Il vento soffiò quasi afoso quando un sesto tuono successivo al quinto scoppiò tra le nere nubi che, ingoiando avidamente ciò che rimaneva del giorno, vomitavano quella luce di fuoco sulla collina e su tutta l'isola di Moon Rock e le sue contee.
La luce che fuoriusciva dalla colonna del cielo, la quale pareva una gigantesca porta socchiusa da cui il fuoco più ardente e abominevole sbucava, rassomigliava sì alla luce d'un eclissi, ma il soffocamento, il lezzo e l'oscurità che essa emanava, non apparteneva a questo mondo.
Rose lo rammentò assai uguale al fetore intollerabile che aveva sentito nella galleria e, il suo stomaco così come la sua gola, riarsero dallo sgomento.
Quell'odore sulfureo misto alla pietra bagnata, alla ruggine e ad un immenso cimitero di esalazioni di veleno, accompagnava dietro di sé un puzzo ancor più repellente e rivoltante: il puzzo della carne deconposta, d'escrementi e di sangue.
Reyna e Rose non resistettero e ripresero a correre verso il pendio che li avrebbe condotti verso l'auto, mentre pian piano le genti uscivano dalle loro abitazioni e dai loro covi per gremire ogni angolo di quelle strade e per vedere lo spettacolo macabro e terrificante che si era formata nel cielo nero.
L'aria si fece densa, infuocata, quasi irrespirabile, non fosse stato per il gelo che risaliva dalle viuzze strette del borgo.
Grida presero ad innalzarsi fugaci ad ogni scoppio di tuono, mentre la colonna di luce diveniva via via sempre più ampia e accecante, sino a distendere interi raggi di luce bianca come fossero fauci d'un abominio indicibile, almeno per la fragile mente dell'uomo.
La terra vibrò di ben due scale più forte, e la luce divorò ogni cosa.
Nessuno seppe dire cosa fosse realmente avvenuto o da cosa divenisse tale accadimento, neppure quando la colonna di luce e il suo bagliore svanirono, lasciando unicamente le nubi nere nel cielo ed una gelida pioggia che seguí poco dopo.
Ogni uomo che avesse posato lo sguardo su tale spettacolo, ne sarebbe emerso mutato in qualche modo. Mutato sia nel volto che nell'animo, come se la mente fosse stata estraniata dal resto del corpo terreno.
Sarebbero apparse tutte genti normali in fondo, non fosse ché per le loro espressioni interdette, disperse e svanite.
Proprio come se nulla fosse mai accaduto.
Ma gli occhi di chi aveva guardato non mentivano, poiché parevano esser divenuti languidi e svuotati, come chi vede ma non vede.Il silenzio aveva fatto ritorno da nord a est, senza più né voci, né grida e né sussurri.
Soltanto il vuoto del nulla, come se mai tale avvento si fosse verificato.
Rose e Reyna non si votarono mai finché non furono a bordo dell'auto e neppure guardarono ciò che dietro s'erano lasciate.
Tanto tremava Reyna che la chiave mancò più volte il buco d'accensione.
Aveva la fronte madida e il suo corpo era freddo, a differenza del suo cuore caldo e impazzito.
Ansimava, tanto fu lo sconvolgimento che le atterrí entrambe, ma per lo meno lei farneticava. Rose invece era muta, scioccata e sconcertata, come se ancora sentisse quel rivoltante fetore inseguirla per avvelenare il suo olfatto e annebbiare la sua mente.
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MAGNUS: The Dark Rain Vol. I - The age of fire and ice Vol. II
Fantasía" IN VERITÀ NULLA SAPPIAMO, CHÉ LA VERITÀ È NELL'ABISSO ". (Democrito) 1975. Questa è una storia che comincia come potrebbero cominciarne tante. Una storia che si rivelerà fantastica e oscura, e che rispecchia una dimensione obliata vicina al nos...