Capitolo 2

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Derek si rende conto di quello che sta facendo, solo quando mette piede nel loft.
Ha preso quattro biglietti aerei, ha buttato a caso dei vestiti puliti in un borsone, è salito su un aereo senza nemmeno ricordarsi di chiudere il gas e ora, a qualche ora di distanza, è di nuovo lì. È ormai notte, in giro non c'era nessuno e non ha nemmeno avvisato Scott di aver ricevuto il messaggio, ha solo cercato di fare il più in fretta possibile. Nemmeno Isaac ha avvisato il True Alpha, solo che lui l'ha fatto perché è sadico e ha detto di amare le sorprese.
Poggia il borsone in un punto imprecisato sul pavimento e va diritto verso la grande vetrata. Quella notta la luna non si vede, ma è calante.
Sente i suoi tre ospiti passeggiare per l'ambiente, probabilmente due si stanno guardando intorno, mentre il terzo sta solo rivivendo momenti passati.
È proprio Isaac che gli si avvicina, affiancandoglisi.
Nessuno dei due parla, si perdono solo nel buio che c'è fuori e nei loro pensieri, entrambi certi che di lì a qualche ora dovranno fare i conti con un passato che tanto lontano non è e che probabilmente tornerà sempre.

Ovviamente, Derek quando si alza dal letto non lo fa perché si è appena svegliato, perché non ha chiuso occhio, ma solo perché sente i suoi beta discutere. Scende dal soppalco già con gli occhi accesi di rosso e deciso a rompere qualche osso, ma, mentre è sulle scale, i suoi sensi avvertono altre due presenze. Una è sicuramente Scott, ma l'altra proprio non la riconosce. Sa solo che è un odore dolce, come fosse cioccolato, ma anche con una punta di qualcosa che gli pizzica le narici.
Si ferma un attimo ad ascoltare, anche se tutti hanno sicuramente avvertito la sua presenza.
"Non è una cazzata!" sente urlare da parte di Scott.
"Certo che lo è! Passerà in fretta, l'hai detto tu!" questa è Jane che a quanto pare non si fa nessun problema ad urlare contro uno sconosciuto, per di più Alpha.
"Dai, ragazzi, aspettiamo Derek e ne parliamo", Vincent, ovviamente.
"Ma è così carino!"...Isaac?
Derek sente il tono di voce di Isaac così stonato rispetto al contesto, che percorre il resto della scala a chiocciola, raggiungendo la stanza.
E si blocca.
Scott è al centro della stanza, che discute con Jane e Vincent, entrambi seduti sul divano, ma quello che cattura l'attenzione di Derek è altro.
Isaac è al tavolo, di fronte alla vetrata e, seduto sul tavolo di fronte a lui c'è un bambino. Il biondo lo sta reggendo tenendolo per la vita, mentre il piccolo gli sta scompigliando i capelli giocando con le dita tra i ricci.
"Ehi, Derek!" urla Scott, ma Derek non si muove, nemmeno lo guarda, perché il bambino ha fissato gli occhi nei suoi e Derek proprio non riesce a distogliere lo sguardo.
"DEE'EEK!" urla il piccolo, ridestandolo da quella specie di ipnosi. Derek scuote la testa e continua a guardarlo, facendo qualche passo in avanti, mentre il piccolo comincia ad agitarsi, mettendo in seria difficoltà Isaac che non riesce più a tenerlo fermo.
"Dee'ek! Dee'ek!" continua ad urlare, fino a quando il mannaro non è abbastanza vicino.
Il piccolo si allunga, aggrappandosi alla sua t-shirt, cominciando a tirare forte verso il basso.
Derek non sa proprio cosa dire o fare, non sa nemmeno se sta respirando. Sente solo Isaac dire "ha tre anni".
Ha tre anni. Quello che si sta sgolando e che cerca di arrampicarglisi addosso è un bambino di tre anni. È uno Stiles di tre anni.
"Ti pego! Ti pego, Dee'ek!" comincia a piagnucolare il bambino, Stiles, sporgendo il labbro inferiore.
E Derek segue l'istinto, allunga le braccia, afferra il bambino, liberando così Isaac del fastidio, e se lo porta tra le braccia. Il piccolo smette di urlare all'istante, anche se ha ancora due lacrimoni agli angoli degli occhi che non hanno avuto tempo di scendere giù, e gli poggia una mano su una guancia.
E gli tira la barba.
"Ahia!" esclama il lupo più per la sorpresa che per il dolore, mentre il bambino scoppia a ridere e Scott si avvicina.
"Hai bisogno di altre spiegazioni sul perché ti ho chiamato?" chiede, quasi ironico, ma il suo sorrisino scompare subito, appena Derek lo fulmina con lo sguardo.
Continua a tenere Stiles in braccio, ma si siede sul divano, deciso ad ascoltare ogni minimo dettaglio.
"La colpa è di una strega" comincia. "Una strega che a quanto pare ha voglia di scherzare con il nostro branco. Un mese fa ha trasformato Liam in un criceto, è stato terrorizzante ed esilarante, ma per fortuna Deaton sapeva come fare per farlo tornare normale e ha impiegato solo un'ora per mettere a posto un intruglio schifoso. Due settimane fa, invece, ha deciso di far crescere dei serpenti sulla testa di Lydia, tipo Medusa, sai? Solo che non trasformava nessuno in pietra. Per fortuna lei stessa aveva letto qualcosa a riguardo e bastava tagliarne uno con una particolare macchia sulla testa per tornare normale."
Derek annuisce, mentre Stiles sta cercando di alzarsi sulle gambe per mettersi in piedi e girarsi verso di lui. Il lupo lo ritira giù almeno due volte prima di convincerlo a rimettersi seduto. Stiles si distrae da quella lotta solo quando fissa la mano che Derek gli sta tenendo sulla pancia per reggerlo e si mette a giocherellare con le sue dita.
Scott osserva la scena e poi riprende il racconto.
"Due giorni fa è successo questo. Stiles stava dormendo a casa mia e la mattina era così. Nulla di che, nessuna battaglia, niente di niente, aveva solo tre anni. Il fatto è che sembra che anche la sua memoria sia ferma lì, perché non ha riconosciuto suo padre quando glielo abbiamo fatto incontrare, ma dalle foto vecchie che hanno in casa sì. Ovviamente non sa chi sia io, non conosce mamma e crede che la sua sia ancora viva."
Derek ascolta, ma qualcosa non gli torna.
"Mi ha chiamato per nome" dà voce alle sue perplessità.
Scott annuisce. "Già. L'abbiamo portato in camera sua e...Beh, Stiles ha una tua foto sul comodino, ce l'ha da sempre, credo tu lo sappia. Appena ti ha visto ha iniziato a piangere e a chiedere di te. Nessuno riesce a capire perché."
"E quindi Derek cosa dovrebbe fare?" chiede Jane, intromettendosi.
Scott affloscia le spalle.
"Derek, non vogliamo chiederti di aiutarci a trovare la strega, a cercare la soluzione o altro, ma...non sappiamo proprio come fare con lui. È un bambino, non può piangere per l'ottanta percento del tempo solo perché vuole te."
Derek non sa proprio cosa pensare. Tutta questa storia gli sembra assurda, ma quello che ora gli sta mordendo le dita è Stiles, è davvero Stiles. Sarebbe impossibile non riconoscerlo: ha lo stesso colore di capelli, non riesce a stare fermo e ha i suoi occhi.
"Gli devo fare da babysitter, quindi."
Scott annuisce, quasi in imbarazzo, Vincent si passa una mano tra i capelli, Jane si lascia andare contro il divano e Isaac esplode in una fragorosa risata.
"FAME! FAME! FAME!"
E Stiles urla.

Dopo due ore, il loft sembra essere un campo di battaglia: dopo poco sono arrivati Liam, Kira, Lydia e Malia; Vincent e Jane sono così tanto sulla difensiva che a Derek quasi è venuto mal di testa; Isaac è seduto sulle scale e sta osservando tutto da lontano, mentre sogghigna; e Derek è seduto intorno al tavolo con Lydia e Kira cercando di tenere fermo Stiles e fargli mangiare qualcosa.
"BUTTO! BUTTO! PUZZA!" urla per l'ennesima volta il bambino, mentre la banshee gli avvicina il cucchiaio alla bocca, spostando la mano della ragazza e lanciando il cibo ovunque.
Derek non resiste più, tutta quella confusione lo sta uccidendo.
"ZITTI TUTTI!" tuona, illuminando gli occhi di rosso e beandosi del fantastico silenzio.
Sono tutti immobili, anche Stiles che lo sta fissando con la bocca spalancata. Solo che il bambino è il primo che si riprende.
"DEE'EK PAPPA! DEE'EK PAPPA!" riprende ad urlare e il mannaro cede.
Lo afferra sotto le ascelle e se lo trascina addosso, facendolo sedere sulle sue gambe.
"Apri la bocca e mangia" gli ordina, afferrando il cucchiaio.
Stiles lo guarda un attimo, come fosse incerto, poi sorride e apre la bocca come gli è stato chiesto, facendo anche un sonoro "AAAAAH!".
Derek continua ad imboccarlo e Stiles odora di felicità ad ogni boccone. Addirittura, è lui a guidare la mano di Derek verso la sua bocca per mangiare più in fretta.
Quando anche l'ultimo cucchiaio è ripulito, però Derek si ferma e si guarda intorno. Non c'è più nessuno e lui nemmeno si è accorto di quando sono andati tutti via.
Sul tavolo c'è un biglietto, è la calligrafia di Jane.
Capo, Scott ci ha portati al loro quartier generale o qualcosa del genere.
Scott li ha portati a villa Hale. Derek l'ha fatta ristrutturare durante quegli anni, ma non l'ha nemmeno mai vista. Ha solo fatto consegnare le chiavi a Scott dagli operai. Scott, a quanto pare, ne ha fatto il giusto uso pur non avendo ricevuto nessuna spiegazione.
Gli viene quasi da sorridere, ma la guancia gli fa di nuovo male.
"Non mi tirare la barba!" rimprovera il bambino che, però, in tutta risposta, gli tira anche i capelli.
Mentre cerca di scollarsi dalla testa quelle manine paffute, Derek non può fare a meno di sperare che gli altri trovino alla svelta una soluzione a tutto quello.

Un piccolo, piccolo incantesimo | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora