Viola era una ragazza italiana di 17 anni e in quel preciso momento aveva un biglietto aereo per l'America, a New York.
Avrebbe raggiunto i propri nonni con cui stare per lungo tempo.
I genitori erano morti in un incidente stradale ed era rimasta orfana.Per fortuna conosceva benissimo l'inglese e non avrebbe avuto problemi ad orientarsi.
Prese il passaporto e salì sull'aereo per una nuova avventura...
Il volo durò circa 12 ore che Viola passò tra un libro e un pisolino.
Scese dall'aereo e proprio davanti la porta d'uscita incontrò suo nonno, che non vedeva da molto tempo
《Nonno mio, quanto tempo! Mi sei mancato tanto, come va?》
Lui era al settimo cielo e gli raccontò qualsiasi cosa finché non arrivarono a Manhattan, dove vivevano.Viola corse dentro casa e con lo stesso affetto salutò la sua adorata nonnina Margherita.
Erano i genitori di sua madre ed avere un'altra figlia femmina era un onore per loro.Girò un po' per casa e si perse guardando le foto di sua madre e svariate foto di famiglia.
Gli mancavano veramente tanto...《Tesoro è tardi, forse è il caso che tu vada a letto. Domani inizi scuola》
la nonna aveva sempre quel tono così dolce che Viola invidiava tanto.
Ed aveva anche ragione, domani sarebbe andata nella nuova scuola: nuovi amici, nuovi professori e soprattutto nuova organizzazione visto che il sistema scolastico americano è diverso anni luce da quello italiano.Così andò a dormire nella sua nuova camera. Si mise sotto le coperte e spense la luce
Il giorno dopo si svegliò prestissimo a causa del fusorario ed andò a fare colazione.
I nonni dormivano ancora così scrisse un bigliettino e, dopo aver preso lo zaino, uscì dall'appartamento per esplorare un po' il quartiere.Si fermò in un bar vicino a casa e prese un caffè bello forte.
Poi proseguì la passeggiata;
era così presto che c'era ancora un pochino di nebbia sulle strade, ma non in maniera esagerata, e una brezza leggera molto piacevole che caratterizzava quelle mattine di settembre.
Andò alla fermata degli autobus ed aspettò il suo per andare a scuola.
Era il classico Bus giallo usato nei film e questo la fece ridere un po'.Arrivata a destinazione rimase a bocca aperta per la grandezza dell'edificio, ma non si fece intimidire ed entrò.
Prese in segreteria la tabella con il suoi orari e il codice del suo armadietto, il 1319.Si trovava al terzo piano, luogo abbastanza scomodo per certi versi.
Quando mise il codice il lucchetto non si aprì così viola facendosi prendere dal panico,come sempre, iniziò a dare quache strattonata, ma non servì a nulla.
Così si arrese.
《Ti aiuto io, aspetta》 una voce la fece girare, era un po' affemminata ma era quella di un ragazzo.
Non tanto alto, capelli e occhi castani e con una bella camicia a scacchi blu e nera.
Aveva dei lineamenti particolari; naso piccolo, labbra sottili e la mascella che formava in fondo degli angoli perfetti...
《Allora?》 Chiese lui ridendo
《Oddio scusa ero sovrappensiero, sono nuova. Che dicevi?》 Viola era sicura di essere arrossita almeno per un secondo
《Che se mi dai il bigliettino ti insegno ad aprirlo, sai è leggermente difficile》 lo disse con un tono così imbarazzato e dolce che avrebbe potuto sciogliere un iceberg.Così gli passò il codice e lui per magia lo aprì
《Grazie mille...》 disse alzando una mano
《Paker, Peter Parker piacere》 rispose stringendole la mano
《Viola Eade》 gli rivolse uno dei suoi sorrisi migliori e posò qualche libro nell'armadietto.
《Non sei americana vero? Si sente un po' dall'accento》
《Già, sono italiana e sono arrivata solo ieri》
《Abbiamo 20 minuti prima dell'inizio delle lezioni, vuole un Tour veloce Madame?》 Chiese facendo un piccolo inchino, molto goffo.
《con molto piacere Mr.Parker》 scoppiarono a ridere e cominciarono a girare per tutta scuola.
Le fece vedere le aule, i laboratori, i bagni, la biblioteca, l'aula Magna e il campo sportivo.Quando la campanella suonò tornarono al punto di partenza per prendere i libri
《...ed ultimo, ma non meno importante, il mio armadietto》 era esattamente difronte al suo e si sentì sollevata
《Io adesso ho Fisica, ma a pranzo cercami nella mensa. Ho delle persone da presentatarti!》 E corse via con i libri tra le braccia.Lei invece aveva Lettere e corse dal lato opposto di Peter.
Non poteva crederci che in tempo zero aveva trovato un amico.Le prime quattro ore passarono veloci e come promesso Viola, in mensa, cercò Peter che quando la vide le fece un gesto con la mano.
Si avvicinò al tavolo dove vide due persone: un cinese con i capelli più scompigliati dei suoi ed una ragazza di carnagione scura con i capelli ricci ed i vestiti neri.
Viola si mise seduta vicino a Peter e davanti il cinese
《Ragazzi lei è Viola, è arrivata ieri dall'Italia》 iniziò il ragazzo
《Piacere sono Ned, il migliore amico di Peter》lui era elettrizzato e contento per l'arrivo di un nuovo membro del gruppo
《Io sono Michelle, ma mi chiamano tutti MJ》 lei invece aveva un tono un po' sul dark, ma sembrava comunque una simpatica e con la testa sulle spalle.
Ed aveva ragione; nemmeno il tempo di finire di pranzare che avevano iniziato a chiacchierare a tal punto di dimenticarsi dell'esistenza dei ragazzi.
Si scambiarono numeri, instagram ed e-mail perché MJ diceva che 'non si sa mai'Finita l'ora di pranzo andarono tutti a lezione e per fortuna Viola aveva lezione di biologia con Ned, perché aveva scordato dove si trovava il laboratorio.
Parlò tanto anche con lui, che gli raccontò parecchie cose di Peter, come per esempio che viveva con la zia perché aveva perso i genitori e che di solito non era così aperto con gli estranei.
《Lo hai colpito parecchio, Viola》 le disse con felicità tornando poi concentrato sulla spiegazione della professoressa.Viola però rimase ferma ad una frase che la colpì: "ha perso i genitori anni fa ed ora vive con la zia"
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SOGNO O REALTÀ? || Peter Parker
FanfictionViola dopo la morte dei genitori si ritrova in America per una nuova avventura. Lì incontrerà un ragazzo che le farà provare qualcosa nuovo...