TWENTY

220 26 13
                                    

NOTA!
È online la mia nuova Fanficion su Masky.
Soooo..... If you want to read it, this is it.

________

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

________

Liu avanzò lentamente, con il fiato corto e le mandibole serrate.
Sentiva un'intensa paura crescere dentro di lui ad ogni passo; sapeva bene che stava rischiando, ma non avrebbe mai potuto lasciare suo fratello da solo in quelle condizioni.
-Stai... Stai indietro...- farfugliò ancora il moro, che puntando i palmi delle mani contro alla parete si lasciava scivolare giù lentamente, fino a sedersi per terra.
Il cuore nel suo petto batteva all'impazzata, la sua bocca reclamava ossigeno.
Sangue.
Sangue.
Sangue.
Avvolse le braccia attorno al petto nel disperato tentativo di sopprimere ancora una volta il desiderio che tornava a crescere dentro di lui.
-Jeff, lasciati aiutare... Ti prego- farfugliò Liu, che ormai si trovava a poco più di un metro di distanza.
Jeff premette le mani sulla testa e tornò a dondolarsi.
I pensieri intrusivi nella sua mente iniziarono a farsi più forti, diventando vere e proprie conversazioni che in quel momento stava avendo con il suo subconscio.
"Uccidilo".
"Ammazzalo, dai".
"Sei un fallito".
"Uccidilo".
-Stai lontano, Liu...- mormorò, con una voce che lasciava trapelare tutto quanto il suo dolore.
-Ti farò del male... Stai lontano-.
Ma il castano, incurante dei continui avvertimenti,  si mise in ginocchio proprio davanti al moro compiendo una serie di movimenti lenti e calcolati.
Era pronto a scappare, se le cose si fossero messe male.
"Uccidilo adesso, cosa aspetti?".
"Sei solo un codardo".
"Ammazzalo. Ora".
-Taci!!!- gridò Jeff esasperato, scoppiando improvvisamente a piangere. Si coprì il volto con le mani che tremavano senza sosta, ed iniziò a singhiozzare tentando di estraniarsi dall'ambiente che lo circondava.
Sentì il lento percorso delle lacrime sulla pelle pallida del suo volto, poi la calda e piacevole sensazione di un paio di braccia che avvolsero dolcemente il suo busto.
Abbassò le mani, trattenendo il fiato.
Liu, seduto a terra davanti a lui, lo stava adesso stringendo in un forte abbraccio. 
-Va tutto bene Jeff- gli ripeteva, con la testa poggiata sulla sua spalla. -Dai, che adesso passa... Coraggio-.
Il killer poggiò la nuca contro al muro, esausto; il suo corpo fremeva in continuazione, la sua mente reclamava disperatamente sangue.
Ma nonostante tutto, stretto nell'abbraccio di suo fratello, stava riuscendo pian piano a calmarsi.
-Vedrai che ce la faremo- disse ancora Liu, indietreggiando lievemente in modo da poter osservare lo sguardo del fratello.
Le sue guance bianche erano bagnate dalle lacrime, che anche adesso continuavano a fuoriuscire dagli occhi gonfi e arrossati. La sua fronte era sporca di sangue e piena di escoriazioni autoinflitte poco prima, quando aveva sbattuto ripetutamente la testa contro alla parete.
Ed i suoi occhi, dal colore chiarissimo per loro natura, erano adesso puntati a terra come se Jeff non avesse il coraggio di guardarlo in faccia.
-Va un po' meglio, adesso?- gli chiese  sforzandosi di sorridere.
"Uccidilo".
"Sei solo un misero fallito".
"Di cosa hai paura, uh?".
"Sgozzalo, adesso".
-Non so se ce la faccio...- borbottò con un filo di voce, emettendo subito dopo un pesante sospiro.
Liu poggiò una mano sulla sua spalla e vi lasciò un paio di carezze. -Ma certo che ce la fai. Ci sono io con te-.
Nella stanza calò il silenzio, mentre le mani tremanti di Jeff si alzavano lentamente, per poi avvolgere la gola del fratello.
"Ammazzalo".
"Soffocalo, ora".
"Tu non puoi amare nessuno".
Le sue dita si irrigidirono; iniziò a stringere, ma Liu non mosse un solo muscolo.
"Soffoca questo bastardo".
"Lui non ti ha mai voluto bene, sta fingendo".
Sentì le vene del suo collo pulsare sotto alle mani, mentre aumentava l'intensità della stretta.
Solo un attimo dopo, tuttavia, il killer mollò la presa e lasciò cadere le braccia lungo i suoi fianchi.
Tornò a respirare affannosamente, osservando adesso il segno rosso che aveva lasciato sul collo di Liu, ancora immobile davanti a lui.
Il castano sorrise. -Ne ero certo- disse.
Jeff osservò le labbra del fratello, piegate all'insù; scrutò le grinze che si creavano ai lati della sua bocca, quando sorrideva in modo spontaneo, e pensò che fossero la cosa più bella che avesse mai visto.
Tornò a poggiare la testa contro al muro, e questa volta Liu si mise a sedere proprio accanto a lui, afferrando la sua mano.
La strinse, avvolgendo le proprie dita tra le sue.
Jeff spostò lo sguardo sul soffitto bianco; la sete di sangue stava abbandonando il suo corpo, lasciando spazio ad un immensa e soffocate sensazione di vuoto.
Si sentì improvvisamente privato delle sue energie, mentre con lo sguardo fisso nel vuoto ripercorreva con la mente i momenti felici della sua infanzia.
Ve n'erano stati molti, ma tutti quelli che riusciva a ricordare avevano suo fratello come protagonista. 
Liu era sa sempre stato il centro del suo mondo, la sua personale chiave di lettura per la vita.
-Ti... Ti voglio bene, Liu- farfugliò, asciugandosi il viso con la manica della felpa.
Il castano si voltò verso di lui, sorpreso dalla frase che aveva appena udito; non riusciva a credere che l'avesse detto.
Sentì il suo cuore scaldarsi e si disse che sì, quello era suo fratello. La corazza che lo teneva imprigionato si stava ormai sgretolando.
-Te ne voglio anch'io, Jeff- rispose, espirando. -Te ne voglio anch'io-.
Rimasero così, con la mano nella mano e gli sguardi persi chissà dove  cullandosi ognuno con il calore dell'altro.
In quella notte buia il mostro era stato abbattuto, ed ora entrambi sapevano che insieme avrebbero potuto scacciarlo via ogni qual volta si sarebbe ripresentato.

Still AliveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora