Chapter 40

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ℑ 𝔡𝔬𝔫'𝔱 𝔴𝔞𝔫𝔱 𝔱𝔬 𝔨𝔫𝔬𝔴 𝔴𝔥𝔬 𝔴𝔢 𝔞𝔯𝔢 𝔴𝔦𝔱𝔥𝔬𝔲𝔱 𝔢𝔞𝔠𝔥 𝔬𝔱𝔥𝔢𝔯
ℑ 𝔡𝔬𝔫'𝔱 𝔴𝔞𝔫𝔱 𝔱𝔬 𝔩𝔢𝔞𝔳𝔢 𝔥𝔢𝔯𝔢 𝔴𝔦𝔱𝔥𝔬𝔲𝔱 𝔶𝔬𝔲
ℑ 𝔡𝔬𝔫'𝔱 𝔴𝔞𝔫𝔱 𝔱𝔬 𝔩𝔬𝔰𝔢 𝔭𝔞𝔯𝔱 𝔬𝔣 𝔪𝔢
(ℜ𝔲𝔢𝔩𝔩𝔢~𝔗𝔥𝔢 𝔬𝔱𝔥𝔢𝔯 𝔰𝔦𝔡𝔢)





🥀

<<Sei sicura della tua decisione?>>

<<Mi vedi forse incerta, Yoongi?>>

<<Credimi, con quella pistola in mano mi sembri tutto tranne che incerta>> mi schernì il vampiro, mentre gli puntavo la mia pistola a pochi centimetri dalla fronte.

Non aveva un'espressione sorpresa quando in risposta alla sua domanda estrassi la mia pistola dal borsone, per poi rivolgergliela contro.

Anzi, gli si era formato un ghigno in faccia che avrei volentieri riempito di proiettili di legno.

<<Lasciami andare immediatamente dalla mia famiglia, o giuro su quanto ho di più caro che ti farò saltare il cervello, chiaro?>> ringhiai.

<<Cristallino>> in seguito alla sua glaciale risposta, mi voltai per andarmene.

Camminai a passo spedito verso la porta da cui io e il vampiro eravamo usciti, ma qualcuno me lo impedì.

<<Noona, mi hai chiamato finalmente>> all'istante ghiacciai sul posto e sbarrai gli occhi.

Quella voce, quella voce che sognavo ogni notte di risentire.

Quella voce, che nonostante provenisse da una creatura priva di vita, generava in me più calore di un camino acceso in una notte di inverno.

A pochi passi da me, V mi guardava da lontano, con un sorriso a trentadue denti e le braccia stese lungo i fianchi, immobile come una statua.

Gli corsi incontro, dimenticando l'aereo, dimenticando Yoongi, Jungkook e Leeteuk, in quel momento volevo solo raggiungere l'unica persona che in quel momento mi avrebbe rassicurata in quell'enorme casino che era la mia vita.

Saltai in mezzo alla sue braccia, tese a formare una V, senza preoccuparmi di essere delicata e strinsi il suo collo tra le mie braccia, probabilmente non più esili come le ricordava, affondando la testa nell'incavo della sua spalla.

I miei occhi liberarono tutte le lacrime che fino a quel momento avevano trattenuto e sentii al mio tocco i suoi muscoli muoversi per rispondere al mio abbraccio, i bicipiti strinsero il mio busto in una morsa da cui non mi sarei mai voluta liberare.

<<Non piangere Noona. Andrà tutto bene, vedrai>> ed eccola lì, la sua voce calda e rassicurante, il suo tono sincero e spensierato come quello di un bambino.

Mi staccai da lui, quel tanto che bastava per guardarlo in viso, per bearmi ancora una volta di quel sorriso giocoso e dei suoi occhi azzurri che, a differenza di quelli del fratello maggiore, nascondevano un'ingenuità quasi benefica.

<<Scusami tanto Noona, sarei voluto arrivare prima. Quando mi hai chiamato, ho corso mezza penisola più veloce che ho potuto>> disse accarezzandomi i capelli con tocco delicato e asciugandomi le guance col dorso della sua mano enorme.

<<Non preoccuparti, hai avuto un tempismo perfetto>> dissi prendendo il suo viso fra le mani, come se stessi toccando una porcellana di inestimabile valore e fragile come carta.

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