COLLISION 2||Charles LeClerc (SOSPESA)

2|«Dannatissimo Coronavirus, io voglio correre!»

8 marzo 2020
📍Melbourne, Australia

🎧 El mismo sol- Alvaro Soler

Finalmente la stagione sta per ricominciare, non vedo l'ora di scendere in pista per le prove libere.
Però, dato che sono arrivata prima, ho chiesto a Daniel di illustrarmi qualcosa in giro per Melbourne e l'australiano mi ha proposto un paio di luoghi molto interessanti e ha tenuto un'attività segreta da fare assieme.
Scendo dall'aereo e il sole di inizio autunno australiano mi scalda leggermente la pelle lasciata scoperta dalle maniche della mia maglietta a tre quarti.
Non ho invitato Will per questo gran premio per due motivi, prima di tutto con la scusa del Coronavirus non oserei mai chiedergli di venire con me dall'altra parte del mondo per poi magari rimanere bloccati a causa della chiusura delle frontiere.
In secondo luogo credo che portare qui Will sia una cosa fin troppo affrettata, voglio prendere confidenza con il team anche se l'ho già fatto durante la pausa invernale e i test di Barcellona.

I test non sono andati per niente male, la macchina non è molto veloce ma spero che nel corso della stagione le cose vadano migliorando; ho dovuto cambiare ingegnere di pista, Roger ha preferito rimanere all'Alfa Romeo e alla Ferrari ho trovato Nicolò, un ragazzo giovane e pieno di vita.
Il ragazzo è molto determinato, è un fan della Ferrari sin da quando era piccolo e crede che io e Charles possiamo riportare la scuderia alla vittoria.
In questo periodo ho sentito svariate volte questa predizione e devo ammettere che mi piace.

Arrivo all'interno dell'aeroporto e vedo l'australiano che mi fa un cenno con la mano per indicarmi dove si trova, gli corro incontro e vorrei poterlo abbracciare ma ormai sono abituata alla norma del metro di distanza tra una persona e l'altra.
«Buona festa della donna, Emilie» esclama Daniel, abbracciandomi; credo che non abbia ancora chiaro il concetto di diffusione del virus, ma poco mi importa, ricambio la sua stretta e ci dirigiamo fuori dall'aeroporto.

Facciamo una piccola tappa in hotel dove lascio la mia valigia e l'australiano mi guida per le strade della città, entrambi veniamo additati da molti bambini che pregano i loro genitori di farli fermare a scattare una foto, richiesta accolta immediatamente dagli adulti che sorridono a dismisura.
Firmo alcune mie foto con la tuta della scuderia e un paio di magliette rosso Ferrari, Daniel mi porta nella Little Italy australiana dove ci sono diverse gallerie d'arte e numerosi ristoranti, i proprietari di quest'ultimi sono quasi tutti emigrati italiani di prima generazione che sembrano conoscere Daniel da molto tempo; ci salutano dalle vetrine e l'australiano rivolge loro dei grandissimi sorrisi.

Scatto qualche foto ai graffiti sui muri che mi colpiscono tantissimo, Daniel mi obbliga a fermarmi a mangiare qualcosa anche se gli dico che ho già gustato un pacchettino di noccioline in aereo. L'australiano mi dice di non discutere e mi spinge dentro un bar dicendo:«Qui fanno i toast migliori che tu possa mai assaggiare!»
Decido di fidarmi di lui e non appena entriamo, i proprietari salutando Daniel e domandano:«Chi ci hai portato questa volta?»
L'australiano mi fa fare un passo avanti e alzo la mano in cenno di saluto verso l'anziano proprietario del bar, l'uomo mi allunga la mano e me la stringe vigorosamente facendomi male alle dita.
«Preparale il panino più buono che hai, sai è un po' deperita» ridacchia Daniel alludendo alle mie gambine magre e alle poche curve sul mio corpo.

Ridacchio e mi siedo al tavolo indicato dall'uomo, l'anziano signore sparisce per poi tornare poco dopo con un panino che sembra buonissimo.
Non appena ne addento un pezzo, le mie papille gustative fanno i salti di gioia, il pane è morbido e leggermente caldo e il contrasto con i pomodori freschi e l'affettato all'interno è divino.
«Caspita! È delizioso, che carne ha messo dentro?» domando dopo aver inghiottito il boccone, mi obbligo a mangiare in modo lento ma il panino è talmente buono che mi ci avvento sopra nuovamente.