Capitolo 8

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Si ricompose tornò dalla madre e da Laurie, prese la borsa e rientrò nella stanza a salutare il padre, uscì dall'ospedale, salì in macchina e scoppiò a piangere.
Pianse per tutto il tragitto, appena arrivata a casa, parcheggiò la macchina.
Si guardò attorno e notò che la macchina di Liam non c'era per fortuna, si asciugò le lacrime e scese svelta dalla macchina.

Appena arrivata alla porta si accorse del cestino che Adam, il cuoco, le aveva lasciato e lesse il biglietto posto sopra al manico.
"Per stasera Signorina, la cena è a base di pesce e verdure grigliate... Buon Appetito".
Sorrise al pensiero e lo ringraziò mentalmente.
Entrò in casa, depose la cena e andò a cambiarsi. Sarebbe andata volentieri in palestra, ma se fosse arrivato lui?
No meglio evitare! Già gli faceva pena, se l'avesse vista faticare per migliorare il suo fisico, cosa avrebbe pensato?
Si apprestò a cenare, non aveva fame e spilluzzico' qualche verdura. Domani avrebbe finito il resto.
Si sistemo' poi sul divano e accese la Tv.
Cercò di vedere un film, ma era talmente giù che non riusciva neanche a concentrarsi.
Spense tutto e decise di andare a dormire.
Forse una sana dormita le avrebbe fatto bene!

La mattina dopo andò all'ospedale dal padre, ci rimase tutta la mattinata, la madre e la sorella non si fecero vedere.
Meglio! Penso Emma.
Mentre era intenta a parlare col padre, lui le disse improvvisamente:
" So, che ieri hai avuto una discussione con la mamma e Laurie"
"Non è niente papà, sono solo nervose per il matrimonio. Tutte e due" rispose velocemente.
"Sei brava nel tuo lavoro, non devi licenziarti come vorrebbero loro. Mr. Harrison è una brava persona" le fece presente il padre.
Emma sorrise e cercò di non pensare a Liam.
"Non mi licenziero' papà, tranquillo e vi voglio bene" disse guardando fuori dalla finestra cercando di ricacciare le lacrime.
Il padre vedendo e capendo che c'era qualcosa che la turbava cambiò discorso.
"Penso che domani mi rimandino a casa"
Si voltò a guardarlo sorpresa e rispose:
" Dici sul serio?"
" Sì, stamattina presto è passato il Dottor Jones e mi ha confermato che sto' bene, dovrò fare solo delle analisi nei prossimi giorni, ma posso andare a casa" spiegò.
Emma annuì contenta.
Passarono il pomeriggio a giocare a carte e a vedere un po' di serie Tv, loro due insieme stavano benissimo, si erano sempre capiti.
Verso sera Emma salutò il padre, con la promessa che si sarebbero sentiti il giorno dopo e si avviò a casa.

Il giorno dopo il padre fu mandato a casa, lui la chiamò subito:
"Ehi tesoro, sono a casa"
"Papà, mi raccomando fai come ti ha detto il medico, riposo!"disse con tono serio.
"Sì piccola, stai tranquilla mi riposo, posso lavorare anche da casa e non mi affatichero'" promise il padre.
Decise che sarebbe tornata a lavoro lunedì come le aveva proposto il capo.

Cercava in tutti i modi di evitarlo, era sbagliato pensare a lui, lo sapeva benissimo, ma non poteva farne a meno.
Quel bacio era al centro dei suoi pensieri, sentiva ancora le calde labbra sulle sue, quelle forti braccia che l'avevano avvolta così calorosamente.
L'intensità con cui l' aveva baciata.....

La mattina presto, lo sentiva allenarsi in palestra e lo immaginava a dorso nudo, sexy da morire, che contraeva i muscoli completamente sudato.
In quei giorni si era allenata parecchio, anche lei, con tutto quell' allenamento, la piscina e la dieta, aveva perso altri chili.
Doveva rifarsi il guardaroba, ma al momento non né aveva voglia.
Tanto a che servirebbe? A chi importa cosa indosso? Non devo piacere a nessuno....
Ma non era quel nessuno che a lei importava.

Il lunedì mattina, era pronta per andare a lavoro e lo avrebbe rivisto.
Stava per uscire di casa quando sentì bussare alla porta, l'aprì e si ritrovò Liam davanti, era stupendo con il suo completo blu, i suoi occhi risplendevano di una calda luce, era imbarazzato e fu lei a parlare per prima educatamente:
"Buongiorno Mr. Harrison"
"Buongiorno Em.... Non avrei dovuto comportarmi in quel modo, vorrei scusarmi"gli disse, notando il tono formale che aveva usato verso di lui.
"Scuse accettate, nessun problema Signore" rispose distaccata Emma.
"Adesso la saluto Signore, devo andare a lavoro."
"Sì, sono contento che torni a lavoro" cercò di sorridere Liam.
"Anch'io.... Signore" e si avviò verso la macchina.
"Attenta, potresti non esserlo, vedrai il lavoro che ti aspetta" annunciò Liam sorridendo e andando via fischiettando.
Emma lo guardò e salì in macchina.

Non ebbe tempo di pensare a niente nei giorni successivi, grazie al lavoro arretrato che aveva trovato.
Liam doveva aver trascorso parecchio tempo in ufficio, visto l'agenda piena d'impegni e le riunioni avute.
Erano passate le diciotto, si alzò si allungò la schiena e bussò alla porta del capo.
"Mr. Harrison?" chiese aprendo leggermente la porta.
"Sì, Miss Davidson?"lui era in piedi davanti alla vetrata e guardava la città pensieroso.
"Se non ha bisogno di altro, io andrei"aspettò che lui si voltasse.
"La ringrazio, vada pure ci vediamo domani" disse con voce triste e cupa.
"Buonanotte, Signore" si voltò e uscì.
"Buonanotte, Emma" disse piano.

Era il suo compleanno, ed era quasi tentata di dirglielo ma rinunciò.
Tanto sicuramente non gli sarebbe interessato.
Nessuno le aveva fatto gli auguri, suo padre gli aveva mandato un solo messaggio, dicendole che l'aspettavano, per una cena di famiglia al solito posto.
Quando arrivò al ristorante, erano già tutti lì, salutò e il padre le disse:
"Buon compleanno, tesoro"
"Grazie, papà" sorridendo si sedette.
La madre e la sorella le sorrisero, Colin si alzò, l'abbracciò, le sfiorò le labbra con un bacio dicendo:
"Buon compleanno, Emma"
S'irrigidi al tocco di quel bacio e disse appena "Grazie".
Le venne subito in mente il bacio di Liam, arrossì leggermente, e mentre era assorta nei pensieri Laurie le disse:
"Emma?!"
"Sì, Laurie scusa stavo dicendo?"
Laurie sospirò infastidita.
"Stavo dicendo, che sarebbe carino fare dei piccoli pensieri agli invitati, va molto di moda in questo periodo."
"È una bellissima idea" rispose apatica.
"Perfetto! Ho ordinato tutto il materiale. Dovrai farne almeno duecentocinquanta!" disse euforica.
Emma sgrano' gli occhi .
"Cosa? Aspetta.... aspetta forse non ho capito bene! Devo farli io?"
Laurie corrugò la fronte e rispose innervosita come se le cose non andassero come voleva lei.
"Hai detto che è una bellissima idea!"
" Sì l'ho detto, ma non mi hai detto prima, che li dovevo fare io! Pensavo che ci avresti pensato tu!" rispose Emma spazientita e indignata.
"Io non ho tempo Emma! Ho già acquistato tutto e non puoi tirarti indietro" rispose secca.
"Ok ti aiuterò, ma li facciamo insieme" disse rassegnata e guardò il cibo nel piatto.
Aveva perso l'appetito.
" Evvivaaaaa! Lo sapevo che avresti accettato" Laurie era euforica.

La madre e la sorella continuarono a parlare del matrimonio, mentre il padre chiamò il cameriere e chiese di portare la torta.
Arrivò la torta con alcune candeline, le spense, il cameriere si apprestò a tagliare la torta, Laurie le passò il piatto con una fetta piccolissima e le sorrise.
Emma la guardò senza dire niente, voleva solo andare a casa.
La madre alzò il bicchiere per brindare e disse:
"Auguri ragazzi, tra pochi mesi sarete sposati"
"Grazie, mamma" rispose svelata Laurie e baciò Colin.

Emma non resistette più, tristemente chiese il conto, il cameriere gentilmente si avvicinò e le disse:
"Signorina, il conto è già stato pagato"
"Mi scusi?" chiese perplessa.
"Il Signore al tavolo là in fondo, ha pagato lui"rispose cortesemente.
Emma guardò il tavolo indicatole dal cameriere e vide Liam, non era solo, con lui c'era una bellissima ragazza mora.
Quando i loro occhi si agganciarono, Liam le sorrise e si alzò avvicinandosi al loro tavolo con un bicchiere in mano.
"Buonasera" disse continuando a guardarla.
"Ehi, amico come stai?"chiese Colin alzandosi e porgendogli la mano.
"Bene, grazie" rispose contraccambio il gesto, ma continuando a guardare lei.
"Miss Davidson, ho saputo che oggi è il suo compleanno"
Emma annuì.
"Tantissimi auguri, salute" alzò il bicchiere e bevve.
Salutò cordialmente e tornò al tavolo senza aspettare una risposta da Emma.

"Mi auguro che riservi lo stesso trattamento a tutti i suoi impiegati, e non solo alla "sua" assistente" disse la madre risentita con una punta di cattiveria.
"Mamma! Che vorresti dire?" Emma diventò rossa dalla rabbia.

Liam era stato solo gentile, la madre doveva sempre rovinare tutto.
"Tranquilla, una persona come lui, non andrebbe mai a letto con mia sorella".

Dopo questa frase Emma si alzò dal tavolo e disse:
"Grazie a tutti e..... Buonanotte!" e si avviò alla porta, passando vicino al tavolo di Liam.
Colin le andò dietro, la fermò e le disse:
"Emma, sei cambiata, lo vedo. Sei più...."
"No! Colin sono sempre la stessa" rispose mentre si metteva il cappotto.
"Sei dimagrita parecchio sei bellissima"continuò a dire Colin.
"Smettila!" disse risentita e si voltò verso Liam, che li stava guardando indignato.
Cosa voleva da lei?

Guardò la bellissima ragazza che era con lui, si voltò verso Colin e gli disse:
"Grazie ancora" e se ne andò continuando ha sentire lo sguardo di Liam addosso, fino a che non uscì dalla porta.

PS
Emma è sempre più oppressa dalla madre e dalla sorella
Impazzisce per Liam
Liam non riesce a starle lontano ma non riesce a lasciarsi andare
Nel prossimo capitolo Colin.....

Dannatamente Sexy (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora