2.

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Kira fece di tutto per trovare una scusa convincente ad uscire.
La situazione famigliare della corvina non era delle migliori: suo papà non agiva da tale, le proibiva ogni piccola cosa, per questo motivo si sentiva sempre ingabbiata in queste quattro mura, e strano a dirsi, trovava l'università una via d'uscita a tutto questo.
Kira all'apparenza poteva sembrare una ragazza con una bella famiglia, ma tutto ciò era un'illusione. Un padre che faceva la bella faccia davanti alle persone, ed una madre, purtroppo, impotente.
Sua madre non aveva praticamente potere, poiché tutto quello che suo padre dettava era legge.
Così, avendo fortuna che sua padre avrebbe lavorato fino a sera, sgattaiolò dall'abitazione.

Finalmente arrivò dinanzi al bar, guardandosi continuamente intorno, per paura che potesse essere scoperta dal padre stesso.
Quando non ve ne fu traccia emise un sospiro di sollievo, sollievo che svanì in un millisecondo, quando si sentì toccare lievemente la spalla destra.
Kira si voltò spaventata, ritrovandosi davanti un Taeyong felice.
Kira tornò con la sua espressione strandard: sopracciglia aggrottate e sguardo annoiato.
Taeyong inclinò la testa, come ad esaminarla.
"Aggrottare la fronte ti causerà molte rughe in futuro"
La corvina sbuffò, guardandosi nuovamente intorno.
Taeyong si accorse del suo stato di disagio, seguendo anch'esso le sue azioni.
"Qualcosa non va?"
Kira sorrise, negando con il capo.
"Andiamo" disse il ragazzo allontanandosi dalla porta d'entrata.
"Il bar è qui!" Esclamò la corvina, il che fece fermate Taeyong sui suoi passi.
"A casa si fa tutto con calma" rispose lui mettendosi le mani in tasca.
Il sollievo di Kira sparì nuovamente.
"So dove vuoi arrivare" ammise distanziandosi.
Taeyong fece comparire uno sguardo confuso sul proprio volto.
"Con me non funziona. La ricerca la faccio io ed aggiungerò il tuo nome. Ci vediamo" cercò di concludere la conversazione, venendo però interrotta dal ragazzo.
"La ricerca la facciamo in due. Non voglio approfittarmi di niente. Se vuoi la facciamo a casa tua"
Ammise Taeyong in modo serio.
Lo sguardo di Kira diventò ancora più ansioso.
"No!" Disse solamente.
Le stava venendo da piangere. Questa situazione per una persona normale non avrebbe mai portato così tanto disagio, alla fine era una semplice ricerca.
Taeyong sospirò.
"Ti prometto che lavoriamo solo per la ricerca, soltanto un' ora" disse il ragazzo cercando di rassicurarla.
Kira ci meditò su, giungendo poi alla conclusione di accettare l'invito.
"Solamente un' ora" si fece ripromettere; Taeyong giurò, portando le braccia a mezz'aria.

Il viaggio in macchina fu breve e molto silenzioso.
Vi era un silenzio imbarazzante, il solo rumore era quello del motore, del traffico al di fuori, e del cuore di Kira, il quale palpitava all'impazzata.
Dopo una quindicina di minuti, la macchina si fermò.
"I tuoi sono a casa?"
Taeyong guardò la ragazza, prima di rispondere.
"Vivo da solo" ammise lui, uscendo dal veicolo.
Kira si schiaffeggiò mentalmente, prima di aprire lentamente la portiera.
Una volta fuori, osservò l'appartamento.
In quel momento era invidiosa, e lo fu di più quando fece entrata.
Non si guardò molto intorno, non voleva fare la figura della 'ficcanaso', stette solamente dietro alla figura di Taeyong, facendosi guidare.
Arrivarono poi in cucina, dinanzi ad un immenso tavolo, e si sedettero.
Kira stava per tirare fuori il suo arcaico computer, venendo preceduta da Taeyong.
"Usiamo il mio, è più pratico" dettò lui.
"Sì, ovviamente" sussurrò amaramente.

Dopo un'ora esatta il lavoro era fortunatamente concluso.
Kira osservò l'orologio, per poi saltare furtivamente dalla sedia.
"Devo andare" disse uscendo dalla stanza, ritrovandosi però spaesata.
"Ti accompagno"
Taeyong la raggiunse, afferrando dal tavolino le chiavi.
"Non ce n'è bisogno" ammise Kira.
"Sta facendo buio"
Effettivamente sì, era ormai pomeriggio inoltrato, e Kira non aveva la minima idea di che zona essa fosse.
"Non sono una bambina, ce la faccio anche da sola"
Ammise poi freddamente, facendo annuire Taeyong rassegnatamente.
"Come vuoi"
Kira fece cenno con il capo, iniziando a dileguarsi.
"Aspetta"
Il ragazzo si avvicinò nuovamente.
"Il tuo numero"
La corvina non capì, facendo comparire uno sguardo confuso sul suo volto.
"In caso ci venisse in mente qualche modifica. Per la ricerca" rispose sbadatamente.
Kira tirò lentamente il cellulare dalla tasca, e glieli porse, aspettando che salvasse il medesimo numero. Una volta riconsegnato, fece un cenno di capo nuovamente, per poi, finalmente, dileguarsi.

"Sei sopravvissuta" bofonchiò una volta uscita dalla sua abitazione.
Ora le toccava un viaggio un po' incerto.
Kira si sistemò la borsa in spalla, e contando fino a tre, iniziò a correre, sperando in tutti i modi di tornare a casa sana e salva.

Quella sera fu un casino totale per Kira.
Suo padre era sull'uscio di casa quando la corvina si liberò dal traffico metropolitano per arrivare in periferia.
Era lì, davanti a lei, con le braccia conserte, lo sguardo corrucciato e pieno di rabbia.
"Dove stai stata?" chiese lui.
Kira iniziò a tremare.
"In biblioteca, a studiare" disse una mezza bugia.
"Ti ho dato il permesso?" domandò alzando il tono della voce, cosa che fece tremare Kira.
"Era importante, papà"
Ammise, abbassando lo sguardo.
"Entra" le ordinò lui.

Non c'era verso di apprezzare il dono della vita se non si aveva nessuno a fianco.
Kira si sentiva debole, addolorata dalla botte prese la sera precedente.
Era ormai ora di pranzo. Nori, la sua migliore amica, non riuscì a venire, si ritrovava quindi da sola, in mensa, mentre girava e rigirava la pietanza, sperando che il dolore corporeo passasse.
Nervosamente, Kira posò giù la forchetta, alzandosi di scatto dalla sedia.
Cercò di divincolarsi in fretta da quel posto ormai affollato.
Si recò dunque su una delle tante panchine, a quest' ora completamente deserte, e si sedette, iniziando finalmente a piangere, lasciando che lo stress facesse libera uscita.
Una volta liberata, si asciugò le lacrime, cercando poi in uno dei tanti quaderni quel famoso foglietto.
Kira mise sotto sopra la borsa, non trovando però ciò che desiderava.
"Cerchi questo?"
La corvina si voltò, trovandosi davanti a sè Taeyong, il quale aveva tra le sue mani il suo unico sfogo.
Kira si alzò rapidamente, prendendo poi il foglietto dalla sua presa.
"E così mi odi?" domandò il ragazzo avvicinandosi.

Let me hate you|| Lee Taeyong Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora