Capitolo 9

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Finalmente le lezioni sono finite, come sempre. Ho ancora in mente il favore di Alejandro. Ovviamente non accetterò,ma non so perchè devo pensarci. Si vede che gli piace ancora. Io se fossi al posto di Katie non starei con nessuno dei due.
Mk:Hey, amica!
Jn:Hey...
Jm:Che è successo?
Spiego un po' a loro la mia situazione.
Jm:È fantastico!
Mk:Gia! Non ti piaceva?
Jn:Abbassa la voce... Comunque adesso no.
Jm:Allora che pensi di fare?
Jn:Non accetterò.
Mk:Ah, secondo me dovresti, così almeno avrai un ragazzo.
Jn:No, neanche se mi paghi. Voi ci andrete?
Jm:Io si. Avrò le paiette sul mio vestito.
Mk:Anch'io verrò, dovresti venire anche te.
Jn:Ci penserò.
Arriva Katie con le lacrime negli occhi.
Jn:Katie?
Kt:Alejandro e Mattia si stanno picchiando.
Jn:Dove sono?
Kt:Sul campo da calcio.
Andiamo lì correndo. Vedo la gente che fa una sorta di cerchio attorno a loro.
Jn:Permesso...fatemi passare.
Vedo loro che si picchiano.
Aj:Sei felice? Ora è tua.
Mt:Ma stai zitto. A lei non piaci neanche un po.
Si picchiano.
Jn:Adesso smettetela-
Per sbaglio mi danno un pugno e volo a terra. Che male cazzo. Vedo nero. Svengo.
Jm:Jane!
I ragazzi si girano.
Aj:Oh, cazzo. Jane!
Mt:Jane, svegliati!
Kr:Cugina?!
Mk:Porfiamola in infermeria.
Mi portano Kairi e Mark mettendomi le braccia nei loro colli. La testa fa male, anzi molto male.
Siamo in infermeria.
Infermiera:Non è niente, deve solo riposare. Vi lascio soli.
Tutti si avvicinano. E apro gli occhi all'improvviso, come se fossi risuscitata. È inquietante, lo so.
Jm:Cazzo, Jane.
Kr:Stai bene?
Jn:Dove sono?
Mk:Infermeria.
Alejandro e Mattia sono a distanza con le sedie.
Mt:Jane io-
Jn:Taci, non voglio sentire niente. Che  mal di testa.
Aj:Jane-
Jn:Zitto, non voglio sentire niente tra voi due. Siete grandi e sapete che non è così che si risolvono le cose. Io vado.
Mi alzo da lettino ancora indoleenzita.
Aj:Devi rimanere qui.
Mi fa alzandosi dalla sedia e tenendomi il braccio.
Jn:Non sei neanche mio padre, che diritto hai di dirmi queste genere di cose. Visto che c'è anche Katie perché non vi divertite? Coglioni.
Esco dalla stanza con James e Mark che mi seguono.
Quei due sono veramente dei bambini. Che palle. Ho un gran mal di testa. Mi hanno fatto volare come se fossi un razzo della NASA.
Vado a casa.
Sh:Che hai fatto?
Jn:Emm... Sono caduta e sono andata in infermeria. Così sono ritornata a casa perchè ho un gran ma di testa e adesso ti sto raccontando questa roba.
Sh:ok, ora come stai?
Jn:Male, vado in camera a farmi una dormita.
Sh:ok, buona dormita.
Jn:Grazie, emm... Mi fai della cioccolata?
Sh:Con la panna sopra?
Jn: Tu si che mi conosci.
Vado di sopra e mi cambio. Metto una tuta grigia e una felpa bianca con su scritto:I'm sleeping, sir".
Che dormita. Dopo due ora mi sveglio e vado di sotto. Non c'è nessuno, che strano, di soliti c'è Kairi che gioca alla Playstation. Bevo dell'acqua e la mia attenzione di rivolge verso le mie foto della ginnastica artistica. Ero molto brava. Facevo quei salti della Madonna. Esco di casa con la tazza di cioccolata che mi ha fatto la zia. Mi siedo sulla sedia a dondolo. Solite sedie con cui tuo nonno si siede e fuma una pipa. Vedo che nel giardino della casa di Alejandro c'è Oliver che si sta arrampicano sulla parete... Aspetta sulla parete?! Mi alzo e vado verso il loro giardino. Corro. Sta per cadere ma per fortuna lo prendo.
Jn:Oh,porca paletta.
Ho usato questo termine perché c'era un bambino.
Ol:Jane! Ciao!
Jn:Che facevi, campione?
Ol:Stavo cercando di prendere l'acquilone.
Lo metto a terra e prendo l'acquilone.
Jn:Non dovresti fare cose del genere quando sei solo.
Ol:Oh, non sono solo.
Jn:Chi ce in casa tua?
Ol:Una persona.
Jn:E come si chiama?
Ol:Non lo so.
Lo guardo mentre metto giù l'acquilone.
Jn:Dov'è tua madre?
Ol:Non c'è
Jn:Alejandro?
Ol:È agli allenamenti.
Jn:ok, dimmi. C'è ancora questa persona?
Ol:Si è dentro.
Jn:ok.
Prendo il telefono e chiamo Alejandro. Non risponde quello stronzo. Non ho neanche il numero della mamma. La persona esce e a quanto pare è un uomo.
Uomo:Hey,chi sei?
Jn:Dovrei essere io a chiederlo. Chi sei?
Uomo:Non sono affari tuoi, ora dammi il bambino.
Jn:No.
Si avvicina un po' io e il bimbo indietreggiamo. Sposto Oliver dietro di me.
Jn:Chi sei?
Con un tono un po' provocativo.
Uomo:Dammi il bimbo e nessuno si farà male.
Jn:Mai...
Lo guardo negli occhi. Lui tira fuori la pistola. Mi sto un po cagando addosso.
Jn:Facciamo una cosa. Io lascio il bambino e lui se ne andrà. E tu non gli fai niente.
Uomo:ok.
Jn:Abbassa l'arma.
L'abbassa leggermente. Mi giro verso il bimbo che sembra davvero spaventato. Gli sussurro.
Jn:Hey, andrà tutto bene, ok? Allora, ascoltami, devi andare da tuo fratello, ok? E poi avvertirlo. Digli di fare presto e stai attento.
Annuisce e corre.
Uomo:ok, alza le mani. Ora vieni con me.
Entriamo in casa e poi nel seminterrato dove mi lega per i polsi.
Inizia a farmi dei tagli.
Nel frattempo...
Ol:Fratellone! Fratellone!
Si gira.
Aj:Oliver? Che fai qui?
Di avvicina e anche i ragazzi fanno lo stesso.
Ol:Jane... Jane è in pericolo!
Lo guarda. Vanno.
Arrivano, sento le loro voci.
Uomo:Se hai chiamato qualcuno ti sparo.
Aj:Dove?
Ol: È in casa.
Kr:C'è qualcuno?
Lui sale e chiude la porta. Mentre va cerco di slegarmi. Questo coglione  ha lasciato un coltello accanto a me. Lo prendo facendo un palleggio e poi arriva nella mano destra. Riesco a slegarmi. Vado di sopra di corsa.
L'uomo punta la pistola verso di loro. Alzano le mani. Mi vedono e io gli faccio cenno di stare zitti. Lui sa che sono dietro di lui, lo sento... Poi peró... Bam. Un colpo parte. Ma non verso gli altri... Verso di me. Mi becca la parte sinistra, il fianco. Cado a terra. Fa malissimo. È come se  dovessi fare un vaccino con una siringa di grossa larghezza. Mentre è girato, Alvaro e Rashaun lo colpiscono e lo stendono.
Alejandro si avvicina.
Aj:Jane!
Kr:Oh, cazzo. Cugina!
Mt:Chiamo l'ambulanza.
Chiamano. Guardo Alejandro con gli occhi socchiusi. Gli sorrido.
Jn:Questo si che fa male, cazzo.
Ridi e loro anche. Iniziano un po a piangere.
Jn:Andrà tutto bene...
Arriva l'ambulanza. Mi porta. L'ambulanziera (boh, non so come si chiama😂) mi fa delle domande. Non rispondo, non riesco. Due disgrazie in un giorno, che bello.
"Caro diario,
la prossima volta che mi trovo un criminale davanti ricordami di ucciderlo prima che lo faccia lui a te".

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