8 - un inizio incerto

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Aggiornare questa fanfiction mi risulta un po' complicato, perché per certi versi è simile all'Ottavo Anno, ma l'impianto della storia è totalmente diverso: quindi la trascuro, ahimè, per evitare di confondermi su dettagli e su ambito emotivo.

Comunque, mancano veramente pochi capitoli, mi applicherò per concluderla.

Sono stata molto assente, ma spero che questo capitolo segni il mio definitivo ritorno ai  vecchi ritmi.

Buona lettura, Puffole Pigmee!



Volare insieme a Draco era stato magnifico, e non aveva avuto niente a che fare con gli ormoni.

Fino a quel momento avevano sempre volato uno contro l'altro, mai in accordo.

Harry considerò che se avessero potuto volare insieme prima, forse non si sarebbero scannati per anni in quella maniera accanita.

Certo, non è che avessero fatto una passeggiata romantica a cavallo delle scope, quanto piuttosto una corsa forsennata competendo fianco a fianco: il fatto di non poter superare una distanza reciproca di tre metri aveva fatto sì che si impegnassero in manovre strette di placcaggio e abilità, avvitando le traiettorie, girandosi intorno, sfiorandosi in un volo dissennato; la sfida era una costante del loro rapporto, ma questa sembrava quasi una danza, possedeva una complicità che gli insulti e i cazzotti non potevano eguagliare in nessuna maniera.

Quando atterrarono nei pressi del grande spiazzo in cui gli altri stavano giocando, erano accaldati e soddisfatti.

E, appena furono sotto in compagnia, ognuno rientrò nei propri schemi comportamentali: Draco inalberò quella sua collaudata espressione impettita e andò a sdraiarsi all'ombra di un albero in solitaria; Harry reagì alla sua condotta stranendosi e allontanandosi, se non fisicamente almeno nell'atteggiamento, gridando agli altri di voler giocare anche lui.

-Ci so fare con le mazze e le palle!-, assicurò Harry tutto contento.

"Merda", si disse un attimo dopo.

-Guarda che lo abbiamo capito che ci sai fare!-, buttò lì Ginny. -Io per la precisione lo so da un pezzo!-, continuò ridendo.

-Già, proprio così, amico!-, aveva scherzato Ron. -Alla fine ci sono arrivato pure io che ho... Cos'è che ho, Hermione?-

-La varietà di emozioni di un cucchiaino! Ma forse Pansy sta riuscendo a farti arrivare a quella di un... Pansy?-

-Cucciolo di Schiopodo?-, sparò lei con leggerezza. -E comunque lo hanno capito pure Tiger e Goyle, ed è tutto dire-, concluse laconica.

Tutti erano scoppiati a ridere.

Draco, dal suo posto all'ombra sotto gli alberi, alle spalle di Harry, cupo studiava la scena.

Era contrariato.

Pensava che la rivelazione dell'omosessualità di Harry avrebbe fatto scalpore, notizia, che il ragazzo si sarebbe vergognato e che lui, il crudele e vendicativo Draco, avrebbe avuto un'affilata spada di ricatto tra le sue mani: tuttavia non era successo niente del genere. La spada di ricatto non solo non era affilata, ma pareva fatta di morbida stoffa, per di più tanto poco imbottita da afflosciarsi.

Harry, dopo un attimo di imbarazzo era scoppiato a ridere con naturalezza insieme agli altri.

Vederlo così aveva stupito il ragazzo biondo: negli ultimi tempi, tranne quando si menavano, se stava solo con lui era spesso teso, incerto, e si innervosiva per un niente; invece avrebbe dovuto ridere in quel modo anche con lui, perché così era più bello.

Galeotto fu lo scherzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora