ventisei

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Ho sempre pensato che al cuore non si comandasse, che bisognava farci guidare dal suo istinto, e che a volte come ogni cosa possa sbagliarsi, ma con il passare degli anni. Mi sono resa conto che non era vero, che prendeva più abbagli che altro. Era capace di rendere una persona pessima, una pessima compagnia si di amicizia che di vita, una persona qualunque, quasi capace anche di amare. Ma quanti sono davvero capaci di farlo? Ad ogni cosa che accade in una coppia, si tende sempre a dare la colpa all'altro. Ma questa cosa, da quanto ho notato non accade soltanto in amore, ma anche in amicizia. Quante stronzate si fanno assieme? Quante cose si passano assieme, e quanto dura la convinzione che quest'ultima durerà per sempre? La convinzione fotte qualsiasi cosa, andiamo sempre troppo convinti che una cosa se la si vuole la si ottiene, e rimane lì, come un trofeo. Ma devi saperla tenere, oppure, come ogni cosa lentamente, si sgretola.

Nessuno ci ha mai pensato. E nessuno ci pensa, si dà tutto quanto per scontato. E' incredibile come le cose con il continuo andare avanti vengano prese di mira e anche snobbate in un certo senso. Come l'amore, chi ha mai visto una coppia che non si è mai lasciata in tutti questi anni? Siete mai stati sicuri? Le cose durano davvero quanto vorremmo? Non è così. 

Bisogna rinnovare le amicizie, bisogna cercare sempre un modo per mettersi alla prova con l'altra persona, in qualsiasi contesto. Che le cose siano sane, e non che diventino sempre più tossiche, fino a quando non iniziano a strozzare la persona con la monotonia. 

Sospirai portandomi le mani sul volto, non sono mai stata così combattuta in vita mia, non mi sono mai capita realmente, al tal punto che ora, non so nemmeno cosa sia meglio per me. Cosa voglio davvero, perché la testa mi dice che Emiliano sarebbe disposto a fare la stessa cosa di prima, non vuole realmente ricominciare da zero, ma avere solamente una persona al suo fianco che possa soddisfare le sue richieste. Che Cosimo è diverso, che sì, ha sbagliato ma le cose alla fine non sono andate male. Un'altra parte mi dice che Cosimo è stato stronzo, che ha sbagliato a reagire in quel modo, che non si è nemmeno degnato di scrivermi, di chiedermi come stessi, se le cose tra di noi fossero davvero finite. Forse era lui che dava tutto per scontato? Mi morsi il labbro inferiore, mentre la testa iniziava a scoppiarmi, sono giorni che mi tormento con questi pensieri. 

Dovevo parlarne con qualcuno, dovevo assolutamente confrontarmi con qualcuno che fosse al di fuori di tutta questa situazione. Presi il cellulare e chiamai Giada, mi fece quasi strano parlarle, dopo molto tempo. Da quando era uscita con Emiliano non avevo idea di che fine avesse fatto. -in sostanza tesoro, se tu senti che sia la cosa migliore, chiamalo, corri da lui. Fidati, Emiliano ti ama ancora.- disse lei, sorrisi consapevole che lei non potesse vedermi, la ringraziai. Chiusi la chiamata, e cercai il numero di Emiliano, rimasi interdetta. Dovevo chiamarlo? Avrei fatto bene? Mi alzai, non potevo parlargli per via del telefono, ho sempre affrontato le cose a faccia a faccia, e questa sarà l'ennesima volta. Voglio parlare ad Emiliano, voglio guardarlo in faccia, nei suoi occhi scuri e arrendermi finalmente all'idea che per tutto questo tempo abbia fatto solo una stronzata.

Presi le chiavi della macchina e uscì da casa mia in fretta.

[...]

Arrivai di fronte alla sua villa bianca, scesi e suonai al citofono, la sua voce profonda rispose a quest'ultimo -chi è?- domandò, rimasi per qualche istante in silenzio mi morsi il labbro e mi decisi a rispondere prima che il moro potesse perdere la pazienza, che scarseggiava abbastanza. -sono io.- risposi e il cancello elettrico si aprì, entrai e lo chiusi alle mie spalle avviandomi alla porta blindata bianca che stava di fronte a me. Emiliano l'aprì e mi attese davanti ad essa. Gli sorrisi, e lui mi guardò curioso mentre entravo in casa -come mai sei qua?- chiese una volta che chiuse la porta -volevo parlarti.- dissi seriamente, i suoi occhi diventarono cupi. Come se si attendesse chissà che cosa. -ci ho pensato in questi giorni, non avevo la minima idea di cosa fare, perché come sai sono un'eterna indecisa.- sorrisi e lui assieme a me -ma ho capito che per quanto a volte sia scema, la soluzione ce l'avevo davanti e mi sono sempre allontanata da lei, perché pensavo che pensandoci sarei stata sicura di altro e che sicuramente avrei evitato di prendere una decisione.- continuai -ma ho capito che non c'è niente da fare.- lui sospirò amareggiato, chissà a che stava pensando -ho capito. Non c'è bisogno di andare oltre, la porta è là.- disse superandomi, lo afferrai per il braccio e lo fermai, era incazzato, lo capivo. Sorrisi -ho capito che non c'è niente da fare perché sono innamorata di te.- dissi finendo la frase lasciata in sospeso, Emiliano sorrise e mi strinse a sé. Lasciando sulle mie labbra diversi baci, non lo vedevo così felice da anni quasi.  A volte, forse, non sempre il cuore si sbaglia.









Mi duole ammetterlo, ma questa è la fine della storia. Onestamente il finale non doveva essere così, almeno in principio, ma fra le tante cose, penso che questa sia la fine migliore che potesse avere questa storia. Spero vi sia piaciuta. 

Senza Cuore & Senza Nome|| Emis KillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora