Capitolo 7

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Derek è nella riserva, nel punto in cui la strega ha detto agli altri che lo avrebbe aspettato, ma non vede nessuno. Non sente nessun suono che non appartenga a quel posto, nessun odore innaturale. Niente di niente.
È per questo che si spaventa e si trasforma immediatamente quando una donna gli si materializza davanti.
"Calmo, Derek, non voglio farti del male."
La donna sorride benevola, non emette nessun sentimento negativo e se ne sta lì, con le braccia poggiate sulla gonna ampia.
Derek la osserva, senza lasciare la posizione di difesa, ma lei continua a sorridere.
"Davvero, non voglio assolutamente farti del male, ho addirittura promesso alla tua mamma che ti avrei protetto."
Il ringhio che esce dal petto del mannaro è puro e semplice istinto. Derek non si fida, non si fida di quella donna che ha fatto del male a Stiles, ma che cerca di convincerlo del contrario parlando di sua mamma. Fa un passo avanti, pronto ad attaccarla, ma impatta contro qualcosa, una sorta di barriera invisibile.
"Stammi bene a sentire e non farmi arrabbiare" tuona la donna, "se avessi voluto farvi del male, l'avrei fatto mesi fa. Cercavo di trovare il modo di farti tornare a Beacon Hills e solo dopo i primi tentativi ho capito di dover colpire l'umano. Lo so, sono stata ingenua, lo dovevo capire dal fatto che tutti parlavano di te, ma mai in sua presenza. L'ho capito solo guardando la tua foto in camera sua, la notte in cui gli ho lanciato l'incantesimo."
Derek cerca di calmare il respiro per risponderle.
"Perché sarei dovuto tornare?"
"Perché questa è casa tua, tesoro. La tua famiglia ha sempre vissuto qui, siete sempre stati i guardiano di questa terra, no? E da quando è che va tutto a rotoli? Da quando la tua povera famiglia è...Scusa, fa ancora male."
Derek non ha mai avuto a che fare con una strega, non sa quanto siano capace di gestire le proprie emozioni e quanto ne sia capace questa che ora ha di fronte. Solo che la donna sta piangendo e l'Alpha avverte solo sincerità.
"Lo so che non ti fidi di me, ma conoscevo tua mamma, eravamo molto amiche. Questo" continua, tirando fuori un foglio ingiallito, "è una sorta di testamento che mi ha lasciato. Mi ha scritto che avrei dovuto prendermi cura di questa città, se le fosse successo qualcosa e voi foste andati via, ma che avrei dovuto fare di tutto per riportarvi qui, perché fa male anche a voi stare lontani".
Derek afferra il foglio che la donna gli sta porgendo e non può credere ai suoi occhi. Quella è la calligrafia di sua mamma, il suo modo di scrivere così frettoloso, ma elegante, i punti piùmarcati, come se usasse più forza. MA quella è una strega e può illuderlo in qualsiasi modo. Sta per restituirle la lettera, ma lei lo blocca.
"Tienila, a me non serve, ho tanti ricordi di lei. Lo so che non mi credi, Derek, ti conosco. Avrei potuto attirare qui tua sorella, ma sarebbe stato molto più difficile trovare un pretesto. Tu hai quel ragazzino, ma sei anche molto legato alla tua terra, non puoi negarlo; lui è stato solo un mio vantaggio."
"Hai ragione, non ti credo, non mi fido di te."
"Bene, va bene lo stesso. Pensa solo a quello che ti ho detto" risponde la donna e, prima che Derek possa urlarle contro di liberare Stiles da quell'incubo, lei sparisce così come è arrivata, lasciandolo arrabbiato, frustrato e sconvolto.
Resta altre due ore nella riserva a chiamare quella donna e a cercarla in tutta l'area, ma non trova nulla. È con animo sconfitto che torna al loft, dopo essersi reso conto che non ha portato con sé nemmeno il cellulare.
Apre il portone in ferro, aspettandosi di trovare lì tutto il branco, ma non la scena che gli si para davanti.
Scott è sdraiato ai piedi della vetrata, con la testa sulle ginocchia di Isaac che vi è appoggiato con la schiena contro. Lydia è accoccolata sulla poltrona e Jane è sul pavimento ai piedi del divano insieme a Vincent. Sul divano, invece, c'è Stiles. Vede solo i suoi pedi, ma l'odore è il suo.
Derek si agita, avanza di corsa pensando di averli persi tutti, ma all'improvviso i loro cuori gli rimbombano nella testa. Sono tutti vivi, stanno bene, così come stanno bene Peter e Cora che entrano in quel momento dalla porta.
Derek si volta a guardarli, e suo zio gli indica con la testa di girarsi di nuovo, verso il divano.
Stiles si sta mettendo seduto, stropicciandosi gli occhi, come se avesse dormito per una notte intera.
"Mmmmh...'giorno..." dice rivolto ai tre, con tono addormentato, ma poi si raddrizza e si guarda intorno, per poi rivolgersi a Derek.
"Sei tornato!" trilla, felice.
Derek fa qualche passo in sua direzione, non crede ai suoi occhi.
Stiles continua a sorridere e a fissarlo, mentre avanza, poi si alza e gli va in contro.
"Sono di nuovo io, vero?" chiede.
Derek annuisce.
"Lo sapevo, l'ho sognato. Cioè, ho sognato una strana donna con una gonna larga, orribile, davvero, che mi diceva che devo prendermi cura di te, di questa città, che sarei stato il compagno dell'alpha e che avrei avuto un sacco di compiti import-"
Derek non gli dà nemmeno modo di continuare il racconto. Non gli interessa, sa già tutto, l'ha semrpe saputo. Lo bacia come ha desiderato fare per anni, stringe il suo viso tra le mani come ha sognato di fare fin troppe volte, accarezzandone gli zigomi. Sente Stiles rilassarsi tra sotto le sue dita, lo sente sorridere contro le labbra, prima che cominci a rispondere al bacio.
È più alto di poche ore prima, è più robusto di qualche anno prima, ma è sempre Stiles, ha semrpe lo stesso odore e gli provoca sempre la stessa, piacevole, stretta all'altezza dello stomaco. È lì che Derek sente tutto l'amore per quel ragazzo, nello stomaco, dove tutte le emozioni si aggrovigliano insieme, creando un vortice che ti fa girare la testa e cercare un appiglio per non cadere. E l'appiglio di derek ora è Stiles, è il suo compagno, è il compagno che la sua parte animale e quella umana hanno scelto anni prima e che ha abbamndonato per proteggerlo.
Quando si separano, restano lì, fronte contro fronte. Sono andati tutti via, Derek li ha sentiti distrattamente, mentre chiudevano il portone.
"Ciao, Derek, bentornato" gli sussurra Stiles, sorridendo ancora in quel modo così luminoso che Derek stenta a credere sia reale e che sia rivolto proprio a lui.
"Bentornato anche a te, Stiles" gli risponde, baciandogli la fronte come ha fatto quel pomeriggio, come vorrà continuare a fare per il resto della loro vita.
Vita che trascorrerà lì, a Beacon Hills, con il suo nuovo branco allargato. A casa.

Epilogo
Tre ore dopo
"Sapevo saresti tornato qui per chiedermi scusa, ragazzo."
La donna è dove Derek l'ha vista l'ultima volta.
Appena è riuscito a separarsi dalle braccia di Stiles, Derek gli ha detto che aveva qualcosa da fare. È stato il più piccolo a sfiorargli la fronte con le labbra e a lasciarlo andare, senza nemmeno chiedergli cosa dovesse fare.
"Devo chiederti scusa, ora ti credo" le dice, avvicinandosi.
La donna gli tende una mano che Derek afferra senza timori, sorridendo materna.
"Tua mamma vi amava, ti amava con tutta se stessa e ha sempre voluto che voi foste felici" gli dice.
"Lo so, l'ho sempre saputo."
"Sarebbe molto fiera di quello che sei diventato, anche io lo sono. Sarai un ottimo alpha, hai un buon compagno e il tuo branco ti ama. Non avere mai più paura di vivere la tua vita, Derek, okay?"
Derek annuisce e stringe quella piccola mano, prima di sentirla svanire nel vento.

Blu.

Un piccolo, piccolo incantesimo | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora