Tela 22 ~ Luna ~

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Le persone si alzano entusiaste dalle loro sedie applaudendo dopo il mio discorso, mi sembra di essere quasi agli Oscar e aver vinto il premio come miglior protagonista.

Osservo i volti coperti dalla penombra, ne noto uno in particolare che mi è familare, socchiudo bene gli occhi per mettere a fuoco meglio e intravedo la figura di Sebastian, applaude compiaciuto.

Esco di scena mentre gli altri stavano parlando. Sento la sua presenza avvicinarsi ma il mio capo mi chiama.

<< Ottima presentazione Luna, hai una eccellente capacità di parlare in pubblico e inoltre abbiamo trovato altri fondi per far diventare la pinacoteca migliore>> me lo dice dandomi delle pacche sulle spalle.

<<Concordo a pieno>> il sindaco irrompe nella nostra conversazione.

<<Buongiorno sindaco>> oltre alle nostre parole viene accennate con un piccolo cenno del capo.

<<Le sue parole signorina Ferrari sono state veramente ammirevoli. L'ha scritta lei il discorso?>> lo guardo nei sui occhi che hanno visto crescere Milano negl'anni.

<<Sì, poi mi ha aiutato il mio capo>>

<<Benissimo, quando ci sarà un'altra presentazione sarò lieto di parteciare, impegni permettendo>> dopo la sua frase se ne va lasciando un charme raro.

<<Sono davvero fiero di te Luna, per festeggiare usciamo tutti insieme a mangiarci qualcosa>>

<<Mi piacerebbe. Posso portare una persona?>> chiedo.

<<Certo porta chi vuoi>> Mi sorride e se ne va perchè qualcuno l'ha chiamato.

<<Poi vi dico tutto>> continua da lontano.

Cerco il mio ragazzo moro, ma vedo solo visi sconosciuti. Quindi decido di chiamarlo, faccio squillare il telefono per un po', intanto cammino e sento la sua suoneria all'esterno della pinacoteca. Che cosa inrispettosa di tenere il volume così alto in un luogo come questo. lo raggiungo però lo vedo occupato in una discussione con Sebastian. I due sembrano molto accigliati e le parole molto serie.

<<Lo sa che dovresti essere da tutt'altra parte vero?>> dopodiché il biondo risponde con una voce possente.

<<Perchè non dovrei essere quì scusa? Questo è un luogo pubblico e niente e nessuno mi può impedirmi di essere qua>> i due ragazzi sono molto vicini. Sembrano sfidarsi. C'è una piccola differnza di altezza.

<<Io so perchè sei quì>> non ho mai visto Antonio così serio. Sento la tensione che si potrebbe quasi tagliare con un coltello.

<<Vediamo se hai ragione>> il biondo accenna un sorrisetto.

<<Sei quì per lei. Ammettilo>> il moro dopo aver risposto sbuffa e si inrigidisce.

<<Quanto sei perspicace. Come fai a saperlo?>> mantiene quel sorriso beffardo.

<<So cosa provi, ho visto come la guardi e come le parli>> il moro gli punta adosso l'indice e si avvina sempre di più al suo rivale.

<<Più vai avanti capisco come sei intelligente, ma lo sai che se conosce il tuo passato potrebbe cambiare idea?!>> Il suo passato?!

<<Tu che ne sai??>> lo prende dal collo della maglietta ma si trattiene a proseguire.

<<Mi sono informato per avere più carte da avere a mio favore. Sì sa che l'amore è una partite di carte e chi vince prende tutto>>. Antonio ha i pugni stretti.

<<Non mi farò battere da un bambino>>

<<Solo perchè abbiamo moltia anni di differenza, non pensare che l'avrai vinta>>

Mi dirigo verso di loro per far finire quella discussione, faccio finta di essere nuova nella situazione. Cerco di evitare Sebastian e di parlare solo con Antonio, sento entrambi gli sguardi su di me.

<<Il mio capo vuole portarci fuori a pranzo e ho chiesto se potevi venire pure tu. Vieni?>> il suo sguardo persiste.

<<Va bene>> lo prendo per mano e lo porto con me lasciando solo il biondo dai capelli lunghi.

Non chiedo niente per quanto riguarda la loro discussione, non ne voglio sapere nulla.

Ci ripresentiamo nella sala, le sedie sono sparite e tutto è al suo posto. Al mio capo gli si illuminano gli occhi quando mi vede.

<<Eccoti finalmente? dov'eri>> mi chiede.

<<Stavo cercando lui>> lo sgurdo del mio capo si sposta da me alla persona che mi è di fianco.

<< Secondo me sei il suo fidanzato? Non ne sapevo nulla>> entrambi rimaniamo ammuoliti da quello che aveva appena detto.

<<Comunque è un bell'uomo. Complimenti>> mi tira un'altra pacca poderosa.

<<Raggiungiamo gli altri>> continua per poi avviarci verso la biglietteria.

Prendo la mia roba e mi avvicino a Sofia mentre il mio capo e Antonio sono dietro di noi.

<<Alla fine gli altri non posson venire, perché alcuni incomiciano proprio adesso il turno e il resto aveva già degli impegni>> mi riferisce Sofia.

Van Gogh's sunflowersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora