25 - LO SPECCHIO DI ANANKE - parte I

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Grida si ammassavano nell'aria come il gracchiare d'uno stormo di corvi sulle carogne, seppure corvi non vi fossero; lo scoppio dei fuochi e il fetore delle carni dei ventotto prigionieri fuggiti, infettava la gelida aria; la cagnara degli scudi logori, delle lance, degli stivali d'argento battenti sulla terra e delle scintillanti armature, marchiava ogni respiro come se il cuore stesso venisse calpestato.

Da oriente a occidente, un infernale ascesa di piccole sfere blu gremiva l'isola.
Decine e decine di abominevoli occhi roteavano dannati e trafiggevano la nebbia, la quale pareva spalancarsi come tante grandi fauci da cui i non morti insorgevano.

Rose e Lady, invisibili ai loro occhi e svelte come il vento poiché insediatesi all'interno delle strette vie fangose e occulte che passavano per i boschi vicini, si dirigevano verso il confine nord est del ripiano sotto la valle.

Ogni cosa dinanzi a loro era dilaniata da quell'oscurità, che perfino la malattia aveva terrore a sconfinare oltre essa.

Le due presero a sgattaiolare come piccoli ratti attraverso un piccolo ripiano dove gli alberi finivano, per poi entrare attraverso i condotti di terra che portavano all'interno delle fosse comuni.

Lì rimasero sconcertate ed impietrite dinanzi all'indicibile orrore che si presentò loro:
ammassati a pochi passi da dove stavano, oltre il cumulo di fango dietro al quale si nascondevano e oltre il selciato di sassi ed escrementi, v'era una collina senza più oramai bocche o volti che si potessero osservare, fatta da miriadi di corpi neri e bruciati;
non decine ma, alla vista, apparivano ancor più di quanto avessero mai potuto anche solo concepire.
Donne, uomini, anziani e fin anche bambini.

Lo sentite? Avvertite il terribile tremito che li invade e l'ineluttabile sentore d'angoscia e terrore che le tiene pietrificate ed inermi?

Uno scenario sì tremendo oltre ogni dire, tanto che Rose si tappò la bocca per non respirare quel fetore lercio e ammorbante.

Lady si alzò appena per poter meglio osservare lo scempio che le si presentava dinanzi, e si lasciò cadere le braccia penzolanti sui fianchi.

Per la prima volta da quando era rinata tempo prima come non morta, il suo cuore di cenere era schiacciato e stritolato dall'orrore e dal risentimento misto alla tristezza.

I topi fuggivano verso l'opposta direzione in quel condotto di terra assai simile ad una trincea, mentre la terra inavvertitamente cominciò a rullare.

Rose non osò mai riguardare quella montagna di corpi, poiché delle viscide conate giallastre le uscirono dalla bocca, ma si limitò a tenere sbarrati i suoi occhi mentre due coppie di soldati si avvicinavano verso la loro direzione sopra il condotto.

Lady intanto, come rapita da ciò a cui stava assistendo, si avvicinò a passo stremato verso la montagna di corpi neri e rimase lì ferma sotto di essa ad osservare i volti inceneriti e le braccia scarnificate dei cadaveri, i quali fuoriuscivano come aghi di filo spinato.

Un senso devastatore le contorse brutalmente le interiora costringendolo a stringersi il ventre con le mani, mentre la puzza invadeva le sue narici.

Ma il malessere più grande da lei patito, fu uno spietato e freddo sentore di colpa: i corpi delle persone che ora erano stati bruciati ed eliminati come rifiuti senza importanza, corpi che lei stessa aveva assaporato e dilaniato, adesso gridavano e vorticavano dentro la sua infelice mente per rammentargli i suoi atti.

MAGNUS: The Dark Rain Vol. I - The age of fire and ice Vol. IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora