27 Maggio 1940
Cara Ray,
Come sperato sto scrivendo una delle lettere settimanali e quest'oggi vorrei scrivere della volta che sei venuta al ranch per la prima volta.
Ti ho aspettato davanti a casa tua appoggiato alla portiera del passeggero e,una volta che sei uscita di casa non sono riuscito a trattenere un sorriso nel vederti così bella.
Ti ho aperto la portiera ed una volta accomodata,ho fatto il giro e siamo partiti alla volta del ranch.
Una volta arrivati sei rimasta incantata nell'osservare la vastità dei campi, nell'ammirare i cavalli lasciati nei vasti recinti in modo da poter muoversi, nel sentire i rumori della campagna come il cinguettio degli uccelli e nel sentire con l'olfatto il profumo della terra, dell'erba.
Una volta scesa ti ho presentata a mia madre che non vedeva l'ora. Tu le sorrisi cordiale e non riuscisti a dire di no ad una buona fetta di torta di mele, un pò per cortesia e un pò perché sei una gran golosona.
Sorrisi quando ti sporcasti e mia madre te lo fece notare perché tu diventasti rossa e vederti così in imbarazzo mi divertiva.
Non ho mai conosciuto una ragazza più vera di te,mai!
Una volta fatto capire a mia madre di lasciarci spazio ti portai a visitare il terreno. Ti convinsi a cavalcare insieme a me e perdemmo il tempo nella vastità dei terreni. Ti feci visitare i luoghi più belli che conobbi quand'ero bambino. Ti portai al lago per fare una bagno per poi asciugare al sole. Ti vedo ancora mentre, coricata sull'erba calda, giochi con qualche ciuffetto di essa. Ti vedo ancora distesa a prendere il sole con quell'intimo che ancora mi fa salire il fuoco nelle vene, è innegabile dire che tu non mi faccia alcun effetto perchè è tutto il contrario, tu mi fai impazzire.
Tornammo al ranch e ti feci vedere la mia camera all'interno del granaio. Ti raccontai che decisi di prendere quello spazio tutto per me all'età di sedici anni e, una volta messi i componenti più importanti come il letto ed un armadio, mi sentii davvero nel mio posto.
Portarti lì per me fu molto importante poiché tu fosti la prima donna, apparte mia madre, ad entrarci.
Sorrisi quando ti sedesti sul letto e mi guardasti con quegli occhi profondi. Non seppi resistere e venni a baciarti. Lo facemmo per ore e,nonostante io volessi andare oltre, mi trattenni per tuo rispetto.
Finimmo con arrivare all'ora di cena e per le dieci e mezzo ti riaccompagnai a casa. Per tuo padre quella mezz'ora ci costò del tempo poiché non ti fece uscire con me per un mese,ma a me non importò perché ti vedevo lo stesso di nascosto e tutto ciò rendeva la cosa ancor più eccitante.
Mi manchi mi piccola Ray
Tuo per sempre
JeffP.s. sto bene, è da un giorno che c'è calma piatta, speriamo rimanga tale
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1940
Short StoryJeff e Ray, un amore tramite lettera. Un amore di quelli vecchi, di quelli che basta una lettera per sentirsi importanti, che basta una lettera per sapere che l'altro sta bene. Jeff e Ray, uno di quegli amori di penna. Due persone che si amano, che...