Tra sogno e realtà

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Nel modo dentro la sua testa Martha sognava di essere ancora alla prigione, seduta sul cornicione della torretta di vedetta. L'aria fresca le scompigliava i capelli e da quell'altezza, riusciva a non percepire il tanfo di morte che aleggiava sotto i suoi piedi.
Glenn odiava quel suo sporgersi così oltre il limite del muro di protezione, le diceva almeno tre volte al giorno che se fosse caduta i vaganti l'avrebbero divorata prima che lui o qualcun altro sarebbero potuti intervenire. A lei però non importava, le piaceva quel brivido e le piaceva tenere tutto sotto controllo, osservare Carol che portava a spasso Judith, Rick che dispensava ordini al cancello, e Daryl che a volte veniva a farle compagnia insieme a Maggie.
Era tutto così perfetto nella sua imperfezione che a volte sembrava quasi assurdo.

Il giorno però arrivò a fare capolino nella mente di Martha, così velocemente che per un secondo non seppe distinguere la realtà dalla finzione. Non c'era Carl che le chiedeva consigli su come maneggiare un arco, Maggie che le raccontava di Glenn, Glenn che la rimproverava, e Rick che la chiamava S-terminator in onore del film che entrambi avevano amato un tempo. A Hilltop c'era solo disperazione per lei, e tanto, troppo dolore.
Ci mise un po', forse troppo, ad alzarsi dal letto e a percorrere il breve corridoio che la separava dalla cucina. Voleva approfittare dei momenti di lucidità che il giorno le concedeva per fare qualcosa di carino, un gesto semplice come quello di preparare la colazione a Jesus. Quando arrivò alla però cucina fu costretta a fermarsi e ad indietreggiare di quattro passi circa, dato che Daryl si era addormentato sul tavolo con una bottiglia di Whisky in mano e una fotografia sbiadita nell'altra.

Martha la riconobbe da lontano e di nuovo ripercorse con la mente il labile confine tra sogno e realtà.

"...Scusa non volevo, ora me ne vado"

L'arciere si svegliò sentendo i suoi passi, in realtà non aveva dormito per tutta la notte aspettando forse solo quel momento.

"No, resta"

Ricordava poco e niente della sera precedente, del suo vagare, e dalla sua crisi. Sapeva solo che in cuor suo aveva fatto qualcosa di molto brutto.

"Mi spiace per l'altra sera, io... spesso non riesco a controllare quello che ho nella testa"

Martha si posò l'indice accanto alla testa facendo il segno di una rotella che gira, solo a quel punto Daryl notò lo squarcio che le partiva dalla base del collo fino ad un punto indefinito, coperto dalla sua T-Shirt. Non ebbe dubbi sul suo carnefice e ancora una volta si sentì colpevole e spregevole allo stesso tempo.
Aveva lasciato che Negan le facesse questo, che dipingesse sul suo volto uno sguardo perennemente triste e un sorriso di circostanza che non le si addiceva.

"è colpa mia!"

"Non è colpa di nessuno Daryl"

La vide girarsi e mettersi ai fornelli, proprio come i primi tempi del loro arrivo ad Alexandria.

***

"Dovresti farti una doccia, sai qui hanno l'acqua calda e qualche asciugamano"

"Non voglio!"

"Daryl puzzi come una cazzo di fogna!"

L' arciere annui, sapendo che sarebbe stato inutile battibeccare su quell' argomento precisando ancora che lui non si fidava di quella gente. Così decise di darsi una sciacquata sommaria giusto per farle piacere. Al suo ritorno trovò in cucina un piatto di biscotti fumanti, appena sfornata.

"Su mangia, non fare il musone"

"Perché ti comporti così?" la rimproverò l'arciere.

"Perché voglio godermi tutto ciò che hanno, e se cercheranno di portarcelo via ficcherò ad ognuno di loro un coltello in gola."

***

"Allora dimmi...hai trovato il corpo di Rick?"

Gli stessi biscotti fumanti li dividevano, e per un attimo rivide nella sua compagna la donna cazzuta che era sempre stata. Martha un tempo apparteneva alla cosiddetta categoria delle donne forti, non era diversa da una Carol, una Maggie, e una Michonne, ma allo stesso tempo era più determinata di Carol, più selvaggia di Maggie e addirittura più sensibile di Michonne.

"No..."

Quel grugnito di Daryl la fece un po' sorridere, e uun po' le animò il desiderio di puntarsi di nuovo una pistola nel cranio, premere il grilletto e vedere le sue membra spiaccicate al muro. Scacciò via quel pensiero un secondo prima che Jesus fece il suo ingresso irrompendo in maniera brusca nella stanza.
Gli stivali erano completamente ricoperti di fango e le sue mani erano ricoperte di una poltiglia scura che puzzava di morte.

"Sono qui..."

I tre si guardarono con aria interrogativa.

"Orde di vaganti si avvicinano alla recinsione.."

Daryl si alzò di colpo ingurgitando l'ultimo biscotto, prese la sua balestra e si preparò a partire. Martha lo guardò per un secondo con l'ammirazione con cui l'aveva sempre guardato, prese un coltello affilato dal cassetto ma Jesus la bloccò.

"Non se ne parla, tu resti qui, vai al piano di sopra. Non sei in condizione di combattere"

Martha si preparò a ribattere qualcosa ma l'arciere le posò una mano sulla spalla, le sfiorò il braccio, e infine le prese la mano per toglierle l' arma.

"Adesso ci sono io, ci penso io."

A Town called MaliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora