Il primo appuntamento voló via.
I giorni passavano e mi legavo sempre più a quel ragazzo dal sorriso perfetto.
Domenica.
Lunedì.
Martedì.
Quel giorno ero di pessimo umore, non c'era un motivo preciso, ma mi aggrappai al fatto che Andrea non mi avesse scritto il solito 'Buongiorno'. Le 5 ore di scuola le passai a bestemmiare ogni minuto contro chiunque mi rivolgesse la parola. La mattinata passò e tornai a casa. Appena toccai la maniglia di casa mi accorsi che non ero l'unica di cattivo umore, sentii mia madre urlare.
Non riuscivo a capire se ci fosse qualcuno o se stesse sbraitando al telefono.
Entrai.
-"Sei in ritardo! Cosa cazzo stavi facendo?!" Mi urlò contro con il telefono in una mano e l'altra che coprivano la parte finale del cellulare.
-"Non sono in ritardo." Rispondo freddamente.
-"Sono le 14:10. Sei in ritardo." Mi ripete con gli occhi colmi di rabbia.
'Perché ogni volta che si incazza con il suo cazzo di ragazzo se la deve prendere con me, cazzo.' Pensai.
-"Non sono in ritardo." Le ripeto.
Fa un passo in avanti e si ferma dinanzi a me, ed essendo quasi della stessa altezza non devo nemmeno alzare lo sguardo. La fisso negli occhi qualche secondo e lei fa lo stesso. Sto tremando. Sul suo volto compare quell'espressione da disgustata, come odio quando fa quella faccia, mi viene voglia di strappargli la faccia a morsi. Poi vidi la mano, che prima appoggiava sul microfono del telefono, alzarsi. Pochi secondi dopo me la ritrovai in faccia violentemente e involontariamente il mio viso si voltò dal lato opposto della mano.
-"NON DEVI PIÙ ARRIVARE IN RITARDO." Mi urlò contro.
La guardai negli occhi, quasi sfidandola. Lo facevo sempre, anche se questo non faceva altro che farla infuriare di più. Mi tirò i capelli, facendomi distogliere lo sguardo.
-"HAI CAPITO?" Continuó.
-"Ho capito." Risposi.
Dai miei occhi non uscì nemmeno una lacrima. Ero troppo orgogliosa per piangere davanti a lei, e le botte ormai non mi facevano più alcun male.
Entrai nella mia piccola camera dalle pareti colorate.
Lasciai cadere lo zaino sul pavimento subito dopo aver chiuso la porta alle mie spalle.
Mi sedetti sul letto e presi in mano il telefono cercando il suo nome.
Andrea.
Aprii la sua chat e scrissi 'ciao' velocemente, ci pensai qualche secondo e poi inviai.
-'ciao tata.' Mi rispose qualche secondo dopo.
-' Scusa se non ti ho scritto sta mattina, non avevo internet.' Continuò.
-'Fa niente.'
Col cazzo che non faceva niente. Mi sono sentita vuota.
-'Come stai?' Mi chiese.
-'Bene, tu?'
Si, certo. Benissimo. Come potevo essere così spudoratamente bugiarda?
-'Bene, ti andrebbe di uscire questo pomeriggio?'
-'Si, va bene. Ci vediamo alle 4.'
Finalmente l'avrei rivisto. Mi mancava così tanto. Ma prima dovevo chiedere il permesso a Lei.
Cazzo.
Uscii dalla stanza come niente fosse e mi accomodai sul divano vicino a lei, stava guardando una delle telenovelas spagnole, come ogni pomeriggio.
Sembrava calma.
Forse aveva risolto con il suo 'fidanzato'.
-'Mamma..' Dissi con la voce da quella che vuole qualcosa.
-'Dimmi.' Rispose un po' scocciata.
-'Posso uscire questo pomeriggio?' Domandai tutto d'un fiato.
-'No.' Disse lanciandomi uno sguardo di ghiaccio.
-'Perché no?'
-'Perché ho detto di no.' Alzò la voce.
Mi alzai dal divano incazzata e mi rinchiusi nella mia stanza. Volevo spaccare tutto.
Avevo una voglia assurda di vederlo. Io dovevo vederlo.
Ma non potevo.
Ero rinchiusa tra queste quattro mura della mia stanza.
Presi il mio telefono dal letto e lo sbloccai digitando i soliti 4 numeri.
-'Non posso uscire.' Digitai velocemente ed inviai.
-'Ok, ciao.'
'Ok,ciao.'? Davvero? Mi aveva davvero risposto così? Rimasi paralizzata qualche secondo, tremavo.
-'Sono seria.'
-'Anch'io, ciao.'
Ma mi prendi per il culo?
-'Non mi hai neanche chiesto il perché..'
-'Non mi interessa ciao.'
-'...'
-'Anzi, dimmi.'
-'Ti interessa veramente?'
-'No :) ero solo curioso.'
Che cazzo... Chi cazzo si crede di essere questo ragazzo?!
Non risposi a quel messaggio.
Che cazzo stava succedendo intorno a me? Andava tutto a rotoli. Rimasi stesa sul letto, incredula, e qualche minuto dopo entro mia 'madre'.
-'TI ALZI DA QUEL CAZZO DI LETTO.'
Cosa le prende adesso?
Riuscii a sentire l'odore di alcool uscire dalla sua bocca.
Fantastico.
-'Si.' Quasi sussurrai, alzandomi dal letto. Rimasi ferma dinanzi a lei. I nostri guardi incrociati, e c'era ancora quel pizzico di sfida nel mio sguardo.
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Un sorriso speciale.
Roman d'amourEro la classica ragazza un po' timida, ma solo quando non ero in confidenza con le persone, ero un po' incasinata nel mio piccolo mondo incasinato, ma se ti amavo ti amavo veramente con tutto il cuore. Non ero una di quelle ragazze stupende dagli oc...