Capitolo IV

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[Storia originariamente pubblicata in forma cartacea a cura dello Star Trek Italian Club, che ha graziosamente concesso il permesso di pubblicazione in forma digitale. Copertina e disegni di Chiara Falchini.]

Capitolo IV

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Capitolo IV

"Il bosco sta per terminare", annunciò Data, di ritorno da un'avanscoperta, "Davanti a noi c'è un bassopiano erboso, simile alla brughiera inglese, con basse colline, boschetti e torrenti."

"Bene", disse Viviana, "Cominciavo a stufarmi degli alberi."

Poco dopo raggiunsero il margine della foresta e contemplarono la pianura ondulata che si estendeva davanti ai loro occhi nelle tre direzioni. Il sole stava declinando, quasi dritto davanti a loro, indicando che si era a pomeriggio inoltrato.

"Da che parte andiamo?", domandò Riker, scrutando l'orizzonte in cerca di tracce d'insediamenti umani, senza trovarne.

"Una direzione vale l'altra", rispose Viviana, "Andiamo a sud?"

Gli altri non ebbero nulla da obiettare, così volsero i loro passi a meridione e s'inoltrarono tra l'erba alta al ginocchio.

"Non ci saranno serpenti velenosi?", indagò Deanna.

"Solo se utili ai fini dello svolgimento del gioco", rispose Viviana, "ma non ne ho mai trovati."

Giunsero ai piedi di una bassa collina e Data indicò da un lato:

"Guardate, c'è del fumo."

"Andiamo a vedere", propose Riker. Si diressero verso il luogo da cui si alzava l'esile spirale di fumo, probabilmente quella di un fuoco da campo, arrampicandosi diagonalmente sulla collina. Il fumo proveniva da una conca riparata, in cui ardevano i resti di un focherello. C'erano segni evidenti di un bivacco, ma non si vedeva anima viva.

"Se ne sono andati senza spegnere il fuoco", borbottò Riker, "Col pericolo di provocare un incendio, che incoscienti!"

Si avvicinò e calciò della terra sui carboni morenti, soffocandoli. Un lieve fruscio di rami smossi, proveniente dalla sua destra, mise in allarme Viviana, che si voltò di scatto, giusto in tempo per scorgere una sagoma nerovestita venirle addosso brandendo un pugnale. D'istinto fece un passo laterale per portarsi fuori traiettoria, afferrò il braccio teso dell'aggressore con entrambe le mani, lo storse leggermente verso il basso e, sfruttando lo slancio stesso dell'uomo, lo mandò a cadere lontano, malamente.

Nello stesso istante, un'altra figura balzò addosso a Data, menandogli un fendente al fianco che l'androide parò con un semplice spostamento del braccio: afferrò il polso dell'aggressore e lo torse fino a fargli mollare il pugnale, poi lo mise fuori combattimento con una presa vulcaniana. L'aggressore si accasciò privo di sensi.

Riker fece per estrarre lo spadone, ma mentre sfilava la lunga lama dalla guaina, una terza sagoma scura spuntò da dietro un cespuglio e lo assalì; il lungo pugnale descrisse un breve arco e si piantò nella spalla del primo ufficiale, che gettò un grido di dolore e di stupore assieme.

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