Non come ieri

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"Dove  credi di andare?"

Daryl non si mosse dal suo posto, aspettò che fosse lei ad avvicinarsi. Rimase lì, con le spalle larghe appoggiate al muro e il piede destro piantato sulla parete. Se Maggie fosse stata lì lo avrebbe sicuramente distolto da quella posa da duro che oramai non lo caratterizzava più tanto, Martha invece si limitò a guardarlo con le braccia incrociate.

"Vado a combinare guai da un'altra parte, contento?"

Prese la foto e se la mise in tasca, anche se in un primo momento provò il forte desiderio di strapparla e calpestarla con forza. Voleva semplicemente che non fosse mai esistita.
Perchè rinvangare il passato?

"Quella foto, ti ricordi?"

Si ricordava anche se avrebbe voluto estrarsi il cervello dal cranio per smettere di pensarci, in cuor suo sapeva che quei momenti appartenevano solo a quella polaroid rovinata.
D'istinto la tirò fuori nuovamente per guardarla qualche secondo, sorrise, e poi la lanciò all'arciere che sorpreso la prese al volo.

"Puoi tenerla, o puoi anche buttarla, non mi interessa. Le persone che contano sono tutte appese lì"

Indicò i ritratti appesi in corridoio di coloro che se ne erano andati. Certo, mancava quello di Jesus ma era sicura che prima o poi qualcuno lo avrebbe appeso nel posto che gli spettava.

"Perchè fai così? Sai che puoi sempre parlare con me, di qualsiasi cosa..."

"Così come Daryl? come una pazza? La Martha in quella polaroid poteva parlare con te di tutto, anche se...non importa. Fatto sta che te ne sei andato per mesi e adesso non piombare qui a farmi gli occhi languidi, non funziona"

Daryl si avvicinò e le afferrò le spalle con entrambe le mani portando il suo volto così vicino al suo da poter sentire il respiro.

"Io sono qui, ora"

Martha avrebbe voluto cedere, avrebbe voluto dirgli "Lo so" e afferrargli le mani, ma quei gesti appartenevano ad un'altra versione di lei. Fu capace solo di liberarsi da quella presa, prendere il suo zaino e pronunciare le sue ultime parole.

"Io no Daryl, non più"

***

Quando salì a bordo di Starset il suo intento fu solo e s soltanto quello di seguire le traccie di sangue, arrivare al covo di quegli stupidi Sussorratori e ucciderli uno per uno. Provava odio, rabbia, e un desiderio di vendetta che la divorava.

Vendetta contro chi?

Cazzo

L' ennesimo attacco di panico le bloccò il respiro costringendola a fermarsi per prendere aria.

Non adesso, non adesso.

E invece successe adesso. Il cuore iniziò a batterle così forte da volerle esplodere dal petto, le mani iniziarono a tremare e la fronte a sudare. Nella sua mente apparve Siddiq e la sua diagnosi da persona poco esperta in materia che denotava solo che quello che le stava succedendo non poteva essere curato.

Ok, adesso mi calmo. Giuro che mi calmo.

Passò un'ora ma di calmò ritrovandosi con la gola secca, gli occhi lucidi, e un'insana consapevolezza.
Non ce l'avrebbe mai fatta da sola.

La solitudine era una cosa con cui ogni essere umano rimasto sulla terra aveva fatto i conti dal giorno della caduta.
C'è chi ha poi avuto la fortuna di incontrare qualcuno sul proprio cammino, mentre altri sono morti senza nessuno, dimenticati, lasciati in mezzo ad una strada con le budella a sfamare i non morti e il sangue a tingere l'asfalto.

Martha apparteneva alla prima categoria di persone, quelle miracolate, entrate a far parte di un gruppo che lei stessa definiva una famiglia. Così facendo era convinta che il suo viaggio verso la morte sarebbe stato meno triste, che qualcuno sarebbe stato lì per lei, e che lei sarebbe stata lì per qualcuno.
Morire per chi si ama aveva un senso, morire cercando di sopravvivere no.

Cazzo.

Ora però era sola, in mezzo ad un campo, con il cuore che le batteva a mille. Era stata sola anche quando Negan l'aveva tenuta prigioniera, torturandola e abusando di lei. Quello però era un tipo di solitudine differente, aveva il sapore dell'abbandono misto alla convinzione di doversela cavare da sola ancora una volta.
Mossa da un gesto di stizza si morse il labbro fino a farlo sanguinare, ne assaporò il sapore ferreo e amaro come immaginava sarebbe stato il resto della sua esistenza. Nessuno sarebbe venuta a salvarla se non si fosse salvata da sola.

Ok, un passo alla volta.

Di nuovo tornò a respirare regolarizzando il battito del suo cuore, il suo corpo si stava adattando e la sua mente si stava placando mostrandole di nuovo le scie di sangue lungo il terreno. Era lì che doveva arrivare.

"Andiamo Starset"

Martha prese il cavallo per le briglie e cominciò ad avanzare nel fango con una nuova consapevolezza. Doveva prima trovare il covo dei Sussurratori e poi arrivare ad Alexandria.


A Town called MaliceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora