto.- Ridiamo - Ama cantare, i fumetti ed è un po' lunatica." Disse.
-"Ed è vergine." Aggiunse.
Lui aprì gli occhi, incredulo.
-"Davvero ?" Chiese.
-"Si, davvero." Disse lei.
Lui rimase sorpreso
-"Perché ti sorprende tanto il fatto che io sia ancora vergine?" Chiesi.
-"Beh, non c'è ne sono molte di ragazze vergini in giro."
-"Eppure io la sono ancora." Risposi con un tono un po' arrogante che lui notò subito.
-"E ti dispiace essere etichettata 'vergine'?"
-"Non più di tanto."
-"Se ti dispiace essere definita tale io potrei rimediare." Disse con un ghigno sul viso.
-"Non c'è n'è bisogno, grazie" Risposi lasciandomi scappare un sorriso.
Linda e Julian ci guardavano sorridendo e pochi minuti dopo Linda andò via.
-"E ora che facciamo?" Disse Andrea dopo qualche attimo di silenzio.
-"Ci guardiamo in faccia." Risposi ironicamente.
-"Allora guardami."
-"Okay." Dissi voltandomi verso lui.
Eravamo vicini, forse troppo vicini.
Si fece avanti e si avvicinò ancora un po'.
Rimase fermo qualche secondo.
-"Ed ora?" Mi chiese sfoggiando uno dei suoi bellissimi sorrisi.
"Ed ora?" Pensai.
"Ora lo bacio." Dissi tra me e me mentre le mie labbra erano ormai appoggiare alle sue.
Piano assaporai le sue labbra.
Sapevano di sigarette e menta per la gomma che aveva in bocca.
Lenti ci lasciammo trasportare.
Era un bacio fantastico, era dolce ed intenso allo stesso tempo.
La sua mano si appoggiò sul mio viso, delicata e morbida.
Ci allontanammo piano, con gli occhi ancora chiusi e le labbra ancora unite che lottavano per non staccarsi.
-"A quanto pare rubi anche i baci." Disse qualche secondo dopo con un sorriso timido sul viso.
-"Avvolte." Risposi ridendo e rossa in viso.
Lui rise, guardando alle mie spalle.
Mi voltai e dietro me c'era Julian.
"Oh mio dio." Pensai.
Mi ero completamente scordata di lui.
Arrossii.
Molto.
-"Continuate pure." Disse ridendo.
Risposi con un sorriso.
Circa un'ora dopo Julian andò via e rimanemmo noi due soli.
Ero un po' in ansia ma dopo un po' mi passò.
Continuai a ridere insieme a lui per il resto del pomeriggio, era simpatico e mi faceva stare a mio agio.
Arrivò però l'ora anche per lui di andare.
Eravamo fermi davanti al suo autobus fermo.
Non volevo che andasse via.
Non volevo!
-"Dai sali." Dissi.
-"Aspetta, non c'è fretta."
-"Non vorrei che il tuo autobus partisse e ti lasciasse qua."
-"Davvero? Non vorresti che io rimanessi?"
-"Non è quello che ho detto."
Rise.
-"Mi sa che ora devo andare per davvero."
-"Vai allora."
Rimase a guardarmi.
Lo guardai anch'io.
Si avvicinò ancora, lentamente ed il mio cuore cominciò a battere più forte che mai.
Mi baciò, velocemente, con più passione e pochi secondi dopo le nostre mani da prima intrecciate in una forte stretta si stavano staccando.
-"Ci sentiamo stasera, bellissima." Disse mentre appoggiava un piede nel primo scalino dell'autobus.
-"Va bene, a stasera." Riuscii a rispondergli appena riuscii a riprendermi.
Vidi il sul autobus partire poco dopo.
Era appena andato via e già mi mancava, era una mancanza strana però, mi aveva trasmesso talmente tanta felicità in una volta che non ero più abituata alla mia solita vita. Non tolleravo più il vuoto, lui, in un giorno, aveva cambiato il mio mondo.
Ma non mi rattristai però, anzi, la felicità che prima mi invadeva mi invadeva ancora e nel tornare a casa non potevo fare a meno di sorridere.
Non potevo fare a meno di pensarlo.
Di pensare al suo sorriso.
Ai suoi occhi.
Ai suoi morbidissimi capelli.
Alle sue labbra.
Oh, le sue labbra, avrei dato qualunque cosa pur di baciarlo ancora, e ancora, e ancora.
E mi lasciai trasportare.
Continuai a pensarlo.
Ogni ora.
Ogni minuto.
Ogni secondo.
E cominciai a desiderarlo.
E cominciai ad amarlo.
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Un sorriso speciale.
RomanceEro la classica ragazza un po' timida, ma solo quando non ero in confidenza con le persone, ero un po' incasinata nel mio piccolo mondo incasinato, ma se ti amavo ti amavo veramente con tutto il cuore. Non ero una di quelle ragazze stupende dagli oc...