one shot

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Era una sera comunque sulla solita strada di periferia ed Albana si stringeva nel suo cappotto leopardato per cercare di non morire di ipotermia visto che la canottiera di seta leggera infilata nei pantaloncini di jeans molto corti che lasciavano poco all'immaginazione; la parte che forse si poteva definire più coperta erano le gambe coperte da dei lunghi stivali neri. Il trucco era pesantissimo, un rossetto bordeaux, un ombretto nero che rendeva i suoi occhi verdi ancora più appariscenti. I capelli rossi venivano spettinati dal vento causato dallo sfrecciare delle macchine sulla sperduta strada di periferia.

Ormai non sperava più di essere caricata da qualcuno, i tempi erano duri ormai nessuno andava più a prostitute e lei pativa sempre di più il freddo e la noia, in tutti e due i sensi in cui può essere intesa la parola.

Ma invece eccola una macchina che si accosta a lei, Albana si avvicina lentamente e bussa al finestrino

"Quanto?"disse l'uomo dopo aver abbassato il finestrino.

Albana non ci faceva più caso, nessuno mostrava un po' di "empatia" ,se così poteva essere definita, nei suoi confronti tutti volevano una sola cosa da lei: il suo corpo e lei era disposta a darglielo.

"Facciamo 100 sega, 150 pompino 300 scopata"disse poggiandosi al finestrino, non poteva perdere un cliente. 

"Sei un po' cara per una scopata" disse l'uomo dallo sguardo celestiale,quasi angelico, se non fosse che stava andando a puttane, letteralmente.

"Non vedo altre ragazze sul ciglio della strada a congelare aspettando di essere prese e sbattute da qualche parte da un perfetto sconosciuto; 300 euro, caro mio, sono anche pochi per quello che subisco io." disse lei passando infine la lingua sulle labbra leggermente dischiuse.

L'uomo inclinò la testa verso sinistra, la guardò velocemente dall'alto in basso e infine la guardò dritta negli occhi. 

"Sali,alla fine trecento vanno bene per te"disse facendo segno di salire alla ragazza.

La ragazza salì e lo guardò cercando di capire un po' di più su il suo conto. Ma niente, tutto anonimo, la cosa non le prometteva nulla di nuovo, in un silenzio che ormai non la imbarazzava più squillò il telefono all'uomo.

"No,Gabriele non sto sopra. Sono sceso per affari importanti...Ah Pietro ha perso le chiavi? Beh chiedi a Maria se le ha viste...no... non lei l'altra. Guarda io qua ho da fare chiedi a qualcuno di sopra." attacca arrabbiato

"Lavoro? " Chiese Albana con un filo di voce, non che a lei interessasse più di tanto ma la situazione si era fatta più tesa del previsto.
"Diciamo che quando dai a qualcuno qualcosa si prende sempre di più di quanto tu ti saresti aspettato. " Sbuffa l'uomo.
"Comunque io mi chiamo Albana."disse la ragazza non sapendo neanche il perché, ma si sentiva come protetta con lui.
"Mi chiamano in molti modi ma puoi chiamarmi...Giovanni." Disse l'uomo lanciandole un veloce sguardo prima di costeggiare nel parcheggio di uno squallido motel.

Albana si ritrovò lì sempre più incuriosita da quell'uomo da ciò che aveva detto nella chiamata e soprattutto del fatto che non parlasse di se stesso come la maggior parte dei suoi clienti che la prendevano (oltre che letteralmente parlando) anche per psicologa.

"Ma dimmi Giovanni cosa ti ha spinto a cercarmi? " Gli domandò
"Sai ti vedevo da lassù. " Rispose aprendo la camera
"Da dove? " Domandò la ragazza confusa.
"Ehm... Da insomma da... Oh cazzo mi sono fregato con le mie stesse mani. " Borbotta Giovanni entrando.

"Ho notato un crocifisso nella tua auto... Cosa insolita per uno che va a prostitute." Sentenziò la ragazza.
"In verità è un regalo di mio figlio. " Disse lui.
"Hai un figlio?! "Domandò la ragazza sconcertata.
" Ma perché io non mi cucio questa cazzo di bocca? "Disse Giovanni " Senti io ehm... Io... "
"Tu cosa? " Ribatté Albana spazientita
"Io sono... Un prete" Disse velocemente Giovanni
"Tu cosa?! "Albana si sentì mancare.

Di tutto poteva capitarle tranne che un prete, aveva un minimo di buon senso, non poteva farlo con lui.

" Mi dispiace Giovanni, anzi Don Giovanni ma allora non se ne fa niente." Disse Albana mettendo le cose in chiaro.
"Ti prego Albana, ho bisogno di te."
"No, mi dispiace, ho un mio codice da seguire" Disse lei.

Comica come cosa codice di onore di una squillo ma passiamo pure avanti.

"E bene tutta questa strada per nulla. " Con uno schiocco di dita Don Giovanni fu avvolto da una luce fitta e divenne etereo.
"Ma cosa cazzo? "
"Tu misera mortale, il tuo Dio un semplice favore ti aveva chiesto e sei stata così ingrata da negarglielo. " Una voce quasi ultraterrena echeggiava per la stanza.
"No aspetta... Non capisco. " Disse la ragazza confusa.
"Ma sei proprio cogliona. Minchia non ci vuole una scienza a capire che sono Dio,onnipresente,onnipotente e onnisciente... Insomma ho reso l'idea"

"Domandina veloce da quando Dio va a puttane? " Chiese Albana confusa
"Io non sono molto bravo in queste cose, meglio mio figlio Gesù, se l'è fatta con Maddalena e nessuno l'ha ancora scoperto... oh cazzo non dovevo dirlo. "
"Troppe informazioni da elaborare. " Disse Albana portandosi le mani alle tempie.
"Beh vorrei solo darti questa lezione sul senso della vita." Disse la voce "La vita e fatta per... "
Dio venne interrotto nel ben mezzo del suo discorso da un Alleluja,che poi si venne a scoprire fosse la sua suoneria.

"Si Pietro? Io stavo dando delle lezioni di vita! " Disse con tono scocciato "Come l'Arcangelo Gabriele si è ubriacato e sta facendo apparizioni sulla terra a tutte le vergini annunciando il salvatore?!  Poi dici perché la gente mi nomina associandomi a qualche animale. Arrivo."

"Lavoro? " Chiese Albana sempre più incredula e sconcertata
"È già devo scappare. " Disse la voce eterea
"È stato un piacere incontrarti"disse Albana con toni garbati, era pur sempre Dio.
" Non potrei dire lo stesso"rispose e la luce scomparse con la stessa velocità con cui era apparsa.

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