Capitolo 21

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Mi sveglio a malavoglia. Che palle, la scusa riapre. Mi lavo la faccia, metto un trucco leggero e mi vesto. Mi metto questo.

Oggi visto che sono di nuovo single, ritorno ala vecchia me

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Oggi visto che sono di nuovo single, ritorno ala vecchia me. Cattiva, competitiva e rompiscatole.
Esco e vado in moto. Si, ho preso. Una moto. È tutta nera. Ducati. Prendo il casco e vado. Appena arrivo, tutti mi guardano. Sentono il ringhio che fa.
Kr:Ci risiamo.
Ci sono tutti.
Mt:In che senso ci risiamo?
Kr:Oh, beh quando qualcosa la rattrista ritorna la vecchia Jane ribelle. Fa così perché vuole un po liberarsi di ciò che la tormenta, cioe tu.
Dice indicando Alejandro.
Alejandro mi guarda e appena incontro il suo sguardo, lui lo distoglie.
Jn:Buongiorno.
Dico facendo una bolla con la gomma da masticare.
Jn:Io vado, c'è puzza di Rosario qui.
Lui mi guarda.
Kr:ok, ci vediamo.
Vado.
Jm:Oh, oggi è il suo compleanno.
Mk:È vero, 24 marzo.
Jm:Dopo mi accompagni al centro commerciale?
Mk:Si.
Ns:Veniamo anche noi.
Dopo in mensa veo che tutti sono seduti nello steso tavolo. Mi fa ko cenno di venire.
Io non voglio andare lì. Così mi prendo un tavolo per me. Mi siedo in un tavolo a caso. Guardo tutte le persone del tavolo e capiscono che voglio stare sola. Scappano. Mi è mancata la cattiveria. Single è molto meglio. Ma dimenticarsi di lui è impossibile. Lo amo ancora. Sento voci di me e lui. Soprattutto di una ragazza dietro che parla di me in modo snob.
Js:Oh, no.
Ns:Merda...
Prendo l'acqua mi alzo e vado verso di lei. Una sua amica le fa cenno di smettere. Lei la smette e appena si gira le verso l'acqua.
Jn:Hai qualcos'altro da dire su di me?
Piange.
Jn:Aww... Stai piangendo...
Dico con tono sarcastico.
Jn:Che peccato.
Mt:Jane!
Mi giro e mi fanno cenno di smetterla.
Jn:Cosa? Vuoi dirmi cosa devo fare?
Alzo la voce.
Jn: D'ora in poi, chi sparla di me se la vedrà con me. Vi siete presi gioco di me e chi si prende gioco di me, la pagherà cara.
Guardo Alejandro. Anche lui ha delle colpe comunque. Distolgo lo sguardo. La ragazza di alza e cerca di darmi uno schiaffo ma la fermo.
Jn:Che fai?
Stringo la mano.
Ragazza:Ahi!
Aj:Smettila!
Mi giro e vedo Alejandro alzato.
Rido.
Jn:Wow,avete visto? Qualcuno prende le sue difese.
Aj:Smettila. Lasciala andare.
Jn:Tu chi sei? Non sei il mio fidanzato ormai, quindi faccio quello che mi pare e tu puoi fare lo stesso.
Aj:Jane io-
Jn:No, mi hai stancato. Che palle, devo andare in biblioteca.
Le lascio la mano.
Jn:Ciao ciao!
Me ne vado in biblioteca.
Che rabbia. Chi si crede di essere. Dopo la biblioteca, tutti stiamo casa di Alejandro.
Mt:Allooora...
Mi giro verso di lui.
Js:Giochiamo a 30 min in paradiso.
Ns:Si dai.
Sanno che voglio far uscire me e Alejandro e ci riescono. Andiamo al piano di sotto. Vedo che c'è una stanza. Chiudono la porta a chiavi.
Jn:No, ragazzi, fatemi uscire.
Mt:No, dovete risolvere i problemi.
Sospiro e inizio a vedere cosa c'è intorno. Vedo una cornice di lui con i suoi genitori.
C'è un silenzio.
Aj:Mi dispiace se non ti ho creduto... Mi dispiace tanto...
Mi giro verso di lui. Sto ancora in silenzio.
Aj:Sei diventata così a causa mia.
Mi siedo in una sedia che gira.
Jn:Mi scuso anch'io per quelle cose che ho detto in mensa.
Mi gira la sedia. È in ginocchio davanti a me.
Aj:Perdonami.
Mette la sua testa nella mie ginocchia. Gli metto una mano sulla testa.
Jn:È tutto ok, sono già abituata,ma ho bisogno che in futuro tu ti fidi di me.
Annuisce, la sua testa è ancora nelle mie ginocchia, sta piangendo. Gli alzo il mento. Lui mi guarda. Gli do un bacio sulla fronte. Poi lui si avvicina e mi bacia. Inizia a diventare intanto. Mi prende in braccio e andiamo nel letto. Solo lui si leva la maglietta. Madonna che addominali. Poi peró i ragazzi bussano e scendono. Ci vedono e sorridono.
Aj:Andate su!
Mt:oooookkkk...
Vanno su di corsa e danno la notizia agli altri. Chiudono la porta.
Aj:Mi sei mancata.
Jn:Anch'io.
Gli do un bacio sulla guancia.
Ns:Ragazzi, noi tutti andiamo, divertitevi!
Jn:Ciao!
Se ne vanno tutti.
Jn:Credo di dover andare pure io.
Aj:Non puoi rimanere per la notte?
Guarda in basso. Non sapevo fosse da una parte timido.
Jn:ok, va bene. Non ci sono i tuoi?
Aj:Dalla l'una da miele non sono mai tornati. Con loro è andato anche Oliver.
Jn:Oh, capisco. Questa è la tua stanza allora.
Faccio alzandomi.
Aj:Si, non è un gran che.
Jn:Non è un gran che? È bellissima!
Sorride.
Aj:Mi fa piacere che ti piaccia.
Si rimette la maglietta. C'è mancato poco per farlo. La prossima volta devo stare più attenta.
Aj:Ti vuoi cambiare?
Jn:Mhm?
Dico voltandomi.
Ah:Non credo sia comodo ciò che indossi, soprattutto qualla calzamaglia a fili.
Mi guardo la calzamaglia e rido.
Jn:Si, hai ragione.
Aj:Metti questo.
Mi passa una tuta grigia e una felpa nera.
Aj:Ti lascio cambiare io vado a prendere qualcosa.
Jn:ok.
Appena esce mi cambio. È tutto grande. Quasi quasi mi cade anche la tuta. La felpa arriva fino le ginocchia. È gigantesca.
Bussa alla porta mettendo la faccia all'interno.
Aj:Hai finito?
Scende.
Jn:Emm.. Si.
Mi guarda e sorride.
Jn:Sono grandissimi. La tuta mi sta per cadere.
Aj:Beh, non staremo in piedi per tutto il tempo. Giochiamo?
Jn:ok.
Giochiamo, mentre facciamo ciò assumiamo pose strane. Alla fine vinco io.
Jn:Si! Ho vinto! Ho vinto!
Salto nel letto. Lui sorride. Poi mi siedo.
Aj:Sei stata molto brava.
Jn:Lo so vero?
Aj:Vuoi guardare un film?
Jn:Si! Va bene.
Abbiamo un po "litigato" su che film scegliere e alla fine abbiamo visto a un metro da te. Ho pianto come una fontana. Per tutto il tempo ho usato la felpa per pulirmi le lacrime.
Aj:Di, non è possibile così però, eh..
Jn:Tu non capisci niente...
Aj:Già non capisco...
Jn:Visto?-
Aj:Perché non sono mai stato lontano da te neanche se mi pagassero di starti lonsto un centimetro. Lo guardo con le lacrime.
Jn:Alejandro...
Aj:Perché? È la verità.
Lo abbraccio.
Jn:Mi fai piangere così.
Aj:Allora pensa a cose positive.
Dormiamo

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