Henry mi stava asciugando i capelli, passando le dita delle mani fra le ciocche e sostenendo il phon con l'altra. Aveva un tocco delicato, mentre mi massaggiava la cute con le dita.
-Potevo farlo da sola. - dissi imbarazzata, chinando gli occhi sulle mie mani strette in grembo.
-Lo so.-mi sorrise attraverso lo specchio della toiletta del bagno. Finì di asciugarmi i capelli e mi fece voltare sulla sedia. Lo vidi cercare in giro con gli occhi e soffermarsi su una busta sul mobile del lavandino.
Afferrò la pomata antibiotica e me ne applicó un po' sullo zigomo e sul ginocchio con gesti lenti, come se si stesse occupando di un bambino.
Non riuscì a muovermi. Ero completamente paralizzata mentre lui si occupava di me. La sua mano si allungó alle mie spalle per poggiare il tubetto, dopodiché si inginocchió davanti a me guardandomi negli occhi.
-Ti ho detto cosa provo. - le sue mani afferrarono le mie. -Ma tu non mi hai risposto.-
Scossi la testa sotto il suo sguardo, arrossendo vistosamente. Aprì le labbra e mi sfuggì un profondo respiro mentre il suo viso si avvicinava lentamente. I suoi occhi posarono lo sguardo tra le mie labbra e i miei occhi.
Mi tremò il mento e mi afferra il labbro inferiore tra i denti.
-Tutto questo è surreale. Non è possibile. Forse ho battuto forte la testa. - sbottai portandomi la mano sulla nuca indicandogli la ferita. -Non so nemmeno se sei qui...-
Henry seguì con lo sguardo i miei movimenti, con cipiglio confuso.
Le sue mani poggiate sulla pelle delle mie cosce sembravano incendiarmi il corpo.
-Sono solo la tua assistente. - mormorai mentre lui si tirava indietro con occhi sbarrati.
-Dici? - rispose duro.
Capì di averlo ferito. Ma tutto quello mi sembrava assurdo...
-Henry, per favore, non voglio litigare...-
Henry si tiró sù e fissando il mio riflesso nello specchio e poi abbassandolo verso di me, mi fece una domanda che mi stupì.
-Provi qualcosa per me? -
Il suo sguardo intercettó il mio e io mi ritrovai ad annegare nel blu dei suoi occhi.
Annuì stringendo le labbra.
Provavo qualcosa per lui. Anche se non sapevo cosa fosse... O forse lo sapevo e non volevo ammetterlo.
Confusa abbassati lo sguardo chiudendo gli occhi.
-Mi basta, per ora. - sussurró. Mi porse una mano e io incastrai le mie dita fra le sue.
Lo seguì fin nel salotto, sedendomi sul divano sotto i suoi occhi attenti.
-Hai fame? Vuoi che ordini qualcosa? -
-No, no. Ho solo bisogno di stare seduta qui un po'. È stata una giornata... Pesante. -
Lui sorrise, e si sedette vicino a me.
Ci fissammo a lungo prima che il campanello suonasse. Almeno avrebbe messo fine a quegli attimi imbarazzanti di silenzio.
-Vado io. Deve essere John. -
-John? -
Lo sentì parlare, ringraziare e tornare in casa con un piccolo borsone da palestra nero.
-Mi ha portato un cambio di vestiti e il portatile. Non ti spiace se uso il bagno?! -
-Quindi rimani?- chiesi scioccamente.
Henry sollevó lo sguardo verso di me prima di sorridere apertamente e scuotere la testa.
-Dopo quello che è successo... Non me la sento proprio di lasciarti da sola, Kat. - Lui aprì la borsa tirando fuori un borsello più piccolo e un pantalone, forse del pigiama.
-Ah grazie.. - mormorai.-Vuoi che vada via? -
Scossi la testa.-Mentre fai la doccia ti preparo il divano...-borbottai. Alzai lo sguardo solo per notare che si era già sbottonato la camicia, mostrando il petto e gli addominali.
Sussultai e mi voltai, cercando altro da fare. Lo sentì ridacchiare e chiudersi in bagno.
Chi diavolo aveva scolpito quell'uomo?
Gli dei greci in persona? Zeus in persona?
Perché sembrava...anzi era..
Sexy da morire.
E una donna sarebbe potuta morire per un tipo del genere.
Cavolo, un figo del genere stava facendo la doccia nel Mio bagno.
Dormirà sul Mio divano. Ridacchiai, sembravo la protagonista di una soap-opera.Camminai verso il mio armadio in camera da letto, evitando di guardarmi allo specchio.
Afferrai la biancheria del letto e mi spostai in salotto stendendo con non poca fatica il divano letto.
Poco dopo avevo già sistemato le lenzuola e i cuscini, quando mi ritrovai la sua figura semi nuda davanti.
Henry indossava solo i pantaloni del pigiama. Deglutí a fatica, arrossendo. Tutto in lui era perfetto. Mi sorrise strofinandosi i capelli bagnati con un asciugamano, mentre gocce d'acqua gli scendevano lente sul collo e sul petto.
-Ehm, ok.-mormorai. -Se ti serve altro, fai come se fossi a casa tua. - gli passai accanto, sfiorando il suo petto.
Puro acciaio ricoperto di seta.Mi fermai sull'uscio, voltandomi.
-Henry, grazie. -
Mi sorrise pensieroso, sedendosi sul letto improvvisato.
-Non devi dirlo. - rispose.Mi chiusi la porta alle spalle e mi misi letto. Cercai per mezz'ora la posizione più comoda, spingendo giù le lenzuola, le coperte. Sospirai pesantemente quando mi arresi. Non mi sarei addormentata facilmente. Non di certo con l'uomo dei miei sogni dietro quella porta. Strinsi i denti sollevando lo sguardo verso il soffitto.
E mi mossi prima di capire di aver preso una decisione. A piedi nudi percorsi il corridoio fino al divano. Lui era lì steso. La lampada accanto era accesa, ma lui giaceva supino con gli occhi chiusi, una mano dietro la testa e la bocca leggermente aperta. Il suo addome si muoveva lentamente e io avevo la voglia matta di toccarlo. Di sfiorargli la peluria che copriva il petto.
-Henry. - sussurrai, posando d'istinto una mano sul punto che mi attirava maggiormente. Le mie dita sfiorarono la peluria e poi la pelle liscia della spalla. Henry socchiuse gli occhi, mormoró qualcosa che non riuscì a capire poco prima di finire fra le sue braccia con la bocca sulla mia. Le sue braccia mi strinsero e mi spinsero verso di lui. Mentre dolcemente subivo il suo assalto alla mia bocca. In modo del tutto diverso dal bacio che ci eravamo scambiati la prima volta.
Questo sembra un vero e proprio saccheggio ai miei danni, le sue mani mi stringevano il bacino, mentre mi spingeva a sedermi a cavalcioni su di lui. Mi scostai dal bacio imbarazzata. Scendendo da quella posizione davvero troppo imbarazzante per me.
-Amore mio. - mormorò mentre spostava le ciocche dei miei capelli indietro. Sembro d'un tratto svegliarsi da un sogno. Gli occhi sbarrati e le guance arrossate.
Non avevo mia visto Henry arrossire. Qualcosa nel mio stomaco si mosse, ma non era fame quella. Mi chinai inginocchiò sul cuscino del divano e poggiai in modo dolce le mie labbra sulla sua guancia.
Henry sembrava davvero sorpreso.
-Mio tesoro, cosa succede? -
-Non riuscivo dormire. - sussurra.
Con le dita mi accarezzò il viso, perso in chissà quale pensiero.
-Resta qui, con me.-
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Secret Love - Innamorata Del Mio Capo
ФанфикShort Story su Henry Cavill. Può un ricchissimo dirigente d'azienda notare una bassa e formosa assistente che lavora con lui da ben 5 anni?!