CAPITOLO 2

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Quando mi risvegliai eravamo in macchina, ci misi un po' a ricordare tutto quello che era successo, mi misi subito seduto composto in modo normale, avevo il sangue secco sul viso, nessuno si era nemmeno preso cura di pulirmi il sangue dalla faccia? Forse mi resi anche conto del perché, puzzavo di vomito.

Jade stava seduta davanti al posto del passeggero mentre masticava una gomma, come me ne sono accorto? L'odore che si sentiva un poco di più del mio vomito era quello di big babol. Appena si rese conto che ero sveglio si girò verso di me: -buon svegliato raggio di sole- disse con un sorriso stampato sulla faccia, prima di rigirarsi nuovamente davanti ignorandomi completamente.

Ero ancora troppo confuso per rispondere a qualsiasi provocazione di Jade, restai muto per qualche secondo e solo dopo mi resi conto che accanto a me a buona distanza olfattiva c'era una ragazza. Aveva la pelle chiarissima, le guance appena rosee, gli occhi a mandola sottili e neri  che trasmettevano un non so che di simpatia e dolcezza e dei capelli castano scuro molto lunghi. Indossava una divisa da scuola: la gonna blu, le calze alte e una maglietta con le iniziali della sua scuola probabilmente. Mi fisso per qualche secondo e mi persi completamente nel suo sguardo, mi fece un timido sorriso prima di girarsi di nuovo, che coraggio a sorridermi, dovevo avere un'aspetto orribile.

Restai qualche secondo ancora in trance e poi con tutta la calma del mondo e lo sguardo completamente immobile: - qualcuno può spiegarmi cosa diavolo è successo, dove stiamo andando e chi siete? e sopratutto, avete mai sentito parlare di rapimenti? - La ragazza accanto a me non rispose, restò nel suo angolino a guardare fuori dal finestrino semi aperto. Jade invece mi risposte, purtroppo : - glielo dici tu o lo faccio io- disse riferendosi al coach che stava guidando, guidava quasi allo stesso modo di come suonava quel fischietto, in poche parole stavo per vomitare di nuovo.

il coach non distolse lo sguardo dalla strada, grazie a Dio, e disse : - vedi ragazzo, come hai detto che ti chiami? London..? no Landon ! ricordo! come dicevo, ragazzo qualcuno non ti ha detto qualcosa sul tuo passato no? hai le idee confuse sulla tua vita? tranquillo, loro ci sono passati tutti, vedi è difficile da spiegare, arriviamoci con cal...- il coach fu educatamente interrotto da Jade che sputò la sua gomma fuori dal finestrino, prima di girarsi verso di me : - le cose stanno così, uno dei tuoi genitori è un Dio! tu sei un semidio e adesso che ti stai facendo grande pel di carota tutti mostri come quello di stamattina o peggio ti cercheranno, ti troveranno e ti mangeranno per cena e useranno le tue ossa come stuzzicadenti, quindi, ti stiamo portando in un posto dove i semidei vengono addestrati per sopravvivere e qualche volta per salvare il mondo, spero di essere stata chiara, non lo rispiegherò- si girò nuovamente verso la strada, la ragazzina accanto a me non sembrava per nulla preoccupata di quello che dicevano, forse non gli interessava nemmeno.

Restai qualche secondo immobile, poi scoppiai a ridere, non avevo mai riso così tanto. IL mio stomaco e la mia sanità mentale mi chiesero di smettere perché non avrebbero retto a lungo, nessuno dei due. Jade mi guardò, poi guardò il coach con un espressione come a dire 'lo senti questo idiota che puzza di vomito?' . Questa volta fu il coach a parlare :- ragazzo capisco che non ci credi, nessuno ci crede mai all'iniz...- questa volte il coach fu interrotto da me, in questo preciso istante mi resti conto che il coach aveva le corna, no, non dico che la moglie lo tradisse, che aveva proprio un paio di corna sulla testa, la mia risata venne interrotta da uno strillo, si il mio, c'erano due opzioni: o stavo sognando oppure tra poco sarei andato a trovare mia madre all'ospedale psichiatrico. La ragazza al mio fianco sembrò preoccuparsi del mio urlo e mi poggiò una mano sulla spalla e subito smisi di urlare, mi sentì rilassato, mi poggiai al sediolo dell'auto tranquillo. Il coach si girò a controllare : - grazie Coco- . Lei fece un piccolo cenno con il capo intimidita, e si girò a fissarmi come se fossi un bisognoso, mi tirai su più rilassato stropicciandomi appena gli occhi: - che cosa..- dissi guardando la ragazza, per la prima volta parlò, la sua voce era delicata, rilassante e dolce, anche se con un accento diverso. Mi sentì subito più calmo:- stai tranquillo Landon, sono amici, siamo amici. Mia madre di chiama Benzaiten, è una divinità giapponese, personificazione di un fiume, dea della saggezza, eloquenza e longevità e l'eliminazione della sofferenza, adesso non sappiamo chi è il tuo genitore divino Landon, ma sarai al sicuro, riposa-: lei disse ed io feci, sembravo ipnotizzato e sapevo che stava facendo qualcosa a cui non riuscivo ad oppormi, mi addormentai.

// okay questo capitolo è più breve scusate T.T

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 08, 2020 ⏰

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Landon Thompson e La Fenice D'OrienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora