Capitolo 3

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Tre giorni. Sono passati solo tre giorni e Derek vorrebbe solo starsene da solo in silenzio.
"DEEEEEE'EEK!"
Silenzio che non c'è.
Scott e gli altri sono appena andati via dopo avergli portato la spesa. In realtà sono scappati dopo che Stiles ha iniziato a rincorrerli urlando, cercando di aggrapparsi alle gambe di ognuno per essere trasportato in giro. Scott ha resistito solo dieci minuti, prima di correre via con la coda tra le gambe e scusandosi con Derek.
Derek che ora è seduto sul pavimento, perché si era illuso che Stiles potesse amare il disegno e starsene con i pastelli tra le mani qualche ora, e che invece ora sta facendo da bersaglio per i suddetti pastelli.
"FIIIIUUUUU! BOOOOOM!" urla ancora il bambino. Derek crede stia cercando di imitare dei missili, ma non ne è sicuro. In realtà non vuole nemmeno saperlo, quindi afferra Stiles, si alza, lo conduce in bagno e lo rimette giù.
Il bimbo lo guarda interrogativo e Derek spera sia la scelta giusta quella che sta per fare, perché ricorda che con Cora funzionava.
"Shampoo."
Cora adorava fare lo shampoo. Diventava subito una brava bambina perché non vedeva l'ora di avere la testa sotto l'acqua e le mani di sua madre che la accarezzavano.
Solo che a quanto pare Derek si è ancora illuso.
"AAAAAAAAAAAAAH!" è tutto quello che dice Stiles, correndo fuori dalla stanza, con le braccia in aria.
Corsa che si interrompe alla prima curva, quando il bambino scivola e cade col sedere sul pavimento.
Derek, terrorizzato al pensiero che si sia fatto male, gli corre in contro, perché Stiles è in silenzio e non si muove, ma tira subito un sospiro di sollievo quando il bambino si mette a sedere e...e scoppia in una risata fragorosa.
"AHAHAHAHA! CA'UTO!"
Derek si passa una mano sulla faccia, in un misto tra sconcerto e sollievo e lo aiuta ad alzarsi, mentre Stiles ancora ride.
Alla fine, lo shampoo riescono a farlo, perché Derek gli promette che non gli bagnerà la faccia e Stiles, dopo avergli chiesto di promettere, decide di fidarsi.
Se Derek ha capito una cosa in quei tre giorni, però, è che Stiles arriva a fine giornata distrutto. Alle otto e mezza, dopo che ha urlato per l'ultima volta per farsi preparare il latte caldo, comincia a sbadigliare.
La prima sera Derek nemmeno sapeva come controllare quanto fosse caldo il latte, ma era stato proprio il bambino a mostrarglielo. Aveva afferrato la cannuccia che Derek aveva infilato nel bicchiere e poi aveva preso un polso del mannaro.
"Mamma qui" aveva detto, facendogli capire che doveva sentire la temperatura nel lato interno del polso.
Gli si era un po' stretto lo stomaco a quella scena, a sentire Stiles parlare di sua mamma, poi il bambino aveva ripreso ad urlare chiedendogli il latte e non ci aveva più pensato.
Da quando comincia a sbadigliare, Derek ha notato che Stiles cambia. Si calma e, invece di scacciare le sue mani quando cerca di afferrarlo, è proprio lui che allunga le manine per farsi tenere in braccio. Sempre la prima sera, Derek si è addormentato sul divano per paura di svegliarlo se si fosse spostato. Ora invece ha capito che Stiles non si sveglierebbe nemmeno con le cannonate, quindi lo appoggia delicatamente al centro del suo letto e gli si sdraia di fianco.
Succede la stessa cosa tutte le notti: appena Derek si stende, Stiles rotola due volte sul fianco e si spalma sul suo petto.

È il sesto giorno quando Derek riesce ad avere qualche ora di pausa da Stiles perché il bambino ha deciso che Scott non vuole mangiarlo e che il fatto che voglia portarlo suelle giostre sia una buona cosa.
Ha finalmente messo dei pantaloncini ed è pronto per andare a correre nella riserva, quando il portone del loft si spalanca ed entrano quattro persone: i suoi beta e (Derek impreca mentalmente) Cora con Peter.
"Questa casa puzza di latte!" Peter.
"Fratellone, quando pensavi di renderci partecipi della cosa?" Cora.
"Non è colpa mia, lei mi ha chiamata e non potevo dirle una bugia!" Jane.
"Tutto vero. Ho cercato di avvisarti, ma hai il cellulare spento" Vincent.
Derek li guarda, li squadra, pensa che ormai sanno già tutto e che è inutile parlarne, li sorpassa ed esce lo stesso. Ha bisogno di correre, non di ascoltare le battutine di suo zio.

Corre per chilometri, come non faceva da tanto. Gli odori della riserva lo stanno aiutando a rilassarsi e a distendere i muscoli, ma soprattutto a pensare. Non ha avuto modo di farlo, nemmeno di notte, perché è sempre troppo concentrato ad ascoltare il cuore di Stiles o le parole biascicate che mormora nel sonno. È quasi sicuro che più di una volta abbia fatto il suo nome.
Sa che gli altri stanno cercando di venire a capo di questa storia, ma lui deve fare i conti con ben altro. Quando è andato via anni prima da quel posto, si era ripromesso di tornarci solo se gli altri fossero stati in pericolo e avessero avuto bisogno di lui, si era ripromesso di farsi spiegare per filo e per segno tutto, prima di prendere la decisione di tornare, ma sa che non ha fatto così. Appena ha saputo che quello in pericolo questa volta era Stiles, non ci ha nemmeno pensato su prima di partire, senza nemmeno sapere quale fosse in realtà il motivo per cui Scott l'avesse chiamato.
E ora è lì, a fare da babysitter al ragazzo che ama (sì, ha imparato a fare i conti con questa cosa molto tempo prima), sperando che un branco di poco più che adolescenti riesca a venirne a capo. Vorrebbe fare altro, vorrebbe essere in giro a fare ricerche, a cercare tracce, ma non può. Ha visto come reagisce Stiles quando si allontana o quando gli chiedono se vuole dormire da Scott. Comincia ad urlare, ad aggrapparsi alla sua maglia, fino ad arrampicarsi su di lui e a stringere le braccia intorno al suo collo, contro cui nasconde il visino. Derek dopo la seconda volta che glielo hanno chiesto, ha detto agli altri di non farlo più, non riesce a vederlo così. Per questo si è stupito quando quella mattina Stiles ha accettato di stare con Scott, ma ne è stato anche un po' sollevato. Stiles si è girato più di una volta indietro a guardarlo, mentre teneva la mano a Scott, ma Derek gli ha sorriso incoraggiante per tutto il tempo, promettendogli che sarebbe tornato lì per dormire.
Ed è proprio per quello che quando comincia a fare buio decide di tornare a casa, non vuole che il bambino si spaventi non vedendolo. Deve andare a prenderlo da Scott, ma decide di passare per il loft a prendere l'auto.
La sua auto che è parcheggiata tra quella di Scott e quella di Isaac.
La scena che gli si para davanti quando apre il portone di ferro del loft, gli sembra surreale.
Le ragazze stanno tranquillamente parlando sedute sul divano, ma per terra c'è il delirio: Stiles è seduto in un cerchio formato da Scott, Isaac, Vincent, Liam e Peter e sta ridendo con le lacrime agli occhi perché tutti gli fanno rotolare delle palline contro.
Derek è quasi geloso perché il bambino è davvero felice e batte le manine guardando tutti gli altri con gli occhi luminosi, ma poi un sorriso spunta sul suo volto quando il piccolo si blocca e alza le braccia verso di lui, appena lo vede arrivare. E i suoi occhi si illuminano ancora di più.
"DEEEEEE'EEEEEEK!" urla sorridendo, dimenticandosi di tutte le palline.
Derek gli si avvicina. Si abbassa e lo prende in braccio, lasciandogli un bacio tra i capelli che lo fa sorridere ancora di più, fregandosene di tutti gli sguardi che ha addosso.
Dopo altri sorrisi, latte sputacchiato e la lotta per mettere il pigiama, Stiles finalmente dorme sereno e Derek ritorna a sedersi di sotto. Sono rimasti solo Cora e Peter che lo guardano senza dire nulla, quindi Derek prende l'iniziativa.
"Lo so, okay? So che mi ci sto affezionando, so che non dovrei essere così felice, perché questa non è una situazione normale, ma quello è Stiles e io non posso non fare di tutto per renderlo felice, qualunque età abbia."
Cora rilascia un sospiro, come rassegnata, ma Peter si alza, fa avanti e indietro per un po' poi parla.
"Nipote, te l'ho detto anni fa e te lo dico ora: sei un idiota."
Derek incassa il colpo.
"Tu, le tue paranoie, tutti i tuoi pensieri e poi? Poi corri qui e ti prendi cura di un bimbo così come avresti dovuto fare già da anni con la sua versione più grande. Che problemi hai?"
Derek fa per rispondere, ma Cora interviene.
"Der, ha ragione lui. Ti costringi a stargli lontano perché vuoi tenerlo al sicuro e va bene, è un atto nobile e coraggioso, ma vedi? Anche se non ci sei tu è uno sfigato e tu comunque continui a correre in suo aiuto. Amatevi e basta!"
"Io amo lui, ma non è detto che sia corrisp-"
Peter lo interrompe, sbuffando.
"Ma come fai ad avere il mio sangue? Derek, quel bambino ti riconosce senza nemmeno averti conosciuto, e la sua versione adulta tiene una tua foto sul comodino. Hai bisogno di altre prove? Vediamo...L'odore che aveva Stiles quando eri qui? Il suo preoccuparsi per te così come fai tu, come due deficienti? Continuo?"
Derek si affloscia nelle spalle e appoggia i gomiti sulle ginocchia, reggendosi la testa.
"Volevo solo proteggerlo" ammette.
Cora si avvicina, cingendogli le spalle.
"Credo tu ci riesca meglio quando gli sei vicino. Lo vedevo prima e lo vedo ora negli occhi felici di uno Stiles di tre anni. Sei andato via per cinque anni ed è stato maledetto da una strega. Sei appena tornato e lo hai salvato da un mostro nascosto sotto il letto."
Derek sorride, guardando prima sua sorella, poi suo zio.
"Quando questa storia sarà finita, ci proverò, okay?"
Anche Peter gli si avvicina e gli batte una pacca sulla spalla.
"Ora vai di là, nipotino, che la versione mini del tuo compagno potrebbe svegliarsi e piangere non trovandoti. Sai che ha detto che sei il suo bellissimo Dee'eek?"
Derek non risponde, ma il suo petto si gonfia giusto un po', mentre si avvia verso la scala.

Derek avrebbe voluto dormire di più. Avrebbe decisamente voluto dormire di più, ma qualcosa gli ha fatto interrompere un bellissimo sogno. Ha ancora gli occhi chiusi, ma sente che qualcuno gli sta picchiettando le dita sulle guance, gli sta passando le mani sulla barba e ogni tanto lo scuote per farlo svegliare.
Derek sente che Stiles è di buon umore, sente il profumo dolce della felicità e sa che sta sorridendo con il suo ghigno impertinente, mentre gli dirturba il sonno. Quindi, decide di prendersi gioco di lui.
"AHIA!" grida il bambino, quando Derek si sposta, afferrando il suo ditino tra i denti, senza fargli del male.
Derek sta per afferrarglielo di nuovo, ma Stiles lo interrompe.
"Derek! Mi hai fatto male! Ora voglio il latte al cioccolato!"
E Derek si immobilizza e spalanca gli occhi.
Fino alla sera prima, Stiles nemmeno lo sapeva dire cioccolato, diceva coccolato. E sicuramente non parlava in modo così veloce.
Quello che si ritrova di fronte, infatti, non è più un bimbo di tre anni, ma uno più grande, più alto e con lo sguardo ancora più vispo.
"Derek! Ho fame" insiste quella nuova versione di Stiles, obbligando Derek a ridestarsi e a sedersi di scatto al centro del letto.
"Ehi! Piano, che poi cado, batto la testa e potrei morire!"
"Quanti anni hai?" chiede, però, il mannaro.
"Ho sei anni! Ti sei svegliato smemorato, stamattina? Lo sai che uno zio di mamma è smemorato? Mamma dice che è perché è malato ed è vecchio. Mi chiama Micky! Ma io non mi chiamo Micky, è un nome bruttissim-"
Derek lo afferra, lo trascina giù dal letto verso la cucina e lo mette giù sullo sgabello di fronte al bancone.
"Mangia!" gli ringhia contro, poggiandogli davanti una tazza piena di latte al cioccolato e una scatola di cereali.
Sono passate due ore e Derek vorrebbe urlare. Stiles non ha fatto altro che chiacchierare di qualsiasi cosa. Ha descritto casa sua mentre Derek lo rivestiva con una sua maglia che gli arriva sotto i piedi, ha raccontato del suo primo giorno di scuola mentre lo infilava in machina e ha continuato a borbottare su quanto fosse brutta la maestra per tutto il tempo che Deaton lo ha analizzato.
Ora sono di nuovo al loft e, finalmente, le sue chiacchiere hanno trovato un altro bersaglio: Jane.
Derek vorrebbe essere dispiaciuto per lei, ma è colpa sua se i capelli rossi hanno affascinato il bambino, quindi la ignora e continua a parlare con Scott e gli altri.
"Quindi, dopo una settimana, è cresciuto di tre anni" dice il true alpha.
Derek annuisce.
"Se continua così, dovrebbe tornare alla sua età entro cinque settimane" deduce Peter.
"Cinque settimane?! Questo qui in cinque settimane ci uccide tutti!" Jane.
Derek la zittisce solo con lo sguardo, poi si alza e comincia a passeggiare davanti alla vetrata.
"Scott, non avete nessuna novità della strega?" chiede, ma già conosce la risposta.
"Nulla. Sappiamo che è in giro, la avvertiamo, ma non riusciamo a trovarla in nessun modo, non sappiamo più cosa fare. Deaton sta preparando qualche intruglio per localizzarla, ma sono solo esperimenti. Le stiamo provando tutte" spiega.
Derek annuisce ancora una volta, poi si avvicina a Stiles, inginocchiandosi per parlargli.
"Stiles, faresti una cosa per me?" chiede.
Il bambino annuisce, sorridendo.
"Ti va di stare con Cora, mentre io esco per un po'? Solo un po'."
Il sorriso di Stiles lascia il posto ad un broncio sempre più accentuato, mentre gli occhi si fanno lucidi.
"Ma...e...io?" chiede, con la voce che comincia a tremare.
Derek gli prende le mani tra le sue, per rassicurarlo.
"Ti prometto che torno, ma è davvero necessario che io esca per un po'."
"Torni per la nanna?"
Derek non vorrebbe togliergli quel bellissimo odore di speranza, ma non può dirgli bugie.
"Farò di tutto per dormire con te" gli dice, in una mezza verità.
Solo che Stiles è troppo intelligente, anche se ha solo sei anni, quindi si imbroncia ancora di più e, con uno slancio, allaccia le braccia intorno al collo del mannaro.
Derek gli cinge la schiena, carezzandola piano per cercare di calmarlo. Stiles non sta piangendo, sta trattenendo le lacrime e Derek se ne rende conto dal suo trattenere il respiro. La cosa lo fa sorridere, mentre gira la testa per lasciare un bacio su quei capelli impazziti.
Stiles si stacca all'improvviso. HA il naso rosso, gli occhi lucidi, ma lo sguardo risoluto.
"Va bene, sono un bimbo grande! Vai e io aspetto qui con Cora e faccio la nanna con lei se non torni presto!"
Derek sorride ancora, gli scompiglia i capelli e si rimette in piedi.
"Cora, non ti dimenticare di preparargli la cena" ordina, rivolgendosi a sua sorella che gli fa un occhiolino, poi si rivolge a tutti gli altri. "Voi tutti venite con me. Dobbiamo trovare questa strega e non possiamo affidarci solo a Deaton. Cominciamo le ricerche."

Un piccolo, piccolo incantesimo | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora