Capitolo VII

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[Storia originariamente pubblicata in forma cartacea a cura dello Star Trek Italian Club, che ha graziosamente concesso il permesso di pubblicazione in forma digitale. Copertine e disegni di Chiara Falchini.]

Capitolo VII

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Capitolo VII

Nel mondo immaginario stava albeggiando. Data osservò l'aurora tingere di rosa l'orizzonte ad oriente e controllò il proprio cronometro interno: erano passare esattamente nove ore e dodici minuti dal tramonto, un intervallo di tempo adeguato alla stagione riprodotta.

Il primo raggio del sole nascente colpì il volto di Deanna, che si mosse e si svegliò; con uno sbadiglio, si mise a sedere, sentendosi perfettamente riposata.

Osservando il paesaggio circostante, per un momento rimase smarrita, prima di ricordare gli avvenimenti del giorno precedente; con un sussulto, cercò con lo sguardo i propri compagni, e scorse Riker e Viviana, che ancora dormivano, abbracciati. Per qualche istante si sentì perplessa: possibile che, dopo tanti anni, gli amici fossero diventati amanti? Poi scosse la testa, sorridendo di se stessa: no, impossibile per lei empatica essersi sbagliata a giudicare la natura del legame che li univa; inoltre era alquanto improbabile che avessero scelto un momento così poco opportuno, erano entrambi persone abituate a riflettere sulle conseguenze delle loro azioni.

"Buongiorno, consigliere", la salutò Data, avvicinandosi, "Ha riposato bene?"

"Sì, grazie", rispose lei, "e ne sono un po' sorpresa, data la situazione tutt'altro che rosea in cui ci troviamo", scostò il mantello che le aveva fatto da coperta e si alzò, sgranchendosi gli arti irrigiditi.

In quella, Viviana aprì gli occhi, si mise a sedere e sbadigliò, la mano davanti alla bocca. Vide Deanna e la salutò con un cenno, poi guardò Riker che dormiva ancora beatamente. Gli rifilò una gomitata:

"In piedi, cadetto!", abbaiò, in un tono degno di un sergente istruttore del primo anno d'accademia. Riker, svegliato di soprassalto, scattò a sedere come una molla, poi scorse Viviana che se la rideva e si portò una mano al cuore:

"Ehi, sei matta, a momenti mi fai venire un attacco di tachicardia!"

Deanna rise delle celie dei due vecchi amici, simpatica dimostrazione dell'affiatamento che c'era tra loro.

Mentre i tre umani si rifocillavano, Data riferì che la notte era trascorsa nella massima tranquillità, poi si prepararono a ripartire.

Il tenente comandante Geordi La Forge si svegliò di colpo. Dopo un istante di smarrimento, si accorse che non era stato il suono della sveglia a destarlo; in fretta, cercò tentoni il suo VISORE e se lo applicò, poi controllò il quadrante del cronometro. Quel che vide lo indusse a sibilare una parolaccia poco in stile con il suo carattere e ad alzarsi di corsa: aveva dormito molto più del dovuto, ma come mai non aveva sentito la suoneria? Ripensando al momento in cui si era gettato sul letto, La Forge scoprì che non aveva che da rimproverare se stesso, dato che si era completamente dimenticato di ordinare al computer di svegliarlo dopo un determinato intervallo di tempo. Scuotendo il capo per scacciare gli ultimi residui di sonno, il capo ingegnere dell'Enterprise si affrettò in sala macchine, dove trovò Barclay e Saunders già al lavoro.

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