Uno. Due. Tre... si sentì uno sparo che le perforò i timpani... eppure lei non sentì niente. Forse la morte non era così dolorosa come la descrivevano nei libri.
Udì un tonfo di fianco a sé, e aprì gli occhi. Ispezionò il suo corpo ed esultò nel notare che non aveva ferite da arma da fuoco. Guardò verso il punto in cui prima c'era suo fratello, e vide un corpo senza vita giacere alla luce rossastra di un fuocherello che il fiammifero acceso nel cadere aveva appiccato.
Dal petto del fratello usciva un fiume di sangue, che colava come una coperta sulle braccia e poi sul pavimento.
Una figura incombeva sul corpo di George, un coltello da cucina intriso di liquido scarlatto in mano: era l'infermiera Palmieri. Sconvolta.
-Amelia!- la sua voce tremava. -Mi spiace non averti creduto prima!- fece cadere per terra il coltello e corse da lei, l'aiutò ad alzarsi e la abbracciò. Amelia non era mai stata così felice di vedere qualcuno. Quell'incubo era davvero finito? Si abbandonò contro il corpo robusto della sua infermiera e pianse a dirotto, sentendo i muscoli rilassarsi.
-Come ha fatto a trovarmi?- domandò contro la spalla della sua salvatrice, dopo un attimo.
L'infermiera si scostò da lei quel tanto che bastava per guardarla negli occhi.
-Il bagno è a sinistra, e tu sei andata a destra. Mi sono sporta sulla sedia e ho visto una figura tutta in nero, così ho afferrato il coltello e l'ho infilato in tasca, per sicurezza. Poi vi ho seguito a una certa distanza, per non farmi vedere. Ho visto che ti ha spinta nella botola e si è buttato con te, così vi ho imitati. Strano che non abbiate sentito il rumore che ho fatto cadendo- Amelia ricordava di un tonfo subito dopo quello di suo fratello, ma aveva pensato nella confusione e nel dolore che fosse stato l'eco. -Poi ho seguito il rimbombo dei vostri passi, camminando rasente al muro, e quando ho visto che il tizio...George ti ha puntato la pistola alla testa, ho reagito d'istinto e l'ho pugnalato alla schiena – sembrava rendersi conto mentre parlava di quello che aveva fatto.
-Lei è un'eroina- Amelia non poteva credere al gesto di tale coraggio che una semplice infermiera aveva compiuto.
-Dovevo ripagarti per averti ritenuta una pazza. Non me lo perdonerò mai-. Sembrava davvero pentita.
-Adesso che si fa?- chiese Amelia. Non aveva idea di come sarebbe continuata ora la sua vita.
Tremava dalla testa ai piedi. Deglutì.
-Chiamiamo la polizia...- cominciò la donna, ma lei la zittì.
-Certo, e diciamo che lei si porta usualmente un coltello da cucina nei pantaloni! Si dia una svegliata, accidenti!- Amelia era isterica. -No...- riflesse, le lacrime di terrore e disgusto ormai congelate sulle sue gote. -Lo seppelliamo-.
-C-cosa?- l'infermiera si portò le mani al viso. Solo ora si rendeva conto di che cosa avesse fatto. -E poi?-
La voce di Amelia si calmò. La glacialità della sua infanzia le fece rizzare la schiena.
-Poi ce ne andiamo da questo posto di merda-.
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Il Pazzo
Mystery / ThrillerAllora, lo metterò per iscritto, subito, prima di dire alcun che: io non sono pazza. Mi chiamo Amelia Harris e sono, o per meglio dire ero, una donna d'affari; tutti nel mondo del commercio mi temevano, mi rispettavano. Ero la figlia di Hugo Gerard...