-Ci stai ancora pensando? -
Sollevai lo sguardo dall'ennesimo articolo sul web e sorrisi incerta.
-Smettila di corrucciarti. È stato un bene che non abbia sborsato soldi per l'acquisto di quell'azienda.-
-Lo penso anche io. Ma se solo fossi stata più attenta a quei dati forse non avremmo nemmeno fatto una proposta. Non credi? -
-No. Hai fatto un lavoro straordinario. - rispose e io mi ritrovai a fissarli imbambolata. Un complimento. Davvero mi aveva fatto un complimento?
-Chi sei? E che fine hai fatto fare al mio capo? - chiesi scioccamente.
Henry scoppió a ridere, allungando le mani e imprigionandomi contro il divano. Il suo corpo fu ad un soffio dal mio le sue labbra a qualche millimetro dalle mie.
-Henry...-mormorai ma era troppo tardi. Le sue labbra si poggiarono sulle mie e io mi persi completamente in quel sogno.
Con tocchi sapienti la sua lingua sfioró la mia, percorse la mia bocca in un bacio urgente e umido, passionale. Non mi sarei mai aspettata che un bacio potesse coinvolgere tutti i sensi. Le mie mani si aggrapparono autonome fra i suoi capelli e sulla sua spalla; mi spinsi contro di lui. Mentre con mani sapienti mi aveva sollevato la maglietta fino all'ombelico e cercava di tirarla su con delicatezza.
-Ti voglio da morire.- mormoró contro il mio collo.
-Cazzo!-disse allontanandosi. - Continuando così ti scoperó sul pavimento. -
Arrossì e rimasi a bocca aperta mentre con gesti meccanici mi metteva a posto la maglietta e sospirava combattuto.
Intorno a noi si creò un certo imbarazzo che non sparì nemmeno quando ordinammo cinese per pranzo. Ormai qualcosa sembrava essersi rotto. E non sapevo se era il suo desiderio nei miei confronti o il mio cuore per essere esclusa dai suoi pensieri e per essere stata rifiutata.Quando nel pomeriggio sollevai lo sguardo verso l'orologio mi accorsi che erano passate già ore da quando ci eravamo scambiati quattro parole in tutto.
"Come stai?" e "Sto bene."
Tutto qui.
Sollevai lo sguardo verso la sua schiena. Era tornato alla sua postazione contro la penisola della cucina. Avrei avuto una vista laser per scottargli la pelle e per farmi notare.
Imbarazzante. Tutto ciò era imbarazzante. Sbuffai, più forte del dovuto. Ma lui nemmeno si voltò.
Oh, al diavolo.
Chiudendo il pc, mi sollevai da terra con un po' di fatica. Percorsi la stanza e raggiunsi il frigo.
Passai alle sua spalle.
Fu solo un secondo. Un attimo prima che una cartella venisse aperta.
-Cos'è quella? - chiesi chinandomi.
Avevo visto bene?
-Cosa? - chiese lui, rigidamente.
-Fammi vedere...-chiesi e allungai la mano verso il mouse. Ma lui me la bloccó.
-Henry?-
Si voltó verso di me, chiudendo il computer e sorridendomi compiaciuto, anzi forse mi stava persino schernendo.
Rimasi bloccata per un secondo, poi mi voltai e aprì lo sportello del frigo afferrando una bottiglia d'acqua.
Non aveva voluto mostrarmi il suo Screensaver... E io perché mi sentivo così irritata?
Presi un sorso d'acqua fissando un punto qualsiasi sulla parete.
Feci una smorfia.
Gli lanciai un'occhiata da sopra la spalla, aveva riaperto il pc e scriveva sulla tastiera senza prestarmi attenzioni.
La mia mente si illuminò come una lampadina appena accesa. Afferrando un'altra bottiglia d'acqua dal frigo mi avvicinai posandola davanti alla sua mani. Il suo sguardo si posó prima sulla bottiglia e poi su di me. Le sue sopracciglia si sollevarono.
-Grazie?-
Sollevai gli occhi al cielo, afferrandogli il viso tra le mani poggiai la bocca sulla sua.
Le sue braccia mi strinsero subito contro di lui.
-Sono solo la tua assistente o sono qualcosa di più? -
Il suo sguardo si rabbuiò. - Certo che sei di più.-
-Allora non ignorarmi come se non valessi nulla, dopo che mi hai quasi spogliato sul pavimento per fare sesso. - le parole mi uscirono liberatorie.
Il suo sguardo si addolcì mentre si alzava in piedi e mi stringeva in un forte abbraccio.
-Perdonami. Sono davvero un'idiota.-
-Credo che dovrò conviverci. - risposi.
Henry scoppiò a ridere e sollevandomi il viso verso il suo mi baciò con dolcezza.
-Devi. Perché d'ora in poi non ti lascerò più andare. - sorrise.
-A proposito. Questa sera sei la mia accompagnatrice per la festa di compleanno di mia madre. -
-Cosa? - chiesi sgomenta. - Non ci penso minimamente! Non con questa faccia! Andiamo sembro Mike Tyson dopo un'incontro. -
-E tu che ne sai di Mike Tyson? E comunque no. Non gli assomigli affatto, tu sei molto più pallida e molto femminile. - ridacchió mentre io gli schiaffeggiavo scherzosamente il petto.
-Henry! -
-OK. Ok! Chiamerò mia madre, le dirò che non andremo. La mia ragazza non si sente molto a suo agio ad andare a quella festa.-
Lo fissai sbalordita, mentre quella strana sensazione alla bocca dello stomaco si ripresentava e mi accaldava le guance.
-Ho detto che...che io non verrò. Ma tu ci andrai.- balbettai come un'idiota.
-Non ci vado senza te. Chiamo per avvisare. -Come diavolo mi ero fatta convincere?
Oh, certo. Giusto! Il senso di colpa. Quello avrebbe fatto leva su qualsiasi persona. Mi aggiustai per l'ennesima volta il vestito che avevo indossato, in piedi davanti a quel portone di casa. Era l'unico che possedesse che fosse minimamente elegante. Nero, con una scollatura a barca e una fascia intorno alla vita, valorizzava le mie curve, ma lasciava scoperte le ferite sulle gambe e accentuava il viola del mio occhio.
-Stai benissimo. - la sua voce alle mie spalle mi fece sobbalzare per la sorpresa. Le sue braccia mi circondarono; Henry aveva indossato un completo spezzato blu senza cravatta, molto elegante, ma che su di lui stava benissimo.
-Pronta?- mi chiese e io annuì. Suonò al campanello e poco dopo la porta di aprì.
La figura davanti a noi si illuminó di un enorme sorriso. Colin Cavill rise di gusto, notando il braccio con cui Henry mi stringeva a sé.
-Finalmente!- urló, invitandoci ad entrare. La casa era stata finemente arredata da fiori freschi che mandavano un delizioso profumo.
Percorremmo il corridoio spazioso fino alla porta che dava sul giardino dove era in atto la festa. Henry si staccó dal mio fianco per stringere la madre con un sorriso e augurarle un buon compleanno. Dopo fu il mio turno.
Ma l'imbarazzo arrivò dopo. Quando tutti si accorsero che Henry, non mi "teneva accanto" come semplice assistente, ma mi teneva per mano come una fidanzata.
Marianne mi sorrise compiaciuta, mentre i fratelli sghignazzavano alla nostra vista.
-Sono un po' imbarazzata. - sussurrai accanto al suo orecchio mentre l'ennesimo fratello, questa volta Simon, si avvicinava per conoscere i dettagli della nostra relazione.
-Non posso darti torto.-mormoró mentre ci dirigevamo verso il tavolo per la consumare la cena.
Si bloccó, facendomi voltare verso di lui.
-So un modo che potrebbe aiutarci o rovinarci. -
-Cioè?-
Henry mi afferró il viso con una mano e chinandosi mi bació dolcemente sulle labbra.
Tutto intorno sembrò sparire, ma bastò un rumore di piatti rotti, risate e gridolini estasiati a interromperci.
La famiglia di Henry ci osservava felice e completamente sbigottita.
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Secret Love - Innamorata Del Mio Capo
FanficShort Story su Henry Cavill. Può un ricchissimo dirigente d'azienda notare una bassa e formosa assistente che lavora con lui da ben 5 anni?!