ventidue

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«Se c'è una donna giusta non so ancora dov'è»

Giusto o Sbagliato- Emis Killa

Le parole di Emiliano mi avevano abbastanza scosso, erano incoerenti siccome stava facendo di tutto pur di intromettersi nella mia relazione, senza un apparente motivo.

-hai fatto? - chiese Cosimo affacciandosi nella mia stanza sorridendo felice di avermi convinto ad andare con lui - si amore, ho fatto - gli sorrisi alzandomi dal mio letto e raggiungendolo, presi il giubbotto ed uscì.
Quella serata mi sembrava una delle solite speravo solo che qualche suo amico portasse la sua momentanea ragazza, con la quale speravo di poter parlare. O almeno andare d'accordo.

Cosimo posò la mano sulla mia gamba accarezzandola, ero felice che mi avesse "perdonato" e che avesse apprezzato almeno in parte, ciò che avevo cercato di fare. Alla fine si era soltanto trattato di cercare Emiliano per ritorvare l'equilibrio che io e Cosimo stavamo cercando di costruire pian piano, lentamente. Ma a volte pare che il destino voglia accanirsi, pare che quando tu sei riuscito a dimenticare una persona, nonostante il male che tu all'interno senti ancora magicamente quest'ultima ritorna, come se non fosse successo niente. Trascinando con sé tutti quei ricordi che pensavi di aver dimenticato, ma che la tua mente, lentamente decide di sfogliare di riportarli ancora più vividi.

Le persone segnano più di quanto noi vorremmo.

Scossi la testa togliendo questi pensieri che ero solita a fare quando mi annoiavo, o quando ero da sola. Perché è sempre stato un mio vizio quello di pensare, anche fino a farsi venire l'emicrania.
-siamo arrivati- disse Cosimo parcheggiando l'auto, annui e slacciai la cintura - tutto bene? - chiese prima che potessi aprire la portiera - tutto bene, perché? - domandai - sei stata silenziosa fino ad ora- sorrise leggermente - non sapevo che dire- dissi alzando le spalle cercando di sviare la situazione, lui scese dalla macchina e anche se non sembrava per niente convinto, decise di non fare nessun'altra domanda. Così entrammo all'interno del locale e raggiungemmo gli altri.

Non c'era l'ombra di nessuna ragazza, ma non era un problema, infondo stavo bene anche con loro.
Ci sedemmo e in tempo zero arrivarono sia i drink che il fumo. Era tutto perfetto.
Mi alzai e andai in pista, sotto la raccomandazione di Cosimo di stare attenta.
Ballai nonostante sentissi occhi addosso a me, cercai di ignorarli, era solo una mia impressione.

[...]
Due mani si posarono sui miei fianchi, le toccai convinta che fosse Cosimo, ma addosso non aveva alcun tipo di gioiello, mi staccai spaventata e mi girai verso la persona che era alla mie spalle. I suoi tratti erano stranieri, mi guardava sorridendo. Non mi piaceva quella situazione, feci per ritornare al tavolo. Il ragazzo mi afferrò per il braccio, senza dire nulla, ed era la cosa che ancora di più mi spaventava. Il suo silenzio. Iniziai a dimenarmi ad urlare, ma nessuno che sentiva le mie urla faceva qualcosa per aiutarmi, giravano la testa.

Ennesimo caso di menefreghismo.
Ero delusa da tutti, dalla mia generazione soprattutto. Ma ormai, era tardi.

Si avvicinò ai bagni, io lottavo ancora nella speranza che mi lasciasse, ma non c'era modo.
Dovevo arrendermi.

-coglione, lascia stare sta ragazza - intervenne qualcuno, dalla voce si poteva notare quanto fosse sbronzo - fratello, questi sono affari miei, gira alla larga- rispose lo straniero - non è affare tuo un cazzo- disse, mi decisi a girare la testa, Emiliano e il suo poco equilibrio mi stavano salvando, per l'ennesima volta.
-lascia la mia ragazza - disse gettando il bicchiere di vetro a terra che si frantumò in poco tempo, portò le mani sulle mie braccia, liberandomi dalla presa del tipo. - stai alla larga - disse spingendomi dietro di lui, lo guardavo spaventata, sapevo che quando era ubriaco uscivano fuori i suoi lati peggiori.
-no fratello, prima la scopo io poi te, tranquillo- fece per tornare verso di me, Emiliano lo spinse lontano. L'altro provò a colpirlo, finendo poi in una rissa. Non avevo idea di cosa fare, dovevo farlarli, entrambi si stavano conciando male.

-Emiliano, fermati- dissi prendendo il braccio con il quale stava caricando l'ennesimo volto. Mi guardò in faccia, quasi sconvolto, si alzò per poi guardare il ragazzo sanguinante a terra
-stai lontano- disse nuovamente. Ci allontanammo assieme, fin quando non mi fermai e lo guardai in faccia - cazzo sei conciato male - dissi accarezzando delicatamente un taglio, il moro alzò le spalle e tentò di proseguire - Emi, andiamo a casa, non puoi stare così - dissi, lui rise - andiamo a scopare? - domandò, la tentazione di tirargli uno schiaffo si fece viva, ma cercai di reprimerla ricordandomi che era ubriaco.
Annuì in silenzio, sapendo che ci sarebbe cascato. Quasi euforico si fece guidare verso l'uscita del posto.

Ma non avevo la macchina.

-Emi, la tua macchina? - chiesi - mh... - dispose infilandosi le mani in tasca per poi prendere le chiavi della Porsche cromata, le afferrai e mi feci direi dove si trovava la macchina. Una volta che la trovammo l'apri, facendo prima sedere Emiliano al posto del passeggero per poi mettermi alla guida.
-trattala bene la mia bimba- disse sbiasciando e accarezzando la tappezzeria in pelle della macchina, scossi la testa e misi in moto la macchina.

Durante il tragitto riuscì a mandare un messaggio a Cosimo dicendogli che stavo andando a casa, che era successa una cosa ma che stavo bene, riuscendo anche ad evitare che lui venisse da me.
Arrivai a casa, parcheggiai la sua auto, e scesi, aiutando poi Emiliano mezzo addormentato ad entrare in casa, lo feci stendere sul divano e presi il disinfettante e qualche cerotto.

-brucerà un po'- gli sussurrai mettendo il disinfettante su un batuffolo di cotone. Glielo passai sul diversi lati del volto, guardando le sue smorfie di fastidio e di dolore - cazzo brucia- disse - ti ho avvertito- risi, lui mi guardò negli occhi, fino a quel momento non lo aveva mai fatto - lo so che non mi avevi portato qua per scopare- ridacchiò - in questo momento ti bacerei, e non sai quanta voglia abbia. Ma non sarebbe giusto - disse portando poi un braccio sui suoi occhi.

Rimasi in silenzio, voleva baciarmi, ma sa che non era giusto nei confronti di Cosimo. Non era giusto nei confronti di tutti, ero convinta di aver fatto la scelta giusta a lasciarlo, ma in questi mesi, mi sono resa conto di quanto avessi sbagliato tutto.

Senza Cuore & Senza Nome|| Emis KillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora