capitolo sei

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<< Sentite, per quanto lo odi, non possiamo lasciarlo a Nhyr!>> Vaneggio dopo essere stata adagiata sul divano. Zia ha strappato il pantalone, uno dei miei preferiti e sta disinfettando la ferita. Nessuno mi ascolta. Inizio a tremare di freddo. I contorni si fanno sfocati. La colazione che avevo ingurgitato quella mattina comincia a risalire lungo lo stomaco.

<< Diana? Cos'è questo improvviso silenzio?>> Paku mi scuote.

Chiudo gli occhi. Forse continua a chiamarmi, ma la sua voce è sempre più distante.

Vedo Nhyr e Samuel. Non so come, ma sono davanti a me. Però non sembrano rendersi conto della mia presenza, ottimo.

Il demone stringe il collo dell'angelo così forte da fargli scricchiolare le ossa. La sua superiorità è schiacciante.

<< Fratellino, gli anni chiuso in una lurida cella ti hanno rammollito.>> Dice, sibilando mellifluo.

Samuel lo guarda con astio, cercando di liberarsi. Un profumo improvviso di pervinca gli fa distogliere lo sguardo. Ed è lì che mi vede. Non so come. Io, intanto, ho afferrato una pietra da terra, come i bei vecchi tempi e l'ho lanciata contro Nhyr. Facendo centro, stavolta. Lui, per la sorpresa, molla la presa, permettendo a quell'altro di liberarsi. Il demone si guarda intorno, non ha idea di chi possa averlo colpito.

"Diana i viaggi astrali sono pericolosi! Torna nel tuo corpo!" Percepisco la voce profonda di Samuel nella mia testa.

"che? Sono già nel mio corpo! E questo è il ringraziamento? Quello là ti stava spezzando il co..."

"Ne parliamo dopo. Credo che lui non ti abbia percepita, puoi sgattaiolare in casa e riunirti alla te che sta dormendo da qualche parte."

"Non mi dai ordini e non ti lascio qui con lui!" Gli rispondo riuscendo in qualche modo a chiudere il contatto telepatico. Perfino in condizioni di pericolo fa il puntiglioso! Bah.

Nhyr è visibilmente divertito. Ammiro il fatto che riesca a vivere ogni cosa come se fosse uno scherzo.

<<Diana, ormai i sassi sono la tua firma, dove sei? Vieni a giocare con noi."

Certo, non attendo altro. Sto quasi pensando di seguire il consiglio del mio amico saccente e di tornarmene dentro, quando il demone fiuta l'aria e percepisce il mio odore, con tanto di posizione annessa.

<< Ah, eccoti! Giochi con i viaggi astrali?>>

<<Lasciala in pace!>> Gli urla Sam, lanciandoglisi addosso con la spada da lato sguainata. Nhyr si volta verso di lui con uno sguardo assassino negli occhi. Sulla schiena gli esplodono un paio di enormi e bellissime ali nere, in contemporanea anche l'angelo riesce a richiamare le proprie: più piccole, di un bianco sporco e visibilmente più spelacchiate. No, Samuel non deve passarsela molto bene, a differenza dell'avversario. Solo a guardarli, appaiono di forze decisamente impari e lo scontro per nulla equo. Le mani iniziano a tremarmi e vorrei poter fare qualcosa, qualsiasi cosa, però non vedo altri massi e, davvero, la cosa sta diventando ridicola.

<<Adesso muori, fratellino!>> Ringhia Nhyr e sta per infilzarlo con una grossa spada a due mani comparsa anche quella chissà da dove.

"Voglio anch'io le armi che appaiono da sole!" Mi ritrovo a pensare disperatamente, sbattendo un piede a terra. Avverto qualcuno ridere accanto a me, rivedo il leone bianco del sogno.

Samuel riesce a parare in qualche modo, come aiutato da una strana energia. Si volta verso di me, sta piangendo.

Sì, vorrei capirci qualcosa anch'io.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 10, 2020 ⏰

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