Punto di vista di Taki
Il quartiere di Shinjuku, sfacciatamente moderno, è abituato a veder sfrecciare rapidissimi i treni; anche per questo non deve aver prestato tanta attenzione alla mia corsa sfrenata attraverso le viottole del circondario. Nulla di più che l'ennesimo vettore che a pazza velocità si lancia nella geografia del mondo. Al vedermi passare, le donnine affacciate alle finestre sorridevano coi pochi denti rimasti, con la serena ponderatezza che può indossare solo chi dalla vita non si aspetta nulla di nuovo. Come a dire: "Ti benedico, figliolo, vai pure; ma cosa troverai alla fine della corsa?". E vedendomi ormai lontano dal balcone riprendevano a parlare col gatto, col marito o con il cielo: indifferenti rispetto al mondo e ai suoi moti, riabbracciavano la sacralità del quotidiano.
Il mio cuore pestava il petto con ingratitudine (tu-tum, tu-tum!), scalciando malmostosamente il corpo rallentato dai vestiti eleganti e dalla borsa da lavoro. Fosse per il cuore, sarei già arrivato. Ma dove? La mia meta è una persona!
Avevo intravisto una ragazza sul treno; nuotando per due istanti nei suoi occhi castani mi era sembrato di conoscerla meglio di me stesso. Una forza sovrumana mi aveva investito il corpo, tagliandomi di netto il respiro. Tutto ad un tratto la mia molle anima in pena si era ringalluzzita, dandomi un ordine non detto e non scritto che aveva la forma della più urgente imperiosità:
È lei tutto ciò che di buono ha la vita da darti: corri!
Mi ero tuffato a cercarla per la strada, sperando che magnolie e betulle facessero le spie e mi suggerissero delle scorciatoie. Non smetterò mai di credere che anche le piante vogliano un lieto fine per le vicende umane.
Buttavo gli occhi ovunque, in cerca della sua camicetta rosa, mentre mi dimenavo in questo labirinto di casette e giardini in miniatura.
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Your Name: Il Finale [Kimi No Na Wa]
RomanceCon la domanda "qual è il tuo nome?" si chiude il mitico film Your Name di Makoto Shinkai, che si innalza tra i film contemporanei come vera e propria pietra miliare nella produzione culturale giapponese. Diciamo la verità: il finale lascia l'amaro...