9 - una notte agitata e un sabato quasi inesistente

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Vediamo se con oggi riesco a ripristinare e mantenere gli aggiornamenti domenicali (o giù di lì). E ovviamente vi ringrazio, sempre e comunque, per i vostri commenti e per i voti, per i messaggi e anche solo per passare di qui a leggere!


Questo capitolo sarà croce e delizia, vi avverto...

L'asticella del rating qui sale di una tacca, anche se non proprio da V.M.18.

I miei commenti in fondo, as usual.

Buona lettura, Puffole Pigmee!



Appena fuori dal salone, Harry non era riuscito ad aspettare un secondo di più per trovarsi solo con l'altro e li aveva Smaterializzati entrambi in camera, dove la luce della luna entrava tenue, appena un passo dietro la porta: Draco aveva barcollato, colto di sorpresa, divaricando le gambe per tenersi in piedi e finendo con la schiena contro il battente in pesante legno bianco, in una postura senza baricentro che non avrebbe potuto mantenere se non fosse stato appoggiato contro qualcosa. Aveva già gli occhi chiusi quando Harry invase il suo spazio vitale, posizionandosi tra le sue gambe, abbastanza vicino da sentirne il calore ma non il contatto; poté percepire il movimento del braccio con cui Harry si tese per chiudere a chiave la porta: ritirando la mano la portò a stringere quella di Draco in una presa calda e delicata.

Ogni gesto era lento e dilatato, e sembrò che i loro visi rimanessero vicini perché si potessero respirare e annusare per un tempo indefinito, chiedendosi come mai tutto fosse così normale e leggero e spontaneo.

Una parte di loro ancora attaccata alla realtà forse registrò la stranezza del frangente e Draco tentò un movimento in avanti, con tutta probabilità un tentativo di sottrarsi alla situazione: invece ottenne solo di finire contro il petto di Harry, che strinse di rimando la mano nella sua e si lasciò sfuggire un breve singulto a labbra serrate, tra l'esasperato e l'appagato.

Quello fu il segnale che la mente di Draco stava aspettando: si fece da parte, rassicurata sul fatto che le cose stavano andando esattamente come dovevano andare.

C'era ardore, ma non fretta; anticipazione ma non urgenza; desiderio ma non smania.

Harry si sporse verso la bocca di Draco, ma all'ultimo momento cambiò un poco la propria traiettoria e baciò quell'angolo dove le labbra si incontravano e che tanto bene sapeva piegarsi in una smorfia deridente: rimase appoggiato lì in un tocco lieve soffiando aria calda sulla pelle di Draco con tremula soddisfazione e spostò la presa della mano per far aderire i loro palmi e intrecciare le loro dita.

Draco gli accarezzò l'interno del polso con il pollice in un movimento ripetuto e ipnotico.

I loro cuori, dopo un attimo di frenetico martellare contro la cassa toracica, battevano calmi e regolari come l'atmosfera al centro dell'occhio del ciclone.

Draco alzò le dita della mano libera per farle scorrere negli indomiti capelli corvini e ne tastò la consistenza tra i polpastrelli, come se fossero filati di pregio: solo in quel momento Harry abbassò le palpebre; Draco si chiese che sensazione gli avrebbero dato quelle ciglia sulla pelle e di conseguenza gli sfilò gli occhiali, girandoseli tra le dita come se fossero una bacchetta. Li appoggiò con un movimento alla moviola su un qualcosa che stava a portata di braccio.

E ancora rimanevano prossimi, quasi del tutto immoti, nel godimento dell'attesa, dilatandola e dipanandola.

Harry inclinò il viso e accarezzò la guancia di Draco con la propria, esalando il suo sospiro lentamente, Draco piegò la propria testa sul collo come un fiore che riposa per prolungare quella carezza e fece un verso molto simile alle fusa.

Galeotto fu lo scherzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora